Archivio | agosto 2022

Elegance di Kathleen Tessaro

Elegance

Kathleen Tessaro

Salani Editore (ex Edizioni TEA)

Trad. Beatrice Masini

Sinossi

È la storia di Louise, una donna ancora giovane, la cui vita sembra andare in pezzi: svanito il sogno di fare l’attrice, si ritrova cassiera in un teatro. Il matrimonio con un attore è ormai in crisi da tempo. Anche la suocera, una ex modella molto glamour, ancora bellissima, contribuisce a far sentire Louise sempre più tagliata fuori. Fino a che, un giorno, rovistando in una delle librerie di Charing Cross, troverà un prezioso grigio libriccino, un trattato di eleganza degli anni ’60. Louise comincia a leggerlo e già dalle prime pagine una voce sembra sussurrarle qualcosa: partire dall’eleganza per far fronte ai suoi problemi e riacquistare la fiducia in se stessa.

Lo spunto del libro è il trattato di Eleganza di Madame Dariaux che Louise, un’americana emigrata a Londra, decide di seguire per migliorare se stessa.

Una guida completa per ogni donna che voglia essere vestita bene e in maniera conveniente in qualunque occasione.

Inizialmente la guida dovrebbe rendere accessibile l’eleganza con indicazioni di stile e massime di saggezza.

Non ci vestiamo per quello che siamo ma per quello che vorremmo essere.

I consigli di moda finiscono per diventare consigli di vita, diventando tropo drastici o improbabili in alcune occasioni, specialmente se in entrambi gli aspetti Louise dimostra di avere le idee un po’ confuse.

Il restyling comincia dall’armadio per poi investire la sfera amicale, sentimentale, sociale, professionale.

Louise ha bisogno di un nuovo abbigliamento quanto di un pieno di autostima per poter diventare una persona importante, prima di tutto per se stessa. Assistiamo a una crescita e a un miglioramento che non è solo estetico ma è caratteriale e personale e nel frattempo abbiamo la possibilità di frequentare Ascot,  fare acquisti da Harrods, mangiare al Ritz, sbirciare dietro le quinte del Royal Opera e trascorrere un weekend in campagna come una perfetta signora inglese.

Senza dimenticare di fare tesoro di qualche massima speciale:  

L’eleganza può essere acquisita solo a prezzo di numerosi errori, e la cosa migliore è ricordarli con un gran senso dell’umorismo. E per finire, è nei momenti in cui ci dimentichiamo completamente di noi stesse che raggiungiamo la vetta della nostra bellezza.

Consigliato alle ragazze di ogni età!

p.s. della stessa autrice anche Innocence.

L’angelo dei bassifondi

Titolo: L’angelo dei bassifondi
Autore: AnneMarie Brear
Editore: PubMe
Collana: Literary Romance
Lunghezza: 319 pagine
Traduzione a cura di Mara Marinucci
Disponibile su Amazon e con Kindle Unlimited

Sinossi

Orfana, Victoria Carlton viene educata dallo zio, un banchiere, a essere una signora e a contrarre un buon matrimonio. Ma la sua indole è un’altra: vorrebbe dedicarsi ai poveri nei bassifondi, suscitando così il disgusto della famiglia. Quando lo zio muore improvvisamente, i cugini la incolpano e viene messa alla porta. Victoria si ritrova nella parte povera di York per ricominciare in un luogo pieno di pericoli. Per combattere la solitudine, fa amicizia con donne e bambini indigenti, ma ciò comporta anche il pericolo di contrarre delle malattie; non solo, la minaccia di un uomo brutale potrebbe costarle tutto.

Riuscirà Victoria a ritrovare la sicurezza che ha perso? Sarà un certo dottore, l’uomo a cui potrà concedere il proprio cuore? O i fantasmi del passato torneranno per portarle di nuovo via, tutto ciò per cui ha lavorato così duramente?

L’autrice

La pluripremiata e best seller di Amazon, nata in Australia, AnneMarie Brear scrive romanzi storici e romanzi moderni e talvolta anche racconti strani. Le sue passioni, oltre alla scrittura, sono viaggiare, leggere, mangiare il cibo delizioso di suo marito, leggere, fare ricerche e trascinare il marito in giro per siti storici in cerca di ispirazione per il suo prossimo libro. AnneMarie Brear sul web:

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Twitter @annemariebrear

RECENSIONE

La storia di Victoria che come tante bambine di quell’epoca devono il nome alla loro Regina, è particolare e insolita.

Siamo abituati a seguire le giovani ragazze in età da marito nelle vicende relative al loro debutto in società, tra ricevimenti e acquisti, pettegolezzi e chiacchiere sulla moda e sulle rispettive conoscenze.

