Archivio | giugno 2022

Compiuta Donzella

Compiuta Donzella è il nome con cui viene indicata la prima poetessa fiorentina a comporre versi in volgare toscano, vissuta nel XIII secolo.

Appartenente, infatti, alla Scuola toscano-siciliana di lei sono rimasti 3 soli sonetti, composti nello stile provenzale passato per l’esperienza della Scuola siciliana di Federico II poi diffusasi nei vari comuni italiani e in particolare in quelli toscani.

Se di questa corrente poetico-letteraria sono più famosi esponenti i nomi di Guittone d’Arezzo e Bonagiunta Orbicciani, studiati sui libri di scuola, bisogna fare posto tra le loro fila anche a questa valente signora che non sfigura di certo.

Compiuta Donzella

Donna Compiuta

È lo stesso Guittone che a lei si riferisce i n una delle sue lettere indirizzandole la sua quinta epistola e ritornando più volte secondo un gioco etimologico a lui caro sul termine Compiuta

“Soprapiacente donna, di tutto compiuto savere, di pregio coronata, degna mia Donna Compiuta, Guitton, vero devotissimo fedel vostro, de quanto el vale e po’, umilmente se medesmo raccomanda voi”.

È lecito quindi pensare che Compiuta Donzella fosse di nobili origini e avesse beneficiato di un’ottima istruzione che le aveva aperto le porte delle raffinatezze della musica e della poesia.

È uno pseudonimo?

Per rintracciarne la vera identità sono state fatte molte ipotesi, dato che lo pseudonimo usato poteva essere riferito a qualsiasi ragazza nubile piena di tute le virtù (letteralmente) sebbene va considerato che il nome Compiuta fosse largamente usato a Firenze e Donzella  un cognome attestato in Toscana e in Sicilia nel Medioevo.

Di certo la necessità di ricorrervi forse si deve al timore di esporre il suo vero nome a un pubblico non incline a dare la parola al gentil sesso in un contesto socioculturale del tutto sfavorevole.

Compiuta Donzella

Non ho desio né voglia

Il sonetto A la stagione che ‘l mondo foglia e fiora di Compiuta Donzella raggiunge un’armonia stilistica e tematica che prefigura le liriche petrarchesche.

«A la stagion che ‘l mondo foglia e fiora
acresce gioia a tut[t]i fin’ amanti:
vanno insieme a li giardini alora
che gli auscelletti fanno dolzi canti;

la franca gente tutta s’innamora,
e di servir ciascun trag[g]es’ inanti,
ed ogni damigella in gioia dimora;
e me, n’abondan mar[r]imenti e pianti.

Ca lo mio padre m’ha messa ‘n er[r]ore,
e tenemi sovente in forte doglia:
donar mi vole a mia forza segnore,

ed io di ciò non ho disìo né voglia,
e ‘n gran tormento vivo a tutte l’ore;
però non mi ralegra fior né foglia.»

La “malmaritata”

Il tema della poesia è quello di una ragazza data in sposa dal proprio padre a un uomo che non ama. Il sonetto è costruito sul contrasto tra la bella stagione in cui gli innamorati possono dare sfogo al loro sentimento e la infelice situazione di forzatura in cui si trova la poetessa che le procura un continuo tormento.

Gli altri due sonetti…

Le altre poesie  di Compiuta Donzella sono Lasciar vorria lo mondo e Dio servire, dove emerge il contrasto fra il suo proposito di diventare monaca e quello del padre deciso ad obbligarla a contrarre matrimonio, e Ornato di gran pregio e di valenza, dedicato al poeta Chiaro Davanzati.

Compiuta Donzella
La rivalutazione romantica

Il critico Francesco De Santis nella sua Storia della letteratura italiana favorisce la valorizzazione di Compiuta Donzella e se i suoi tre sonetti rimasti sono raccolti nel Codice Vaticano Latino 3793, la maggiore raccolta di liriche italiane che si estende dalla Scuola Siciliana promossa da Federico II di Svevia agli autori pre-stilnovisti non può essere solo un caso, anzi!

