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Il Duca di rose e di spine di Valentina Piazza

Titolo: Il Duca di rose e di spine

Autore: Valentina Piazza

Editore: Self Publishing

Serie: Wonderland Series – Romanzi Vittoriani Vol. 4 

Lunghezza: 412 pagine

Trama

Londra, 1884.

Archibald Douglas Campbell, ottavo duca di Argyll, ha un temperamento orgoglioso, freddo e altero, da vero Highlander. Signore del castello di Inveraray, in Scozia, è uno scapolo impenitente e profondamente misogino, consapevole però di dover trovare una moglie.

Lady Millicent Eglantine Herbert è la scelta sbagliata sotto diversi punti di vista. Per prima cosa, ha la lingua troppo lunga, non rispetta l’etichetta e, inoltre, pare che abbia eletto Archibald al ruolo di suo peggior nemico.

Ma cosa accadrebbe, se quella stessa ragazza fosse l’unica in grado di incendiare il cuore del duca?

Cosa capiterebbe se i due, dopo liti e battibecchi, si scambiassero un bacio sconvolgente?

E, soprattutto, di fronte a un neonato abbandonato, cosa potrebbe mai fare un povero duca infatuato, se non prenderlo con sé e trovare una moglie e una madre adatta a crescerlo?

Un matrimonio combinato tra Milly e il duca parrebbe essere la soluzione a tutti i problemi, ma l’amore, in un modo o nell’altro, riesce sempre a sconvolgere anche i piani meglio congegnati.

Volume autoconclusivo della Serie Wonderland.

Altri titoli:

I segreti di Wonderland Hall

Il Duca e la Colomba

Nel Cuore del Marchese

RECENSIONE

Dice un adagio: “Non c’è rosa senza spine”, e il Duca di Argyll così impenetrabile e affascinante ne racchiude entrambi gli aspetti.

O meglio, come viene spiegato a Milly,

“Voi siete la rosa, il duca la spina, il cardo… All’apparenza diversi ma, nella sostanza, simili. Anche le rose, come i cardi, hanno le spine…”

Il Duca e Millicent quindi sono fatti l’uno per l’altra, sono molto simili, due caratteri spinosi, forti, anche se all’apparenza molto diversi.

Non c’è niente di peggio che un matrimonio combinato per uccidere sul nascere un amore e Millicent che prova una irresistibile attrazione per il Duca di Argyll ne è convinta da sempre. Allo stesso tempo non riesce a dare il nome a quello strano sentimento che le fa sobbalzare il cuore quando il Duca la guarda o le sorride.

In questo caso l’unione matrimoniale, anche se frutto di un accordo, non si basa su motivi di interesse ma su un piccolo neonato abbandonato a cui i due, entrambi d’animo buono e generoso, decidono di dare una famiglia. Siamo di fronte a uno scenario molto diverso, la storia declina infatti verso strade che aggradano una sensibilità spiccata e moderna, mostrando aspetti inusuali delle dinamiche della vita di coppia.

Millicent però deve imparare a tacere perché con il suo piglio e le sue battute sagaci rischia di smorzare anche gli approcci del Duca che da parte sua, non è molto incisivo. Ben presto capisce che sotto a quel suo cipiglio algido e austero, il Duca ha un buon cuore e un animo altruista.

L’amore non sempre si manifesta al primo incontro o al primo sguardo anche se instaura sin da subito una elettricità palpabile. È bello vederlo crescere e crepitare pagina dopo pagina e indovinarne insieme ai protagonisti il sorprendente disvelarsi.

Le avventure e le prove a cui saranno sottoposti i due protagonisti ne daranno ampia manifestazione.

“L’amore spesso si serve di tutte le strade che riesce a trovare, anche le più impervie”.

Mi sembra l’invito ideale per augurarvi buona lettura!

Janie – Macaron e una tazza di tè di Giulia Masini

Titolo: Janie – Macaron e una tazza di tè – Vol. 1

Autore: Giulia Masini

Editore: Self Publishing 

Genere: Romance Historical 

Editing a cura di Antonella Monterisi

Trama

Inghilterra 1865.