Il titolo non ha nulla di fantasy ma è tristemente calato nella realtà più torbida dei quartieri malfamati della città (in questo caso York), di cui spesso ci dimentichiamo perché preferiamo conoscerne gli aspetti più brillanti e patinati. E rassicuranti.

Anche Victoria all’inizio conduce una vita rassicurante, a casa dello zio, nonostante sia rimasta orfana di entrambi i genitori e priva quindi di mezzi.

L’incontro con il dottor Ashton le fa conoscere un’altra realtà, molto diversa da quella dei salotti dei ricchi, una realtà fatta di stenti, di soprusi e di bisogni elementari negati ai quali Victoria si sente chiamata a rispondere.

“…ascoltare coloro che hanno bisogno del nostro aiuto è doveroso”.

Non ti aspetteresti mai di trovare una fanciulla ben vestita a fare visita a una povera donna indigente con i suoi bambini affamati. Eppure da qui inizia la svolta nella vita di Victoria.

“Stretta in una nebbia di stanchezza, Victoria si mise al lavoro. Portò tutto fuori, trascinando il suo baule che era molto più leggero sa quando aveva venduto la maggior parte delle cose; tutto ciò che non era fissato a un muro fu spostato, mentre all’esterno il sole sorgeva e iniziava ad ardere un nuovo giorno”

La trama è coinvolgente, lo stile convincente, il finale tutt’altro che scontato. L’ambientazione dal sapore dickensiano nei bassifondi di York è cruda e realistica e i dettagli di epoca vittoriana molto ben curati.

Una lettura davvero appassionante.

Poesie

Titolo: Poesie

Autori: Anne, Charlotte ed Emily Bronte

Edizione: Mondadori

Trad. Silvio Raffo e Anna Luisa Zazo

Sinossi:

Universalmente note per i loro romanzi, le sorelle Brontë ci hanno lasciato anche indimenticabili poesie, che pubblicarono in parte nel 1846 ricorrendo agli pseudonimi maschili di Acton, Currer ed Ellis Bell. Versi in cui rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, le sue distese d’erica, roccia e foschia. Tra incanto e disperazione le tre scrittrici raggiungono vertici di acceso lirismo, di profonda e intensa armonia. Tradotti in modo suggestivo e musicale, riecheggiano in questi componimenti limpidi, sentimentali e cristallini i temi più significativi del grande romanticismo: la nostalgia metafisica, la morte, vissuta a volte come gelida compagna e a volte come consolante promessa, la solitudine dell’artista come sofferta terapia esistenziale, indispensabile per giungere alle vette supreme dell’Essere e della Bellezza.

Recensione:

Bellissima edizione, non solo tradotta ma curata, commentata, “assistita” da note interessanti e approfondite.

Le tre sorelle hanno uno stile poetico molto diverso ma le accomuna la stessa quota autobiografica inserita nei rispettivi componimenti.

Anche quando sembrano seguire il ciclo di Angria o di Gondal, la loro voce irrompe prepotentemente tra i versi, nella loro aggettivamente evocativa, nel tono malinconico o appassionato.

La poesia di Anne è essenziale e chiara, illuminata dalla sicurezza della sua incrollabile fede religiosa.

Lascia che del mio cuore dal profondo

Io Ti serva, qualunque sia il mio fato,

sia ch’io debba lasciare presto il mondo

o d’aspettare mi sia comandato.

L’assonanza non aiuta anzi accresce l’impressione didascalica

Quando vago il crepuscolo svaniva

Nel brumo cielo trapunto di stelle

L’usignolo pensoso s’esibiva

Con le sue dolci melodie più belle

Charlotte è estremamente precisa, controllata dalla Ragione anche in questo atto creativo piuttosto intimistico; risulta piuttosto assertiva e decisa.

Credetemi la vita non è un sogno

Oscuro, come i saggi amano dire; di piogge mattutine c’è bisogno

Spesso perché sia il giorno luminoso.

Componimenti come Il maestro e allieva, il canto di Rochester a Jane Eyre, creano una fluttuante compenetrazione tra vita e arte, tra la componente biografica e la trasposizione letteraria.

Io meditai, vegliai, studiai, ma invano: e tra la folla, senza identità,

mi sentivo dagli altri assai lontano: erano solo forme, di strana qualità.

Ma riconobbi i Grandi, e quella luce

Che alla vera ricchezza ci conduce:

mi conquistò la loro nobiltà.

Se prima poteva esserci il dubbio di un esercizio stilistico, con la sezione dedicata a Emily si entra nella vera poesia.

Le poesie di Emily sono forti, immaginifiche, potenti.

 Sedendo solitaria alla finestra

Mentre la sera silenziosa fuggiva

Il soffio presago del vento percorreva

Il cielo grigio di nubi.