Miss Billy di Eleanor H. Porter

Miss Billy

Eleanor H. Porter

Traduzione di Federica Franceschelli

Edizioni Cignonero

Nel primo libro della trilogia facciamo la conoscenza della protagonista che ne ispira i titoli.

Billy è, a dispetto del nome maschile, un’incantevole fanciulla che si affaccia alla soglia della giovinezza. Rimasta orfana, chiede ospitalità a un vecchio amico di suo padre ma il suo nome innesca una serie di equivoci sin da subito, a partire dalla sua identità.

Nello strano e improbabile menage tra tre uomini, una ragazza, una zia chaperon e una sorella impicciona i malintesi continueranno a complicare i già difficili equilibri venutisi a creare all’interno di quella stramba casa che i suoi stessi inquilini chiamano La torta!

Come in Sabrina di Audrey Hepburn, anche Billy sboccerà alla primavera della sua vita e ai problemi di convivenza si aggiungeranno quelli di cuore.

Complicazioni e malintesi movimenteranno le sue vicende sentimentali in questo primo finale.

Billy, rimasta sola, continuò a suonare, ma con una differenza. Le note scatenate si trasformarono in una strana melodia che si alzava e si abbassava in una squisita armonia nata dagli accordi più gravi. Billy stava improvvisando adesso, e nella sua musica si percepiva l’antica malinconia e la speranza di quando aveva visto quella casa per la prima volta, quando era solo un’orfanella in cerca di una famiglia. La melodia continuò ancora per un poco, poi con una note stonata Billy si allontanò dal pianoforte.

Una vera e propria commedia romantica e brillante, in perfetto e genuino stile americano.

Sinossi:

William Henshaw ha quarant’anni, è vedovo e vive in una grande villa insieme ai suoi fratelli minori, entrambi scapoli impenitenti: il gelido e sarcastico Cyril, pianista di fama internazionale, e Bertram, scapestrato pittore ribelle.
La loro vita scorre tranquilla e appagante, finché William non riceve una lettera: Billy, il figlio mai conosciuto di un caro amico d’infanzia, è rimasto orfano. Ha bisogno di un posto dove stare e di una famiglia, e l’unica persona a cui può rivolgersi è proprio William, l’uomo al quale deve il suo nome.
William Henshaw non può rifiutare una così accorata e straziante richiesta d’aiuto, soprattutto se arriva dal figlio del suo caro amico ormai morto, di cui non però non ricorda neppure l’esistenza. Non resta allora che avvertire Cyril e Bertram e preparare le stanze per l’arrivo di Billy.
C’è solo un piccolo problema: nessuno di loro ha ancora capito che Billy, in realtà, è una ragazza.

«Chi non avrebbe pensato che fosse un ragazzo?» s’intromise Cyril. «Si chiama Billy! Riesci a dirmi per quale motivo un uomo sano di mente chiamerebbe una ragazza Billy?»

Eleanor H. Porter, già acclamata autrice di Pollyanna, disegna dei personaggi forti e indimenticabili, una commedia degli equivoci romantica e frizzante, che sorprende e si legge d’un fiato.

Gentleman Jack – La vita di Anne Lister diventa un serial

La serie TV Gentleman Jack ci racconta la storia e gli amori di Anne Lister.

Il sottotitolo: “Nessuna mi ha mai detto no”, lo suggerisce, in effetti.

Realizzata dalla BBC nel 2019, viene trasmessa su La Effe in otto episodi della durata di circa 60 minuti.

Anne Lister viene definita in tanti modi, diarista, viaggiatrice, proprietaria terriera, ai quali si aggiunge quello di essere considerata la prima lesbica moderna per aver contratto il primo matrimonio tra due donne nella storia del Regno Unito.

Un matrimonio simbolico ovviamente, senza valore legale, ma comunque con un’intenzione ben precisa.

anne lister gentleman jak

(c) Calderdale Metropolitan Borough Council; Supplied by The Public Catalogue Foundation

Anne Lister – chi era

Vissuta nel primo Ottocento (1791-1840) questa donna singolare e coraggiosa si guadagnò il soprannome di Gentleman Jack proprio per l’audacia con cui si condusse negli affari e nella sua vita sentimentale.