Janie Hamilton ha appena iniziato la sua Stagione, quando scopre che a breve la madre sposerà Anthony Carter, conte di Rochester, e che si trasferiranno in un paesino sperduto del Kent. Nel giro di due settimane, Janie si ritrova catapultata in un incubo. Lontana da Londra, dalle sue amiche più care e soprattutto lontana dal conte di Orford, il quale sembrava seriamente intenzionato a chiederle la mano. Come se tutto ciò non bastasse, la famiglia Carter si dimostra ben diversa dagli aristocratici a cui lei è abituata. Sono chiassosi, trattano la servitù come parte della famiglia, non sanno cosa sia la discrezione e si prendono confidenze inopportune che la ragazza non riesce a tollerare. Inoltre, l’impatto con i figli del conte non è dei più rosei: Sophia, la maggiore, nutre nei confronti di Janie una profonda avversione; la minore, Anika, la considera già una sorella, e la sua presenza si rivela asfissiante. Ma è con l’unico figlio maschio del conte che Janie ha lo scontro peggiore. Reed Carter è sfacciato, dispettoso e non ha idea di cosa sia il senso del pudore. Inoltre, la irrita di continuo con atteggiamenti provocatori.

Possono due anime così diverse trovare un punto d’incontro? E se il destino allungasse un piede per far loro uno sgambetto?

romanzo autoconclusivo

Cosa dicono di questo romanzo…

“un romanzo leggero e divertente”

“se volete trascorrere qualche ora di spensieratezza questo libro fa per voi”

“spassosissimo, a tratti esilarante”

“una storia divertente ironica e romantica”

“se cercate una lettura con un mix di divertimento e sentimento questa è la storia giusta”

RECENSIONE

Molto simpatica l’ouverture sul gruppo di amiche di Janie & co. e le loro chiacchiere allegre che vivacizzano subito l’atmosfera e coinvolgono nella lettura sin da subito come le arie di un minuetto. Non mi sorprende scoprire che su ciascuna di loro è poi nato un seguito che ha dato vita a una vera e propria serie.

Davvero divertente la complicità tra le ragazze che sono nella fase dell’innamoramento e del corteggiamento e sono alle prese con le prime scoperte e i primi rossori come qualsiasi altra adolescente alle prime esperienze.

Dover accettare le seconde nozze della propria madre non è facile, quando poi esse comportano un radicalmente cambiamento di vita, anzi, un totale sradicamento dalle proprie abitudini, possono diventare traumatiche.

Ma Giulia Masini, con la verve che le appartiene, volge quella che potrebbe essere una narrazione melodrammatica in una serie di disavventure e schermaglie che, ambientate in una cornice agreste, acquistano un sapore più verace e spassoso.

Nello sperduto Kent, si sa, si guarda meno all’etichetta e i modi diventano più diretti, meno formali ma anche più promiscui e Janie, se all’inizio ne è inorridita, man mano comincia a esserne intrigata.

La nuova famiglia del Conte è tutta da scoprire e conoscere meglio e assolutamente non giudicare alle prime impressioni. Anche perché riserverà non poche e non tutte spiacevoli sorprese, se solo fosse disposta a dimenticare i piccoli ricevimenti londinesi a base di macaron e tazze di tè…

Chissà cosa aveva pensato miss Aristocrazia quando aveva capito che il povero contadino su cui aveva sfogato le proprie frustrazioni era parte della famiglia che lei tanto detestava. A giudicare dall’espressione che gli aveva rivolto quando le era stato presentato, doveva essere rimasta sconvolta; lui stesso lo era stato, appena l’aveva vista scendere le scale.

Una ragazza vecchio stampo di Louisa May Alcott

Titolo: Una ragazza vecchio stampo

Autore: Louisa May Alcott

Editore: Flower-ed

Traduzione: Elizabeth Harrowell

Trama

Polly Milton è una dolce e volenterosa ragazza di campagna, cresciuta in una famiglia umile ma colma d’amore. Quando giunge nell’elegante dimora di Fanny Shaw, dove è attesa per un soggiorno in città, i suoi vestiti consumati e la sua genuina semplicità destano qualche perplessità nell’amica, abituata allo sfarzo dell’alta società. Polly si trova immediatamente a dover affrontare un mondo diverso dal suo, fatto di spettacoli teatrali, pettegolezzi e abiti alla moda, ma con energia e altruismo, tra incomprensioni, storie d’amore e rovesci finanziari, mostrerà a tutti che la vera ricchezza risiede altrove.