 I toni lirici e quelli epici si confondono senza interruzione. Permeate dal paesaggio circostanze, sono scandite dal ritmo delle stagioni che si ripresentano mai uguali, in visioni mai banali.

Il sole della sera in limpido splendore

Aveva lasciato il sacro cielo estivo

E le ombre del tramonto si facevano cupe

E le stelle si accendevano nell’azzurro profondo

E tra l’erica sulle montagne lontane

Da sguardi umani e da umane cure

Con il cuore pensoso e gli occhi dolenti

Guardavo tristemente quel cielo solenne.

Alcuni temi sono riproposti da tutte e tre ma rielaborate da ciascuna in modo assolutamente personale, spunti di riflessione verosimilmente tratti dai sermoni del rev. Bronte e interiorizzati diversamente. L’imperioso monito tempus fugit assume

Anne

La sorte umana è come la corrente

Dell’oceano, e non s’è ancora arresa

Una generazione che di già

Ne sorge un’altra; entrambe nella tomba

Affonderanno, onda dopo onda…

Charlotte

È queste l’aspra legge di natura;

nessuno può sfuggire alla sventura;

distilla il dolce, e poi cupi pensieri.

Siamo liberi tutti – e prigionieri

Emily

Erriamo senza fine non abbiamo riposo

È un tetro cammino

Insolente e gentiluomo

Titolo: Insolente e gentiluomo 

Autore: Sabrina BOCCIA 

Editore: ode edizioni 

Genere: Vittoriano, historical romance 

Pov: 3° persona 

Lunghezza: 350 

Autoconclusivo

Disponibile su Amazon e con Kindle Unlimited 

Sinossi

La Stagione si sta avvicinando, l’occasione perfetta per Jane Ford di farsi conoscere per la sua maestria nel confezionare abiti. Bella, aggraziata e poco incline a trovare un marito, miss Ford desidera solo che il suo sogno di diventare una rinomata couturiére si possa avverare. Jack Atwood, duca di Bedford, continua a essere un insolente libertino. Ama le donne, la bella vita e per nulla al mondo vorrebbe rimanere incastrato in una relazione. Eppure, quando Jane e Jack si incontrano per la prima volta le carte del destino vengono mescolate. Sarà l’innocente e sognatrice Jane a soccombere al presuntuoso lord, o sarà lui a essere ossessionato da lei? 

RECENSIONE

Il titolo di questo romanzo dice molto sul protagonista maschile della storia e che conosciamo presto come il duca Atwood. Questi reclama subito l’attenzione di miss Jane e del lettore dimostrandosi irruento, audace, sicuramente più insolente che gentiluomo. Non è esattamente il prototipo del principe azzurro, anzi, ci viene descritto come cupo, freddo, impassibile, un tipo poco raccomandabile ma estremamente affascinante, nell’imponente statura e ben strutturato, dal fisico scolpito. La trama è molto avvincente e si snoda attraverso colpi di scena e capovolgimenti di fronte che la movimentano considerevolmente. Seguiamo la coppia in un rapido infittirsi di eventi drammatici, disvelamenti e rapimenti che ci terranno col fiato sospeso. Tra dialoghi e scene audaci sarà difficile stare al passo di Jane e Jack mentre si rincorrono, si lasciano e si riprendono, si fidanzano, si incontrano e si scontrano, battibeccano e poi fanno la pace. Alle prese con situazioni tipiche che i romanzi vittoriani ci hanno insegnato a conoscere la coppia ha un rapporto molto moderno fatto di battute mordaci che mettono in risalto le rispettive spiccate personalità. Il romanzo, anche se autoconclusivo perché ha la sua autonomia e indipendenza, nasce sul filone di un romanzo precedente di Sabrina Boccia, Indomita e ribelle, sviluppando il personaggio del duca che in quella sede era secondario anche se aveva già dato dimostrazione della sua natura insofferente e indisciplinata. Jane Ford è una ragazza che si appresta a fare il suo debutto in società, con i suoi sogni e i suoi programmi per il futuro che non prevedono necessariamente quello di sistemarsi con il matrimonio, come la maggior parte delle sue coetanee. 

Miss Jane Ford si alzò all’alba, senza aspettare che Ophelia andasse a svegliarla. Era esaltata e carica di energie, non riusciva a credere che le avessero richiesto di confezionare degli abiti. Il suo sogno sembrava sempre più a portata di mano e ipotizzava colori e modelli che avrebbero lasciato tutti a bocca aperta. 

Jane è bravissima a disegnare e realizzare abiti eleganti e sinuosi e riesce a trasmettere il suo fascino e la sua bellezza alle creazioni che realizza con tanta passione. Una ragazza così poteva passare inosservata agli occhi del duca? 