Baciata dalla fortuna che le ha permesso di ereditare la tenuta di Shibden Hall dallo zio, (rimasta di sei figli la maggiore, dopo la morte di 4 fratelli maschi), gode anche della libertà necessaria per viaggiare, occuparsi della proprietà e delle miniere e assecondare i suoi sentimenti e le sue pulsioni verso il gentil sesso.

Quando rientra da uno dei suoi soggiorni all’estero – da Parigi dove si reca spesso, anche se non disdegna mete più avventurose (i Pirenei, le Alpi)-, conosce Anne Walker la donna con la quale inizierà una relazione stabile e pronuncerà un vero e proprio giuramento d’amore nella Holy Trinity Church a York, dove oggi è affissa una targa commemorativa.

Sulla targa c’è anche un curioso aneddoto perché la città di York inizialmente aveva deciso di commemorare la memoria di Anne Lister con una targa blu profilata con i colori dell’arcobaleno, poi però venne criticata proprio per l’assenza di riferimenti all’omosessualità.

Fu quindi sostituita con una specifica iscrizione che afferma a scanso di equivoci: “Anne Lister (1791-1840) di Shibden Hall, Halifax, Lesbica e Diarista; ricevette i sacramenti qui per suggellare l’unione con Ann Walker, Pasqua 1834”.

Anne Lister – fuori dagli schemi

Ciò che rende anticonvenzionale Anne Lister non sono le sue inclinazioni sessuali, che le numerose relazioni saffiche intrecciate non renderebbero insolite, né tantomeno che adottasse di vestire di nero come habitus mentale, ma il suo vivere alla luce del sole la sua natura diversa, scelta questa che la portò a essere oggetto anche di comportamenti omofobi molto spinti.

Lungi dal conoscere il senso di colpa, Anne si considerava nella sua diversità frutto di un progetto divino come qualsiasi essere umano e come tale chiamata ad assecondarlo e viverlo apertamente, anche dal punto di vista religioso.

Le particolarità di Anne non sono ancora finite perché tra i suoi primati vanno annoverate le 7.720 pagine di diario, corrispondenti a 4 milioni di parole, che ha compilato durante tutti gli anni della sua vita, purtroppo breve. Alla sua morte consistevano in tutto in ben quaranta quaderni di cui 14 dedicati ai viaggi, e sono oggi stati inseriti nel programma Memoria del Mondo dell’Unesco.

anne lister gentleman jak

I diari di Anne e i codici segreti

Poiché un sesto di questi diari erano crittografati secondo un complicato codice basato sull’algebra e il greco antico, dal cui mondo Anne fu sempre affascinata, fu proprio uno dei suoi eredi, John Lister, a scovarli dietro a una parete di Shibden Hall, decifrarli e poi a decidere di riporli dove li aveva trovati, invece di distruggerli, come gli era stato consigliato da un amico.

Consultati negli anni Trenta dalla figlia del bibliotecario di Hallifax e più tardi da due studiose, vengono portati alla luce in maniera integrale solo nel 1983 da Helena Whitbread, dopo la depenalizzazione in Inghilterra dell’omosessualità.

I diari hanno un duplice valore: da un lato scandagliano l’animo umano, il sentimento omosessuale, il desiderio di conquista, dall’altro rappresentano una doviziosa e precisa ricostruzione storica del contesto sociale in cui è vissuta Anne Lister divenuta per questo anche involontaria testimone di un’epoca.