La prima parte di Una ragazza vecchio stampo fu pubblicata sulla rivista “Merry’s Museum” nel 1869. In vista della sua pubblicazione in forma di libro nel 1870, Alcott scrisse gli altri capitoli, offrendo ancora una volta ai lettori una protagonista autentica, operosa e indipendente. La traduzione di Elizabeth Harrowell, integrale e annotata, è arricchita dall’Introduzione di Romina Angelici intitolata “Forza d’animo e dolcezza”.

RECENSIONE

Non è un caso che per la nuova edizione di An Old-fashioned Girl, la casa editrice Flower-ed abbia scelto il titolo di Una ragazza vecchio stampo: esso appare oltremodo rispettoso delle intenzioni autoriali espresse dall’autrice nella prefazione al romanzo:

La Ragazza vecchio stampo non è intesa come modello della perfezione, piuttosto come una miglioria in confronto alla Ragazza di Oggi che appare tristemente ignorante o vergognosa di quei buoni modi antichi che rendono veramente belle e stimate le donne e tramite i quali la casa diventa ciò che dovrebbe essere, un luogo felice dove genitori e figli, fratelli e sorelle imparano ad amarsi, a conoscersi, ad aiutarsi a vicenda.

Scritto sulla scia del successo ottenuto con Piccole Donne, Una ragazza vecchio stampo prosegue la serie di otto romanzi che lei scrisse per la gioventù avevano proprio la gioventù come protagonista.

Ormai la strada di Louisa come scrittrice di romanzi per la gioventù era tracciata, grazie al suo mentore Thomas Niles, divenuto un amico di famiglia. Arrivando a lavorare fino a quattordici ore al giorno, Louisa diede alle stampe, allungando un racconto già scritto, anche An Old Fashioned girl, salvo poi regalarsi il tanto sospirato viaggio in Europa.

Pubblicato infatti il 2 aprile 1870, l’indomani la sua partenza, Una ragazza vecchio stampo vende più di trentamila copie e verrà pubblicato a stretto giro anche in Inghilterra.

Nel suo diario ricorda di averlo scritto con la mano dolorante, un piede appoggiato su una sedia e l’emicrania, prevedendo che la gente trovando il libro divertente, le avrebbe chiesto se fosse stato un piacere scriverlo: “Quello che è certo è, invece, che io mi guadagno da vivere col sudore della fronte”.

Non solo proseguendo la saga delle Piccole Donne e Piccole donne crescono con Piccoli Uomini e I ragazzi di Jo, ma anche aggiungendo nuove storie, Louisa aveva trovato un terreno fertile e felice, ma sembra finalmente aver individuato, superate le riserve iniziali, con Una ragazza vecchio stampo la sua vocazione vincente e il campo in cui esercitare la sua opera pedagogica.

Se il racconto delle vicende fanciullesche di Polly dovesse dare un consiglio o indicare un insegnamento, allora malgrado i tanti ostacoli potrò sperare di non aver trascurato del tutto il mio dovere nei confronti dei piccoli uomini e delle piccole donne per i quali è un onore e un piacere scrivere, visto che è in loro che ho sempre trovato i miei sostenitori più gentili, i miei critici più miti, i miei amici più calorosi.

In Una ragazza vecchio stampo riconosciamo subito la sua tipica eroina: Polly è una ragazzina di tredici anni quando lascia la sua casa di campagna per andare ospite dalla famiglia Shaw in città. Le differenze si fanno subito sentire con lo stile di vita condotto dalle due ragazze e da Tom ma Polly riesce a farsi benvolere per i suoi principi sani e semplici e per l’influsso benefico che esercita sugli altri. Quando si ritrovano anni più tardi cresciuti, purtroppo la famiglia Shaw ha subito un rovescio di fortuna; prendendo esempio dalla forza di volontà di Polly, i giovani Shaw riusciranno ad apprezzare i veri valori della vita e a goderne.

Come in quella vecchia favola che celebra la genuinità e la semplicità delle abitudini di vita del topo di campagna, Louisa dipinge questa protagonista come una ragazzina tenera e affettuosa ma anche determinata e rigorosa, assolutamente mai disposta a scendere a compromessi o accettare sconti, che solo dopo averlo reso migliore, sarà degna di essere amata dal suo Tom:

«Un donna di valore da amare e che lo assisterà per tutta la vita, come tu farai per me, con l’aiuto di Dio». «Per quanto sia una ragazza vecchio stampo», sussurrò Polly, con occhi felici che brillavano anche per via delle lacrime, fissando quel giovane che, tramite lei, aveva intravisto il successo più genuino e non si vergognava di doverne rendere grazie all’amore e al lavoro, due bellissimi modi di fare risalenti ai tempi della prima coppia nell’Eden.