L’incontro tra i due, che assomiglia molto a quello di Lizzie Bennet e Mr Darcy, è scoppiettante! Un fuoco di fila di scintille che infiammano subito gli animi e l’atmosfera che li circonda. Ma questo è solo l’inizio. Jane dal canto suo era su tutte le furie. … Aveva udito con chiarezza la loro conversazione, odiava gli uomini altezzosi che trattavano con disdegno le persone e il duca le aveva dato prova del suo pessimo carattere… Scopriremo più avanti che anche Jane ha una travagliatissima storia alle spalle. Una rivelazione dopo l’altra ci accompagneranno pagina dopo pagina. Preparatevi a una lettura travolgente!

La signora Harris

La signora Harris

Paul Gallico

Edizioni Sperling

Prezzo € 8,90

Pagine 191

Recensione

Incantevole fiaba di Mrs Harris che da novella Cenerentola se ne va a Parigi per realizzare il suo sogno e si trasforma in fata madrina delle persone che casualmente incontra per la sua strada.

Ha molto senso pratico, la signora Harris e due occhietti arguti a cui non sfugge niente; abituata a non perdere tempo, lei che ha le giornate tutte rigorosamente scandite dalle pulizie a ore che riesce a prestare presso i suoi affezionati clienti, riesce ad andare subito al nocciolo della questione senza tante chiacchiere.

La sua tranquilla e abitudinaria esistenza è sconvolta dalla visione di un sofisticato abito Dior adocchiato nell’armadio di una sua cliente. Da allora la signora Harris non conosce più pace. La sua è una scalata di conquista alla capitale francese dove ha intenzione di acquistare, regalandoselo, l’abito firmato, direttamente presso la Maison parigina.

Inizialmente non riceve un’accoglienza molto calorosa ma con il passare del tempo e circostanze molto fortunate, il clima diventa decisamente più ospitale.

E fu così che a poco a poco la signora Harris sentì svanire i suoi timori nei confronti della grande capitale straniera, perché aveva avuto modo di conoscere … un popolo che lottava strenuamente per vivere, né più né meno di come faceva lei in patria.

La signora Harris è piccolina, minuta, ma anche tenace e perspicace come pochi, capace di carpire anche i più reconditi segreti di chi incontra e la sua integrità morale è delle più pure e genuine, che non può non commuovere.

In tutta la sua avventura, che è anche un poco magica, il finale dolceamaro risulta evanescente ma spero sia voluto al fine di riservare nuovi sviluppi all’inesauribile buona stella della signora Harris.

Scoperto per caso questo libro, grazie a mia figlia Elena, dopo aver visto il trailer del film uscito negli Stati Uniti nel luglio scorso e in arrivo da noi a novembre 2022, speriamo. Inutile dire che è stata una deliziosa sorpresa.

Facendo ricerche ho scoperto che esistono altri libri della signora Harris, che quindi già nel 1958 costituiva ottima occasione per una serie.  Seguivano infatti Mrs Harris va a New York, Mrs Harris va al Parlamento, Mrs Harris va a Mosca.

Esiste una prima versione cinematografica del 1992, con Angela Lansbury, intitolata In volo per un sogno. Da recuperare.

Autore

Paul Gallico (1897-1976), scrittore e giornalista statunitense, aveva origini italiane da parte di padre, brillante pianista; divenne famoso grazie all’intervista fatta al famoso pugile Dempsey. Estremamente prolifico, eclettico, versatile, amante dei viaggi, dopo essersi licenziato dal Daily News diventando scrittore a tempo pieno, si trasferì nel villaggio di Salcombe, nel Devonshire, in Inghilterra.

Sinossi

A Parigi, a Parigi! Nella testa della signora Harris risuona battagliero il grido che la sta portando Oltremanica, alla conquista della ville lumière e del suo bottino: l’abito del quale non può proprio fare a meno. Perché la più che matura vedova londinese, di umili natali e ancor più umile professione, è stata folgorata sulla via della “haute couture” mentre svolgeva le mansioni di donna di servizio nell’abitazione della sua cliente più aristocratica: dentro “l’armoire” della lady era comparso il vestito più bello che Ada Harris avesse mai visto, e alla bellezza non si resiste. Cuore impavido e spirito indomito, la fragile signora Harris si è armata così del suo cappottino spigato, della borsetta marrone di finta pelle imbottita di risparmi, dell’improbabile cappellino ornato da un fiore più grande di lei, e si è imbarcata sul volo per Parigi, destinazione Avenue Montaigne: la Maison Dior. La britannicissima signora non ha fatto però i conti con i pregiudizi e lo snobismo. Ma niente può fermarla, perché Ada ha un cuore grande, un’immaginazione sconfinata e l’anima candida di una donna perbene. E per questo che anche a Parigi il suo bottino più grande saranno l’affetto e la generosità delle persone ben felici di darle una mano.