La serie Gentleman Jack

Ambientata nel 1832 ad Halifax e basata sui suoi diari originali, la serie è stata ritenuta molto rispondente, la stessa sceneggiatrice ha ammesso che il personaggio di Anne Lister è una vera e propria manna su cui poter lavorare trattandosi di “uno dei personaggi femminili più eccitanti, appassionanti e brillanti della storia britannica” che la protagonista Suranne Jones ha saputo interpretare al meglio. Sono particolarmente riusciti e calzanti con il personaggio gli inserimenti della regia quando stacca sul primo piano di Anne che si rivolge direttamente alla telecamera.

anne lister gentleman jack

Uno dei diari criptati di Anne Lister. Fonte: https://www.annelister.it/i-diari-di-anne-lister

Recentemente è stata pubblicata una biografia in italiano, curata da Angela Steidele, “Nessuna mi ha mai detto di no. I diari segreti di Anne Lister”, Somara! Edizioni, 2020, di cui si riporta un passo dell’introduzione curata da Margherita Giacobino:

“Anne Lister sfida le leggi sociali del suo tempo e lo fa apertamente, nei modi, negli abiti, nel rifiuto del matrimonio e dei cliché della femminilità e, segretamente, con una impressionante serie di avventure amorose con donne. Nata nel 1791 ad Halifax, Anne Lister è contemporanea delle eroine di Jane Austen, ma vive la vita di una donna libera e di una lesbica sicura di sé, in un’epoca in cui le due cose non erano neppure pensabili. (…) Lucida, travolgente, sensuale e spesso senza scrupoli, Anne Lister unisce alla passione erotica quella della scrittura diaristica. I suoi diari sono un documento prezioso sulla vita quotidiana nell’Inghilterra del Nord, sui paesi inesplorati dei suoi viaggi, e soprattutto sul più sconosciuto e negato dei territori, il corpo e la sessualità delle donne.”

Il sito Italiano

Esiste un sito italiano su cui è possibile documentarsi, scoprire tutto e di più su Anne Lister, sui suoi scritti e i suoi viaggi, davvero completo che vi invito a visitare e dove viene compiuta un’analisi serrata e puntualissima delle corrispondenze tra serie tv e biografia. Una vera miniera d’oro di informazioni!!! Seguitelo!

https://www.annelister.it/home

https://www.annelister.it/la-vita-di-anne-lister

https://www.annelister.it/i-diari-di-anne-lister

https://www.laeffe.tv/magazine/la-straordinaria-vita-di-anne-lister-per-la-prima-volta-in-una-serie-evento

Henry Wadsworth Longfellow

Henry Wadsworth Longfellow è uno dei più importanti poeti americani, ma la sua è una fama conquistata a livello internazionale, tale era il raggio d’azione della sua opera scritta e di studio. Si distinse per aver promosso in America lo studio di Dante e della Divina Commedia di cui fondò un omonimo circolo culturale (La Dante Society), curò la prima edizione in inglese nel 1867 (grazie alla quale Dante divenne popolare negli Stati Uniti) ed è l’unico ad avere un busto commemorativo nel cosiddetto Angolo dei Poeti all’interno della Cattedrale di Westminster. Longfellow, Nathaniel Hawthorne, Ralph Waldo Emerson, Henry David Thoreau, Oliver Wendell Holmes e William Prescott furono alcune delle grandi menti e spiriti che alimentarono la fioritura del New England nel periodo che va dal 1815 al 1865.

Ma andiamo per ordine.

Henry nasce il 27 febbraio 1807 a Portland, nel Maine, suo padre è avvocato, il nonno materno è stato generale durante la guerra di indipendenza.

Viene mandato a scuola sin dall’età di tre anni, frequenta la Portland Academy dove si distingue per la sua passione per lo studio e per il latino e comincia a comporre il suo primo poema di carattere storico-patriottico The Battle Of Lovell’s Pond.

A quindici anni si iscrive al college di Brunswick insieme al fratello Stephen: qui incontra Nathaniel Hawthorne che sarà suo amico per tutta la vita e continua a coltivare il suo amore per la letteratura in prosa e in versi.

“Ogni lettore ha il suo primo libro”, ha scritto Longfellow in seguito. “Voglio dire, un libro tra tutti gli altri che nella prima giovinezza affascina per la prima volta la sua immaginazione e allo stesso tempo eccita e soddisfa i desideri della sua mente. Per me, il primo libro è stato lo ‘Sketch Book’ di Washington Irving.”