Ranuncoli tra i capelli di Juls Way

Titolo: Ranuncoli tra i capelli

Autore: Juls Way

Editore: Words Edizioni

Genere: Historical Romance 

Trama

«Ballate con me, Clara Anville. Sono quindici anni che mi dovete un ballo.»

Inghilterra, 1895

Sono passati quindici anni da quando Clara ha incontrato Eric Turner per l’ultima volta. Lui, all’epoca, era solo il figlio minore dell’amministratore della tenuta dei suoi zii; lei era in procinto di sposare un industriale di Manchester. Tra i due la sintonia era stata immediata, ma le loro strade erano destinate a dividersi. Quando Clara, ormai vedova e madre di una bimba piccola, fa ritorno a Nightingale House, è proprio a Eric che deve a chiedere aiuto per riportare la tenuta di famiglia agli antichi splendori. Vivere lì è ciò di cui ha bisogno per riprendere in mano le redini della propria vita e, mentre tutto pare sospinto verso un futuro promettente, quell’intesa con Eric sembra tornare prepotentemente a galla. Insieme a essa, tuttavia, fanno capolino nella vita di Clara anche vecchi fantasmi, che la costringeranno a dover capire di chi fidarsi per proteggere ciò che le è più caro.

Dopo lo straordinario successo de “La Seconda Moglie” e “Lo Pseudonimo”, Juls Way torna con una nuova, emozionante storia ambientata nell’Inghilterra vittoriana, che parla di riscatto e di seconde opportunità per essere felici.

RECENSIONE

Avvincente nell’intreccio e nelle dinamiche instaurate tra i personaggi, un bellissimo e variegato cast ottimamente caratterizzato. Assolutamente impeccabile l’ambientazione e il contesto, senza bisogno di descrizioni ridondanti. A tratti ho sentito molto vicine le atmosfere di Via dalla pazza folla di T. Hardy, con Mrs Anville e l’amministratore Eric Turner che mi sono parsi adombrare Betsabea Everdene e Gabriel Oak.

“Ballate con me, Clara Anville. Sono quindici anni che mi dovete un ballo” disse con voce vibrante. Le tese la mano. Lei gliela fissò un attimo, poi lo sguardo risalì verso gli occhi grigi di Eric.

L’interesse del lettore catturato fino all’ultima pagina da una storia ben congegnata e coinvolgente.

Una storia diversa, apprezzabile per il diverso target d’età e la situazione raccontata. Una storia che parla di un amore maturo e consapevole incastonato in immagini delicate e poetiche come quella dei ranuncoli tra i capelli che intervengono a più riprese nel libro a richiamare la costanza dell’amore da una parte e a sancire un legame speciale dall’altra. Un filo invisibile che intreccia le vite di Eric Turner e Clara Anville da tempo addietro.

Clara, per tutta risposta, gli prese il viso tra le mani e lo baciò.

Non c’erano campanule blu quel giorno. C’erano solo il rosso brillante dei papaveri e l’oro delle spighe di grano a fare da testimoni a quelle anime innamorate che infine si erano ritrovate.

Quella raccontata nel romanzo Ranuncoli tra i capelli non è la storia di debuttanti alle soglie del loro ingresso in società, ma di una donna matura che è passata attraverso molte sofferenze e che sa di trovare in se stessa la forza per andare avanti, essere libera e poter finalmente scegliere. Una donna adulta, lucida e allo stesso tempo capace di grande passione in tutto quello che fa: sia occuparsi di risollevare le sorti della sua tenuta, sia prodigarsi per contrastare le ingiustizie sociali, sia rivendicare un sentimento al quale scopre di essere ritornata, con il fluire degli eventi della sua vita.

Clara Anville non era mai stata una persona romantica. Non ne aveva mai avuto il tempo e prima che potesse rendersi conto di quanto le fosse necessaria quella parte di sé, la vita le era piombata addosso, complicata.

La scrittura è fluida e non inutilmente ricercata, romantica e appassionata laddove occorre, e prezioso il lavoro di ricerca storica documentato nelle note più che esaustive.