Indomita Hester

Titolo: Indomita Hester

Autore: Lilly Adam

Editore: Literary Romance

Pagine: 255

Trama

Toby Blake è un abile artista della truffa e un bugiardo convincente. Il suo desiderio di arricchirsi a qualsiasi prezzo e ambire a una buona posizione sociale ha un effetto devastante sui suoi familiari e su chiunque abbia avuto la sfortuna di incrociarlo per strada. La sua determinazione a emanciparsi e a fare di Helen Whipple sua moglie è solo l’inizio di un’esistenza fatta di inganni che lascia dietro di sé una serie di bugie. Con la morte di Helen, la figlia Hester resta in balia del rigido e spietato patrigno; Hester però è determinata a onorare il desiderio di sua madre nonché la promessa che le aveva fatto: proteggere la sorellastra dai modi malvagi di Blake. Questo però significa trascorrere la giovinezza come un uccello in gabbia, alla disperata ricerca di un modo per fuggire e per tenere al sicuro la sorellina. Costretta a lasciare improvvisamente Londra per Oxford, nel 1873, Hester perde ogni contatto con Harvey Gladstone, l’amico d’infanzia di cui è innamorata, e poiché il patrigno resta intrappolato nella sua rete di bugie, è pronto a prendere misure estreme, indipendentemente dalle conseguenze. Fino a che punto sarà disposto a spingersi Blake? Ed Hester ritroverà mai la libertà e il suo grande amore?

RECENSIONE

Con un’interminabile sequela di eventi drammatici si apre il romanzo di Hester. Giustamente definita “indomita” perché sin da piccola deve affrontare una serie di circostanze incredibilmente sfortunate e tirare avanti nonostante tutto.

Sottoposta a prove dure e vessatorie Hester trova la forza di reagire nell’amore per la sorellina che diventa la sua ragione di vita, nonostante gli attacchi, le violenze, i soprusi continui da parte del patrigno.  

Ambientato in epoca vittoriana, incontriamo tutto un campionario di brutti ceffi che farebbero concorrenza ai personaggi più spregevoli dei bassifondi ritratti da Dickens ma anche ad alcune brave persone che pareggeranno il conto.

L’inserimento di personaggi nuovi in corrispondenza di nuovi stadi della storia mantiene vivo l’interesse e l’incastro, nel quale si intuisce sono inseriti, acquista risalto, quel tanto da motivare e avvincere il lettore.

Ora l’accanimento ora la coincidenza delle circostanze potrebbero smentire l’antica massima che spesso la realtà supera la fantasia. Purtroppo l’epoca vittoriana nasconde tante storie tristi e crudeli, di vessazioni e tribolazioni, accanto ai salotti della gente perbene.

Il finale riequilibra le sorti sullo sfondo di un magnifico Giubileo della Regina Vittoria.

Romina

Louisa May Alcott di Beatrice Masini

Louisa May Alcott

Beatrice Masini

Giulio Perrone Editore

Sinossi:

Di Louisa May Alcott si sa quel poco che le alette dei suoi romanzi ci concedono: che è l’autrice di Piccole donne e dei suoi seguiti, e che ha conosciuto in vita un successo destinato a durare come autrice di libri per ragazzi, anzi, per ragazze. Ma come è arrivata a scrivere la storia di una famiglia che assomiglia tanto alla sua? E da quale vena narrativa sgorgano le altre sue opere, decine e decine di racconti gotici “di sangue e tuono”, romanzi audaci e romanzi commerciali, qualcuno firmato, altri pubblicati anonimi o sotto pseudonimo? Ripercorrere la sua vita è viaggiare in un mondo complicato, ricco di opportunità per le giovani donne ma sempre pronto a richiamarle all’ordine, per scoprire una ragazza fuori moda che sognava di essere se stessa ed è diventata “una sorta di tata letteraria che produce pappetta morale per i piccoli”. Una ragazza forte per forza, cresciuta in una casa povera di oggetti e ricca di ideali, diventata una donna lavoratrice per pagare conti e debiti altrui. In questo la storia di Alcott assomiglia a quella di tante altre scrittrici celebri, sempre in bilico tra necessità e libertà, e qualche volta si intreccia con la loro.

Recensione

Questa biografia di Beatrice Masini si intitola: “Louisa May Alcott. Quando scrivere è necessario” e trovo che sia esattamente la cifra distintiva della scrittrice di Orchard House.

Come giustamente scrive Beatrice Masini, Spiegare una vita è impossibile. E’ tutta una folla di domande. Però la si può raccontare anche con le domande. Ci si tiene compagnia, con le vite degli altri, e ci si misura la propria.

E Louisa non è una donna facile da spiegare, la sua non è stata una vita semplice da raccontare.

