Il cruccio di Henry James

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Ottimo compendio che raccoglie in poche pagine pregnanti l’enorme caratura di questo scrittore riconoscendone l’immenso valore nella letteratura internazionale.

Il manifesto programmatico d’apertura, quello ufficiale che campeggia nella Prefazione, si propone di far conoscere di più e meglio Henry James, sfatare un mito intoccabile, diffonderlo e renderlo accessibile. Ci vorrebbe un trattato per sviscerare tutte le tematiche, lo stile, la poetica di Henry James, ma Federica Marchetti ci prova o prova almeno a fornire gli strumenti giusti e le linee fondamentali da cui partire.

Consapevole della non popolarità di Henry James come autore, delle sue ostiche costruzioni perifrastiche, della sua elegante profondità, la Marchetti lo presenta e lo propone nella sua semplicità di uomo e di scrittore, alle prese con questioni banali e gravi, attraverso le gioie e i dolori di ogni esistenza e le scelte letterarie compiute.

Oggi Henry James è il tempio dove amo rifugiarmi e dove porto con me i lettori di buona volontà che vorranno seguirmi in quest’avvenuta (p. 10). 

Ebbene Federica Marchetti ti ho seguita volentieri, senza bisogno di alcuno sforzo di buona volontà ma con grandissimo piacere perché questo è il tuo più eloquente manifesto programmatico, invito irresistibile a leggerti e ad assorbire tutte le preziose informazioni che fornisci.

E’ la semplicità con cui cogli i tratti distintivi e le peculiarità di questo Autore ad essere accattivante e ad instillare il prolifico seme dell’interesse e dell’approfondimento.

Quando mi fai notare alcune sottili eppure importanti somiglianze con Jane Austen, hai già catturato la mia più completa attenzione:

 Henry James, grande anticipatore del romanzo moderno, è figlio di Jane Austen. Dai tempi della signorina dell’Hampshire, egli è il più grande scrutatore dell’animo umano e ha speso tutta la vita per indagarne, osservarne e raccontarne ogni sua sfumatura nella sua immobilità sconfinando nella scoperta della crudeltà che trasforma in spettro (p. 15). 

Eh già, Jane Austen! che James cita pochissimo ma che sappiamo tutti aveva ben presente in mente come punto di riferimento, anche lei maestra sopraffina nella tecnica disintegrativa del narratore onnisciente e dell’uso dei punti di vista e dell’ironia. Non stupisce quindi che Il Cruccio di Henry James abbia seguito proprio A proposito di Jane Austen.

Con altrettanta applicazione ho ripercorso insieme a te la vita e le opere guardando alle molteplici implicazioni e ai ricercati equilibri tra i due vasi comunicanti e ho assistito allo svilupparsi del tema internazionale che vuole irrisolta la prodromica contrapposizione socio—culturale tra la candida America e la scaltra Europa. Potrà sembrarci incredibile ma il cruccio di Henry James è stato proprio quello di aver incontrato poco successo tra i lettori dell’epoca e ancor di più di aver fatto fiasco quando si è cimentato nelle opere teatrali.

La chiarezza espositiva in genere è sintomo di chiarezza di pensiero e di padronanza dell’argomento e non è dal numero delle pagine di un volume che si può quantificare il valore di uno studio preciso e puntuale come questo.

Non meno importante ho trovato, e anzi di rilievo, il lavoro di ricerca bibliografica, in genere frastagliata e approssimata. Preziosa la segnalazione dei testi reperibili in italiano, sia per quanto riguarda i racconti e i saggi tradotti sia per la ricca produzione critico-letteraria indotta.

Un piccolo Baedeker Jamesiano mi sembra la definizione più calzante.

 

Romina Angelici

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