Tra i miei personaggi preferiti, sicuramente la zia Agatha che ha conquistato tutta la mia simpatia con la sua ironia e la sua saggezza.  

Corteggiando Jo March – Vintage Editore

Titolo: Corteggiando Jo March

Autore: Trix Wilkins

Editore: Vintage Editore

Traduttore: Daniela Mastropasqua

Pagine: 466

Trama

Jo March, scrittrice, sente di aver perso la sorella maggiore, Meg, da quando si è sposata. Lo stesso destino sembra dover toccare anche alle sorelle minori Beth e Amy, e persino al suo più caro amico, Laurie. Eppure, nonostante gli sforzi della prozia March, Jo è determinata a non rinunciare alla propria libertà per nessun essere mortale.

Theodore “Laurie” Laurence, è nato con un bell’aspetto, talento e ricchezza e Jo è convinta che avrà un futuro promettente di cui lei non farà parte. Ma è testardo come la stessa Jo e la ama dal primo momento che l’ha vista. Cosa toccherà fare a una donna che non vuole sposarsi né per amore né per denaro?

RECENSIONE

La storia del coraggio e del corteggiamento di Jo March.

Variazione molto romantica di Piccole Donne, il finale che abbiamo sempre sognato come lettrici e ammiratrici di Jo March.

Avvolte nella rassicurante atmosfera già conosciuta, pur tra qualche mash-up tra le citazioni, ritroviamo i personaggi cari con una loro personale evoluzione.

Beth, anche se sempre più sfortunata rispetto alle altre, ne esce valorizzata e dimostra una insospettabile forza di carattere e di reazione nelle prove più difficili che il destino comunque le riserva.

Amy e Meg rimangono più da contorno, i signori March addirittura da sfondo con qualche sporadico saggio intervento, mentre Jo diventa protagonista assoluta della sua storia d’amore e di scrittrice, con le idee sempre più confuse: molto, troppo indecisa.

Theodore Laurence subisce una maturazione per diventare un volitivo e propositivo uomo d’affari che non dimentica la sua passione per la musica.

Il nuovo connubio che caratterizza Corteggiando Jo March è proprio quello che lega indissolubilmente i libri alla musica, e individua nella bellezza dell’arte la ragione di vita da cui farsi indirizzare.

Una vera scoperta e una risorsa i Vaughn che rafforzano decisamente la loro tiepida comparsa precedente conquistando più di una posizione.

Il signor Laurence e persino la zia March appaiono nella loro versione migliore e sorprendono con un finale speciale e tutto per loro.

La new entry, Tommy Chamberlain, che da figlio del droghiere diventa promettente giornalista, si colloca a nuovo vertice del triangolo e scalza decisamente il prof. Bhaer per raggiunti limiti d’età.

Per essere stata sempre la ragazza che assicurava che non si sarebbe mai sposata, Jo March, una volta a New York, riesce a vedere la cose da un’altra prospettiva.

Corteggiando Jo March è la seconda possibilità che Louisa May Alcott non ha voluto dare ai suoi personaggi ormai imbrigliati nella rete del suo ostinato e ragionevole progetto.

Ci siamo sempre chiesti se il rifiuto di Jo fosse stato abbastanza convinto o che cosa sarebbe successo se Laurie ci avesse riprovato e questa volta abbiamo la risposta a tutte le nostre più segrete e romantiche speranze di vedere finalmente coronato quell’amore che sembrava destinato sin dall’inizio.

Ci sono quei momenti preziosi della vita in cui si è così completamente pieni di sicurezza e certezze negli affetti di una persona amata, quei momenti che costringono a compiere atti di coraggio che altrimenti non si sarebbero mai potuti immaginare. Per Jo, quello fu uno di quei momenti.

La primavera di una Miss

La primavera di una miss

Thina Sulas

K. U.

Sinossi:

Brighton, East Sussex (1807-1809)

«Una benedizione, madre?! Che Dio vi perdoni! Il denaro e quel titolo stanno trasformando la nostra famiglia dal giorno stesso in cui Mr. Connolly ha messo piede in casa! Come potete non vederlo?»

Possedere ricchezze può influire sul carattere delle persone, finanche sulle scelte in amore… Lo sa bene Sarah Cooper, coscienziosa ragazza di campagna che, di colpo, grazie a un cospicuo vitalizio, vede mutare gli affetti più cari.