E’ una volpe senz’uva, Louisa May, condannata a desiderare quello che non ha, come tutti o quasi tutti, solo perché alla fine non ha avuto i grappoli ma ha raggiunto le mele? Però le mele non le voleva.

“Sarò ricca, famosa, e felice”, si prometteva da ragazza saltando sotto la pergola. Ricca sì, famosa sì. E in tutto questo che fine ha fatto la felicità?

Di questo ritratto ho apprezzato tantissimo, oltre al dato oggettivo di essere molto interessante, anche il modo in cui è stato tratteggiato, con uno stile accattivante, diretto e disincantato, non moralista né didascalico ma ironico e aperto.

Quella che emerge dalle pagine di una vita è una Louisa simpatica e più vicina a noi, con i suoi difetti e debolezze, di donna e soprattutto di figlia, irrisolta, mai affrancata dai condizionamenti familiari, oltre che unica per i suoi pregi e il suo talento.

L’excursus finale, accostato per associazione d’idee, sulle condizioni simili che hanno accompagnato altre scrittrici si è rivelato impressionistico e coinvolgente, ripercorre una rete letteraria femminile che si è creata sull’onda dell’urgenza di donne che dovevano guadagnarsi da vivere e hanno trovato il modo di farlo attraverso il frutto della loro penna: Francis Burnett, Kate Chopin, Tillie Olsen.

Tutte donne che alla fine si ritrovano legate dallo stesso destino.

E allora Louisa May, forse non sei stata felice, Però sei stata libera.

Essere felici, diciamolo non è necessario. Essere liberi sì.

La libertà per uno scrittore non è scrivere, è farsi leggere.

Leggere questa biografia può rivelarsi allora istruttivo e persino rilassante, perché la cover è personalizzabile e regala qualche momento di coloro-terapia!

Si ringrazia la Casa Editrice per la copia ebook.

Mia cara Jane

Titolo: Mia cara Jane

Autore: Amalia Frontali

Editore: Words Edizioni

Disponibile su Amazon

Trama 

Nel gennaio 1796 Thomas Langlois Lefroy, futuro Capo della Corte Suprema irlandese, e Jane Austen, futura autrice di grandi capolavori della letteratura, entrambi ventenni, si conobbero e si piacquero. A questa innocente attrazione – ci dice la storia – nulla seguì. Jane non si sposò mai e Tom contrasse un’unione di convenienza, che gli garantì un suocero potente, una ricca dote e la protezione economica di uno zio già molto contrariato da matrimoni indesiderabili in famiglia. Gran parte delle lettere di Jane Austen, dopo la sua morte, fu data alle fiamme dalla sorella Cassandra, per motivi che non sono mai stati veramente chiariti. Qui finisce la verità storica.

E se, invece, Tom Lefroy, dopo quell’occasionale conoscenza, avesse scritto una lettera a Jane Austen? Se a quella lettera – imprudente e ingiustificabile dalle convenzioni sociali – fosse seguita una vera e propria corrispondenza? Le lettere di Tom a Jane, che sono pura invenzione letteraria, si incastrano però con minuziosa esattezza con le biografie storiche dei protagonisti: personaggi, luoghi ed eventi sono reali e mostrano che quello che non è mai accaduto sarebbe però stato possibile e plausibile. In un serrato contrappunto fra realtà storica e immaginazione, la trama si dipana fra continui echi delle Lettere austeniane sfuggite alle fiamme, citazioni dei capolavori, precisi riferimenti a viaggi, vicende e personaggi storici.

RECENSIONE 

Impossibile non innamorarsi del sentimento che traspare da ogni pagina della corrispondenza immaginaria tra Jane Austen e Tom Lefroy, il suo presunto primo amore, in uno stile senza tempo che Amalia Frontali ha cercare di trasporre nel suo Mia cara Jane

Le Words Edizioni non hanno fatto altro che confezionarle addosso una degna veste per esaltarne il contenuto già prezioso. 

 Il progetto del libro è di riempire i tre anni che vanno dall’iniziale conoscenza tra i due alla fine della loro platonica relazione o almeno quando tra loro si sono del tutto interrotti i contatti, con una corrispondenza intercorsa segretamente. Il garbo con cui l’autrice riesce a delineare la relazione amorosa tra Tom e Jane, cercando di rendere l’insistenza impulsiva di lui e la ritrosia di lei, con lettere e dichiarazioni assolutamente romantiche, conquistano al primo impatto e trasportano in un’altra epoca storica.

Un ottimo retelling, curato nella ricostruzione storica e senza sbavature. Finalmente un derivato che è stato scritto in italiano e che questa volta dovrebbe essere tradotto ed esportato per essere portato a conoscenza dei nostri amici inglesi.

