No, non vi immaginate il solito manuale di consigli di pseudo-amore, di taglio americano per intenderci (del tipo, Come sposare un milionario o Cosa farebbe Jane[1]), ma un simpatico memoir autobiografico che dosa riferimenti alle opere di Jane Austen (e in particolare del suo romanzo più famoso) e considerazioni attualissime, legate alla vita e alle relazioni interpersonali della stessa autrice.
Il progetto editoriale della collana a cui questo libro appartiene si chiama PassaParola e si prefigge lo scopo di parlare: Da una lettura a una vita: gli scrittori italiani raccontano del mondo e di sé partendo da un libro.
Ed è esattamente quello che ha fatto Annalisa De Simone, riuscendovi brillantemente. Partiva assai avvantaggiata, va detto, perché avendo scelto di parlare di sé attraverso un libro di Jane Austen, la mia attenzione ne è stata subito catturata.
L’ho iniziato con molto scetticismo, devo ammetterlo, ma mi ha convinto subito invece per lo stile dinamico e referenziato che lo caratterizza e lo rende estremamente interessante. Non solo ho ritrovato opportuni i passi e le situazioni citati, ma anche le osservazioni e le relazioni stabilite in base a essi. Divertenti e acute le svelate debolezze e le aspirazioni della natura umana, oggi come allora, alla luce degli insegnamenti immortali di Orgoglio e Pregiudizio.
La vita moderna e i rapporti tra le persone sono assai complicati ma per dirimere dubbi e incertezze perché non fare ricorso a chi ha scandagliato l’animo umano con acume e ironia da più di duecento anni in modo estremamente attuale?
Fateci caso. Ieri come oggi, nella vita di ognuno i fatti sono meno numerosi delle interpretazioni. Questa è quella che definiamo realtà… ma questa è un’indicazione sempre troppo vaga. Come chiunque. Elizabeth si trova sospesa fra due poli che si intersecano. Vivere la realtà e, insieme, interpretarla.
È qui la sua parabola.
Ed è qui che risiede la sua universalità.
Lizzie è poi così lontana dalle speranze e aspettative di una ragazza oggi?
Dalla prima all’ultima pagina, Elizabeth si muove dietro alla convinzione che il suo intuito sia frutto di una buona perspicacia. Pensa di sapere tutto di tutti e puntualmente sbaglia. In questo, è la parodia dell’eroina perfetta. Invece di innamorarsi a prima vista del principe, lei lo detesta, invece di detestare il cinico avventuriero, lei gli corre dietro. Si fida ciecamente di sé e dei suoi giudizi. E tuttavia, a dispetto di quanto si dica, le prime impressioni non sono sempre le più attendibili.
Nei romanzi, come nella vita.
Leggere questo libro è stata l’occasione per guardare le opere di Jane Austen da un altro punto di vista, che non è solo la prospettiva dell’autrice, ma diventa uno sguardo generale sugli insegnamenti desumibili dalla sua scrittura realista e disincantata.
Tutte le storie di Jane Austen sono delle fiabe, eppure nulla è così lontano dall’afflato romantico di un romanzo d’amore. È qui che le cose si complicano, nell’ombra di un realismo che ha a che fare più con il senso pratico che con il cuore. A guardare ogni storia in profondità, non c’è illusione che regga. Semmai è di casa il disinganno, o addirittura un lieve cinismo.
Sinossi:
Come ci si trasforma in persone adatte al mondo, capaci di capire se stesse, di capire gli altri, capaci di amare qualcuno e di essere amate? Come si sopravvive a un abbandono? E come si governa una perdita? Soprattutto, cosa significa essere liberi? Le risposte che Annalisa De Simone immagina attraverso i romanzi di Jane Austen e le sue eroine – Lizzy Bennet, Fanny Price, Anne o Emma –, attraverso gli eroi delle sue storie e gli antieroi – come Mr Darcy e George Wickham –, hanno a che fare con la misura dell’essere adulti: inciampare per poi ricredersi dei propri errori, subire lo sguardo impietoso degli altri, che sempre precede uno stato di coscienza, e imparare a cavarsela fra i pieni e i vuoti della vita. Se pure non si può ambire al “vissero felici e contenti”, che si trovi almeno un piccolo – anche fugace – rimedio al tran tran malinconico in cui vanno a immergersi i nostri giorni, perché è fra il sempre e il mai che scorre la vita di ognuno di noi. Con uno sguardo profondo, una scrittura agile e aneddoti esilaranti, Annalisa De Simone, giovane scrittrice, racconta la sua passione vecchissima per Jane Austen.
[1] What would Jane do, il mantra del film Jane Austen Book Club