Presto travolta dalle regole del ton, ma non ancora piegata a un destino da debuttante, a rallegrare l’umore di Miss Cooper sarà l’incontro con Mr. Walford; valletto di Sua Grazia, il duca di Dorset, semplice uomo e di ampie vedute, si rivelerà il movente per cui sfidare ogni convenzione. Ma ne varrà davvero la pena?
Tra il mare di Brighton e Londra, segreti e pettegolezzi, il destino di Sarah prenderà una direzione del tutto inattesa.

Recensione:

Appena scorriamo le pagine di questo history romance, capiamo subito di avere a che fare con una Miss tutt’altro che convenzionale. Come il titolo può suggerire, la storia è ambientata in epoca Regency e la primavera della vita per le ragazze di quell’epoca poteva e doveva coincidere con la stagione londinese del debutto in società con ballo e cotillon.

La famiglia dei Cooper è almeno all’inizio molto somigliante ai Bennet di Longbourn e le anche se poi cammin facendo la storia prenderà strade diverse, la protagonista, Sarah, ci ricorderà sempre per la franchezza e assertività dei modi, la consorella Lizzie.  L’imperativo a cui risponde è di natura del tutto particolare:

Insegui la tua primavera e non fermarti fino a quando non l’avrai trovata.

Improvvisamente, un colpo di fortuna (un lascito testamentario) cambia favorevolmente le condizioni economiche della famiglia Cooper e le loro abitudini di vita: Mr e Mrs Cooper improvvisamente diventano Lady e Sir e le loro tre figlie si ritrovano dalle stalle alle stelle (è proprio il caso di dire). Cambiano presto anche le loro prospettive, perciò adattarsi è ancora più difficile soprattutto per Sarah, la primogenita, abituata a rimboccarsi le maniche e a fare la sua parte. Abituata anche ad avere i propri spazi, senza preoccuparsi delle regole dell’etichetta, sorda e refrattaria ai richiami delle società.

La paura più grande di Miss Cooper, al di là di ambizioni e sogni romantici, è perdere la propria libertà, di uscire, di pensare, di amare. Con una vita imbrigliata nelle rigide regole del Ton si vede invece privata progressivamente di tutto questo e teme di perdere di vista l’autenticità dei legami e degli affetti familiari, specialmente con i genitori che la ricchezza ha trasformato.

Nell’economia generale del libro l’incontro con Mr Walford fa da spartiacque creando una spaccatura e una svolta rispetto al passato di Miss Cooper e indirizzandola verso quel finale che lei non voleva per sé ma a cui, in un tripudio di abiti colorati e sentimenti, l’autrice la sospinge e il lettore la accompagna molto piacevolmente.

Il viso della ragazza si sollevò, cercando gli occhi più belli del suo cielo e lasciò che lui trovasse i suoi, in silenzio, accogliendone il dolce e il salato: il suo era un sì, il più immenso, profondo e sentito che avesse mai scelto di non pronunciare in tutta la vita.

Terno secco di Matilde Serao

Trama:

Terno secco è un racconto pubblicato nel volume All’erta, sentinella! Racconti napoletani del 1889, assieme ad altri due racconti (Trenta per centoO Giovannino, o la morte). Matilde Serao offre una Napoli pullulante di sottoproletariato e piccola borghesia di fine Ottocento, un panorama geniale e dettagliato che attinge dalla vita di ogni giorno. Terno secco è un mirabile racconto della fatalistica rassegnazione della plebe e della piccola borghesia che affidano le loro superstiti speranze alla mistica del gioco del Lotto. Tema affrontato dall’autrice nel fortunato romanzo Il paese di Cuccagna (pubblicato a puntate sul Corriere di Napoli tra il 1889 ed il 1891).

Autrice:


Matilde Serao (1856-1927) è una delle più celebri intellettuali italiane, candidata sei volte al premio Nobel per la letteratura ed è stata definita da Heny James la Zola italiana proprio per l’impronta naturalista che imprime ai suoi racconti, spaccato della società medio-borghese e proletaria di Napoli.

Non a caso proprio da Zola e dal suo Ventre di Parigi deriverà il  Ventre di Napoli, il titolo e l’ispirazione per il suo romanzo più famoso.