Le lettere qui raccolte, la cui natura romantica -come spiega l’autrice del volume nella “Doverosa premessa”- è solo frutto della sua immaginazione, sarebbero le lettere che Tom Lefroy scrisse a Jane durante tutto il tempo in cui di fatto sono stati separati perché gli incontri, ufficiali o nascosti che fossero, furono davvero molto sporadici.

L’esatto svolgimento però degli eventi salienti tra i due è stata pienamente rispettata e ogni Janeite doc può stare certa che non solo i riferimenti cronologici, ma anche le circostanze collaterali e future riguardanti le loro vite, è stata ampiamente onorata (come ad esempio il riferimento a Livorno dove effettivamente riposano le spoglie degli avi Langlois e Lefroy). E, particolare per nulla trascurabile, ma anzi apprezzabile,  ci troviamo davanti a una prosa talmente elegante e suadente, con giri di frase e circonlocuzioni sillogiche e un lessico aulico che richiamano il perfetto stile austeniano.

L’incipit delle lettere che a poco a poco diventa più confidenziale raggiunge il suo apice nell’intestazione che dà il titolo a questo romanzo epistolare e la puntuale ricorrenza di “Mia cara Jane” dischiude un crescendo di emozioni. 

 Lo stesso finale,  nonostante spoilerato dalla realtà dei fatti, sa essere convincente e un po’ colorato da citazioni e collegamenti letterari trasversali.

Nonostante quelle che leggiamo siano solo le lettere compilate da Tom -che però inspiegabilmente sono sfuggire al rogo censorio di Cassandra?- si percepisce nelle risposte e nel sottofondo, lo stato d’animo ora discreto, ora ammiccante, ora provocante, ora tenero, della corrispondente. I ragionamenti con cui Tom Lefroy cerca di convincere e inchiodare Jane a prendere atto della superiore forza del loro interesse reciproco mostrano una logica ferrea e una sagacia tipiche sì dell’uomo di legge, ma sicuramente anche di un degno interlocutore della nostra, capace di essere all’altezza degli attacchi della sua penna sferzante.

Il ruolo di consulente letterario improvvisato per Tom, dato che quegli anni vedevano le bozze iniziali di Elinor e Marianne e di First Impressions, se da un lato è giustificato narrativamente come segnale indicativo del grado di confidenza raggiunto tra i due, dall’altro permette alla scrittrice del libro di esprimere qualche sua osservazione e opinione sui romanzi.

Dunque le due protagoniste vivono ora di vita propria, ciascuna serrata nel proprio carattere e incapace di abbracciare la visione dell’altra – al più di tollerarla- nonostante l’affetto. Non vi pare che questa sia una forma di chiusura per la vostra opera? Sono certo che condividete con me l’opinione che la virtù sia nel mezzo…

Forse è un bene che Jane sia stata protetta dietro al destinatario delle missive così da preservarla da qualsiasi intrusione non autorizzata, forse è questo il segreto di tanta delicatezza raggiunta nel  risultato complessivo e nella sensazione che questo libro lascia sulla bocca dello stomaco.

Mia cara Jane, parto all’istante, ti scrivo mentre la carrozza già mi attende… Tutto è mutato profondamente intorno a noi, Jane, in quasi vent’anni. Eppure dentro di me nulla è cambiato dalle ultime parole che ti scrissi. 

Romina 

Il piccolo libro di Bridgerton

Titolo: Il piccolo libro di Bridgerton – L’epoca Regency messa a nudo

Autore: Charlotte Browne

Editore: Sonzogno

Traduzione di Elisa Donin

Lunghezza: 173 pagine 

Prezzo: € 12,50

Trama

Le tenute di campagna sono state chiuse e Londra è tornata nel suo pieno, brulicante fervore. Sta per iniziare la stagione. In poche settimane scapoli e debuttanti si giocheranno la possibilità di conquistarsi un futuro felice e un’adeguata posizione. Ogni occasione d’incontro diventa il pretesto per farsi vedere senza mettersi in mostra, per apparire senza ostentare, aderendo a un rigido codice di comportamento che solo i membri dell’élite sanno interpretare. La scelta di un abito, la profondità di un inchino, il movimento di un ventaglio diventano il sottile linguaggio per comunicare inclinazioni e speranze, senza venire meno al decoro. Se anche voi siete tra i milioni di appassionati di Bridgerton, se avete sognato di partecipare alle feste dell’alta società e vi siete interrogati sui rituali di corteggiamento che hanno unito Daphne e il duca di Hastings, questo è il libro che fa per voi. Attraverso le storie dei fratelli Bridgerton, di Penelope e degli altri indimenticabili personaggi, scoprirete gli usi e i costumi dell’epoca e potrete mettervi alla prova con i test che arricchiscono il volume. Spaziando dal galateo ai dettami della moda, dai passi di danza alle leggi non scritte del bon ton, fino ai retroscena della serie tv, queste pagine vi porteranno indietro nel tempo, restituendovi appieno i fasti e i segreti dello sfavillante periodo Regency.