 Pare che uno dei professori del College sia stato così colpito dalle sue traduzioni di Orazio da offrire al giovane Longfellow un tour in Europa proprio per studiare meglio francese, italiano e spagnolo. Va detto a onor di cronaca, che suo padre era nel consiglio di amministrazione del college e suo nonno ne era stato uno dei fondatori.

Il viaggio del poeta diciannovenne inizia nel maggio 1826 e dura tre anni dopo aver toccato Francia, Spagna, Italia, Germania e Inghilterra.

Ecco una poesia dedicata ad Amalfi:

Dolce il ricordo nel mio cor discende

Del bel paese ch’oltra il mar si stende;

Dove si scontran le montagne e l’onde,

Dove in mezzo al calor che si diffonde,

Siede tra’ gelsi Amalfi, e i bianchi piedi

Nella calma del mar bagnar la vedi.

Al suo ritorno inizia la carriera di professore di lingue moderne presso lo stesso College dove aveva studiato, anche se il padre avrebbe voluto che diventasse avvocato.

Il 14 settembre 1831 sposa Mary Storer Potter, un’amica d’infanzia di Portland che al suo ritorno aveva rivisto in chiesa rimanendo molto colpito dalla sua bellezza. Purtroppo, la donna morì 4 anni più tardi per un aborto spontaneo trascurato, al sesto mese, quando aveva soli 22 anni mentre erano in viaggio all’estero: si trovavano a Rotterdam in quella circostanza.  

Tre anni dopo Longfellow scriverà “Footsteps of Angels” ispirandosi alla loro storia d’amore e anche il poema “Mezzo Cammin” esprime il proprio dolore per la perdita subita.

Rimasto solo e in compagnia del suo dolore Longfellow Longfellow inizia ad insegnare ad Harvard, e si trasferisce a Cambridge per abitare vicino al campus nella casa dove rimarrà tutta la vita e che diventerà un museo dopo la sua morte.

La sua poesia rivoluzionaria, “A Salm of Life”, pubblicata sulla rivista Knickerbocker di New York e ristampata sui giornali di tutto il paese, mobilitò tutta una generazione di lettori con le sue esortazioni inebrianti:

La vita è reale! La vita è seria!
E la tomba non è il suo scopo;
Polvere sei, polvere ritorni,
Non si parlò dell’anima.
Non godimento, e non dolore,
è il nostro fine o modo predestinato;
Ma agire, che ogni domani
ci trovi più lontano di oggi.

A Cambridge il professore Longfellow fa parlare di sé come figura romantica, con i suoi capelli fluenti, i guanti gialli e i panciotti a fiori; ritorna a scrivere e nell’autunno del 1839 pubblica Hyperion, un libro di racconti di viaggio che parlava dei suoi tour all’estero.

Longfellow inizia a corteggiare Frances “Fanny” Appleton, figlia di un ricco industriale di Boston. All’inizio la ragazza non è interessata, ma Longfellow è molto determinato. Durante il corteggiamento compie spesso il tragitto da Harvard alla casa di lei a Boston a piedi, passando per il Boston Bridge che poi prenderà il suo nome. In questo periodo

Dopo ben sette anni Fanny capitola e quando Longfelllow riceve il suo biglietto in cui gli scrive che accetta di sposarlo, troppo agitato per prendere una carrozza, si precipita fino alla casa di lei con una camminata di ben 90 minuti.  I due si sposano poco dopo, è il 1843. Nathan Appleton acquista per loro Craigie House come regalo di matrimonio

Il matrimonio fu felice e allietato dalla nascita di sei figli: due maschi e quattro femmine, private della piccola Fanny jr che non sopravvive, il poeta ci lascia queste descrizioni in “The Children’s Hour”: “Alice grave e Allegra ridente ed Edith dai capelli d’oro”.

Craigie House diventa il centro della vita culturale di Cambridge, il luogo dove i giovani universitari si ritrovano per giocare con i piccoli Longfellow e beneficiare della stimolante personalità del loro professore.

Longfellow però, si ritira dall’insegnamento nel 1854 per dedicarsi esclusivamente alla scrittura.