RECENSIONE

Piccola e graziosa guida, molto ben rifinita da un’accattivante grafica, all’Epoca Regency con un riassunto storico, un codice di buone maniere, una raccolta del gergo tipico di quel periodo, pagine rilassanti da colorare, giochi e test improvvisati e ispirati ai personaggi della sfavillante serie tv Bridgerton.

Se è interessante e accurato il quadro dell’epoca tracciato, quanto al contesto di stile di vita e costumi, piacevoli altrettanto sono gli intervalli ludici in cui cimentarsi in fortunose ricerche dell’anima gemella e curiose si rivelano le informazioni strettamente attinenti la serie, la sua realizzazione, oltre che gli approfondimenti storici non sempre scontati.

Si passa da un registro stiloso che strizza l’occhio alla moda stile impero ispirata alla illustre consorte del grande nemico (innominabile) francese, Giuseppina, ai cento modi di annodare la cravatta sfoggiati da Beau Brummel. Se il corteggiamento è un affare terribilmente complicato e delimitato da mille regole e divieti, i test di personalità ci riportano ai giorni nostri con tecniche di conquista e innamoramento sempreverdi.

La colonna sonora riarrangiata, le location, non meno dei giochi di società, l’etichetta, la moda, il linguaggio simbolico del ventaglio per esempio, perfino le personalità di spicco dell’epoca, sono estremamente d’aiuto a inquadrare il contesto epocale e a capire meglio alcune scelte, che a prima vista apparivano azzardate, della produzione.

Un esempio: l’uso delle immagini delle api e delle farfalle abbinate alle due famiglie protagoniste della serie. Sono associate ai Featherington le farfalle, simbolo di incostanza e inaffidabilità e contrapposte alle api, assegnate invece ai Bridgerton, espressione di fertilità e abbondanza e lavoro di squadra.

Consigliatissimo!

Il matrimonio di Miss Billy

Il matrimonio di Miss Billy

Eleanor H. Porter

Edizioni Cignonero

Ultimo capitolo della trilogia autodefinitasi “della saga più assurda”, forse perché è tutto un susseguirsi di malintesi, fraintendimenti, equivoci surreali per farsi del male.

Billy e Bertram sono finalmente sposati ma iniziamo subito male la loro convivenza matrimoniale con i soliti equivoci e pasticci con familiari e amici.

Billy gioca a fare la moglie, si cimenta nei primi esperimenti in cucina come una delle Good Wives, e soprattutto scopre di dover fare esercizi di pazienza e sopportazione in un rapporto del tutto nuovo con il marito, mentre gli altri fanno da cuscinetto.

Miss Billy imparerà la lezione anche questa volta, e non grazie a manuali e trattati di cui gli americani sembra vadano matti (Guida per le giovani spose, Trattato per le buone madri, etc), ma all’amore inesauribile che dirige tutto in direzione di Bertram.

E’ lei stessa a sorprendere quest’ultimo con un’importante osservazione: il matrimonio è come un orologio i cui ingranaggi devono trovare il giusto incastro per poter funzionare bene.

Oggi sono stata a  casa di zia Hannah. Si stava lamentando con il suo orologio -quello che batte mezz’ora avanti- e ho visto tutte quelle ruote, tutti quegli ingranaggi che si incastrano perfettamente gli uni agli altri. Be’, è come il matrimonio. Capisci? Ci sono così tanti piccoli ingranaggi che devono essere aggiustati perché si blocchino, specialmente all’inizio.

Miss Billy, dai facili entusiasmi e trasporti, non sa dosare l’impegno che mette nelle cose ed esagera in ogni questione, che sia di cuore o domestica o persino relativa alla maternità. Anche nella prova più difficile di tutti, quella come madre, cercherà di trovare il giusto equilibrio, non dopo però essere passata per diversi pasticci. La musica è la sua cifra distintiva e credo anche della stessa Eleanor H. Porter.

La trilogia è molto carina e divertente ma la storia è ben esaurita alla fine del terzo volume per cui può considerarsi serenamente e giustamente conclusa.

Sinossi:

Il giorno tanto atteso in casa Henshaw è finalmente giunto: dopo molte peripezie, Billy e Bertram si sono finalmente sposati. Tutto è bene quel che finisce bene. Ma alla Torta il lieto fine è ancora lontano, e quando si tratta di Billy i pasticci sono sempre in agguato: la ragazza, così piena di talento per la musica, è completamente negata per la vita coniugale e decisamente pericolosa ai fornelli.

C’è bisogno di qualcuno che l’aiuti, ma chi avrà mai il coraggio di affiancarsi a un simile terremoto?