Longfellow passò diversi anni a tradurre la Divina Commedia di Dante Alighieri. Per farsi aiutare a perfezionare la traduzione e correggere le bozze, invitava gli amici a incontri settimanali ogni mercoledì, iniziando nel 1864.[48] Il “Dante Club”, com’era chiamato, includeva William Dean HowellsJames Russell LowellCharles Eliot Norton e altri ospiti occasionali.

La sua vita coniugale però è tristemente destinata a essere funestata: una sera dei primi di luglio 1861 la moglie Fanny sta chiudendo le ciocche di capelli di bambini in alcune buste usando la ceralacca: non è chiaro il motivo per cui il suo vestito prese fuoco; il marito si svegliò e corse a portarle soccorso cercando di spegnere le fiamme prima gettandole addosso un tappeto e poi con il suo corpo.

u chiamato d’urgenza un dottore. La donna alternò stati di lucidità ed incoscienza per tutta la notte e le venne somministrato dell’etere. Il mattino seguente morì poco dopo le 10, dopo aver chiesto una tazza di caffè. Longfellow, cercando di salvarla, si era ustionato in modo così serio da non poter partecipare al funerale. Le ferite sulla faccia erano così gravi da indurlo a smettere di radersi, e da quel momento la sua barba divenne una sorta di segno distintivo. Devastato dalla morte della donna, Longfellow non si riprese più ed occasionalmente ricorreva a laudano ed etere per gestire la situazione Espresse il suo dolore nel sonetto The Cross of Snow (1879), scritto per commemorare la tragedia diciotto anni più tardi.

Gli anni successivi furono pieni di onori. Gli furono conferite lauree honoris causa nelle grandi università di Oxford e Cambridge, invitato a Windsor dalla regina Vittoria e chiamato su richiesta dal principe di Galles. Fu scelto come membro dell’Accademia Russa delle Scienze e dell’Accademia Spagnola.

Nel marzo del 1882, Longfellow si mise a letto con un grande mal di stomaco. Sopportò il dolore per alcuni giorni aiutandosi con dell’oppio, prima di morire, circondato dalla famiglia, venerdì 24 marzo 1882. È sepolto insieme alle due mogli al Mount Auburn Cemetery di Cambridge, Massachusetts.

Il New-Yorker lo definì “uno dei pochi del nostro tempo che è riuscito con successo a portare la poesia al suo uso migliore”. Il Southern Literary Messenger posizionò Longfellow immediatamente “tra i primi poeti americani”.la rapidità con cui i lettori americani abbracciarono Longfellow non ha paragoni in tutta la storia letteraria dell’America, nel 1874 arrivava a guadagnare 3000 dollari a poesia. durante gli ultimi due decenni della sua vita, ricevette spesso richieste di autografi da sconosciuti, a cui rispose sempre.

Dai colleghi era apprezzato ma con riserva: Edgar Alla Poe prima gli tributò la sua ammirazione salvo poi successivamente accusarlo di plagio, altri come Margaret Fuller e Walt Whitman gli rimproveravano troppo l’imitazione delle forme europee, caratteristica che invece lo faceva amare a Lucy Maud Montgomery che lo cita spesso nei suoi romanzi e il cui volume di poesie acquistò con i suoi primi guadagni.

Le parole di una certa signora Julia Willard, ne danno la misura: “Le tue bellissime poesie sono state un riposo, una benedizione, una benedizione dolce, pura e calmante per me da quando ho imparato a  le ho lette negli anni della mia infanzia”.

Del resto, Longfellow si prefiggeva di parlare in modo semplice e sommesso adottando come motto personale una frase latina, Non clamor sed amor, mutuata da un poema anonimo da lui stesso tradotto: “Non sonorità ma amore”. La sobrietà era la caratteristica che il suo amico Hawthorne apprezzava di lui.

La biografia firmata dal fratello Samuel contribuì a creare di lui il mito di un’anima poetica, gentile e placida, in realtà soffriva di frequente di nevralgia e conduceva una vita molto ritirata fino a diventare famoso, negli ultimi anni, per essere addirittura asociale e l’evitare di uscire da casa.

I Heard the Bells on Christmas Day (in italiano Ho sentito le campane il giorno di Natale) è una canzone natalizia, basata sulla poesia Christmas Bells, scritta dallo statunitense Henry Wadsworth Longfellow (18071882) nel 1863, nel pieno della guerra civile americana. La poesia fu composta il 25 dicembre di quell’anno e ispirata dalle condizioni del figlio, Charles Appleton Longfellow, a letto convalescente dopo essere stato ferito nella Battaglia di New Hope Church, nel corso della guerra civile americana.

La poesia è stata successivamente musicata da numerosi autori con l’aggiunta di differenti melodie ed il brano è stato interpretato da vari cantanti, come Bing Crosby e Frank Sinatra ma il primo a mettere il testo in musica fu, nel 1870, l’organista inglese John Baptiste Calkin.

Ho sentito le campane, per Natale,
suonar le loro vecchie càrole consuete
e ripetere, dolci e libere, le parole
di pace sulla terra, di buona volontà per gli uomini.

…E, disperato, ho chinato la testa
“Non c’è pace sulla terra”, ho detto,
“Perché l’odio è troppo forte e si fa gioco del canto
di pace sulla terra, di buona volontà per gli uomini”.

Poi da ogni bocca nera e maledetta
il cannone tuonò nel Sud,
ed in quei rombi annegaron le càrole
di pace sulla terra, di buona volontà per gli uomini.

…Allora le campane hanno rintoccato più forte e profondo:
“Dio non è morto, e non dorme;
Il male fallirà, il bene prevarrà
con pace sulla terra, con buona volontà per gli uomini”.

http://www.hymnsandcarolsofchristmas.com/Hymns_and_Carols/Biographies/henry_wadsworth_longfellow.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/I_Heard_the_Bells_on_Christmas_Day

https://www.nps.gov/long/learn/historyculture/henry-wadsworth-longfellow.htm

Marigold di Lucy Maud Montgomery

Marigold ha lo straordinario potere di vedere l’anima delle cose e come le altre eroine, alter ego di Lucy Maud Montgomery Anne, Emily, Pat, Jane, La ragazza delle storie, tutte loro possiedono il potere taumaturgico di dare un’interpretazione speciale ai fatti più comuni della vita.

Una creatura speciale, semplice e spontanea, che si affaccia senza malizia ai misteri della vita e coglie il buono di tutte le cose e le persone.

Forte delle certezze incrollabili dei suoi affetti, protetta dal calore della Nuvoletta fra gli abeti, Marigold è ansiosa di conoscere il mondo, curiosa di amare la sua gente, restia a fare sconti a che non lo merita, selettiva nelle sue amicizie e facile a infiammare il suo animo. Una di quelle bambine dallo spirito eletto, scelta dalle fate per dischiudere i segreti del loro regno incantato. La bimba dal cuore esultante.

Lucy Maud Montgomery ci delizia con descrizioni incantevole e poetiche della baia, del bosco, di tramonti azzurrini e albe rosate.

Le stelle venivano fuori a una a una nel cielo azzurro e Marigold si divertiva aspettandole. Si ricordava della prima volta che vi aveva fatto attenzione. … Che bella stagione la primavera! Il golfo era di un azzurro smagliante, il giardino tutto coperto di violette, e la sera un tessuto argenteo di stelle. Però anche le altre stagioni erano piacevoli. L’estate con le sue fragole che arrossavano le aiuole, e la pioggerella così dolce nelle piccole coppe delle rose selvatiche, e la falce di luna nuova e di quella piena più tardi, che danzava fra il il fogliame degli alberi; e i campi di margherite, lungo i ruscelli che parevano i neve! Com’era bella anche l’estate!

Certamente il preferito era l’autunno, perché allora spirava il vento caro a Marigold, e tutte le cime degli alberi si inchinavano al suo passaggio, e le foglie mormoravano fra loro dolcissime cose, e quelle gialle cadevano là, vicino al cancello, dove al mattino si vedeva la brina scintillare e liquefarsi al sole…

Per Marigold il mondo è interessante e mai noioso e tanto basterebbe a impartirci una bella lezione.