Recensione:

In questo racconto si sofferma sull’effetto contagioso e dirompente della scoperta di un trio di numeri scritti su un foglietto. A velocità sorprendente, in un chiassoso quartiere di Napoli, la scoperta di un terno si propaga con effetto contagioso insieme alla febbre del gioco. Tutti vogliono tentare la fortuna, tutti vogliono assaporare l’ebbrezza della speranza, di un sogno di ricchezza e felicità, dalla servetta alla padrona, dalla marchesa all’impiegato. Come se la seguisse con una cinepresa l’autrice inquadra la serva Tomassina mentre sparge la notizia e condivide i numeri trovati in un biglietto della sua signora, di scena in scena. Solo al termine della panoramica l’inquadratura si restringe al nudo e gelido appartamento abitato dalla insegnante francese e dalla sua prorompente figlia, in cui riconosciamo una Matilde adolescente, le uniche a non aver giocato e a non aver vinto.

Lo sguardo pietoso della narratrice si abbassa quindi dinanzi alla dignitosa e consapevole povertà della madre che incassa la beffa del destino e rassegnata si piega alla sua vita defraudata anche della speranza.

Una prosa spoglia, solida ed efficace. Senza orpelli e fronzoli, un’immediatezza espressiva che fa riflettere.

Così, le donne rimasero solissime, nel quartiere. In piedi, immobile, la ragazza pensava alla casa senza un soldo, senza una serva, alla casa donde avrebbero dovuto andar via, forse, fra poco. Confusamente pensava a tutto questo, mentre la madre aveva incrociato le mani candide sulle ginocchia e socchiudeva gli occhi, come se volesse dormire.

Inseguendo te, ho trovato l’amore di J. Ann

Titolo: Inseguendo te, ho trovato l’amore

Autore: J. Ann

Editore: Literary Romance Edizioni 

Trama

Sapevo quanto fossi in gamba. E proprio per questo ho deciso di farti un regalo. Ma non lo troverai allegato a questa lettera. Lo troverai grazie a questa lettera. Tuttavia devi stare molto attenta: non lasciare nulla al caso, non sottovalutare i dettagli così come il tuo intuito.

Rachel è una curiosa e frizzante giornalista di viaggi; valigia sempre pronta, occhi desiderosi di meravigliarsi e cuore aperto alle bellezze del mondo. Questa volta però Purple, come la conoscono i suoi lettori, deve intraprendere un tour molto diverso che la porta in giro per la Gran Bretagna sulle tracce lasciate dall’amata nonna Grace.

Brian è un investigatore specializzato nella ricerca di opere d’arte trafugate che da tempo indaga su una misteriosa sparizione al British Museum; gli indizi lo conducono a una certa Miss Purple, e forse non solo quelli. Sembra un buffo gioco del destino che si incontrino sul treno per Winchester prima, e nei pressi della prestigiosa Abazia in cui riposa Jane Austen, poi. E dopo qualche tempo nel misterioso Castello di Chillingham in Scozia, famoso per i suoi fantasmi.

Ma il destino spesso siamo noi a crearlo, a guidarlo, e quello che nasce come un inseguimento si trasforma in un rapporto passionale e romantico. J. Ann torna con un nuovo romanzo ricco di atmosfere affascinanti che profumano di storia e seduzione.

RECENSIONE

La scrittura di J. Ann possiede un grande potere catalizzatore sia per le tematiche sia per i registri percorsi.

I suoi passaggi dalle note romantiche alle scene più divertenti svolgono un’attrattiva irresistibile per il lettore che è già ammaliato dalla storia, mai scontata ma sempre più avvincente. 

La narrazione a due voci aggiunge un ritmo variegato e sostenuto oltre che una gradevole alternanza dei punti di vista dei due protagonista che si cercano, si inseguono, si trovano.

Come le due metà della mela, Rachel e Brian scoprono quanto può essere complicato e infinitamente difficile buttare giù le maschere dietro cui si nascondono e riuscire a vivere con sincerità i reciproci sentimenti.

Le emozioni, del resto, non mancano durante la caccia al tesoro ideata da nonna Grace appositamente per Rachel. Lei le era molto affezionata anche senza essere la sua vera nonna, e questa ricerca è un modo per rimanere legata a lei. Peccato che sul suo cammino si metta di traverso proprio lui, George, il Dragone, convinto di dover smascherare una ladra di opere d’arte. 

Lui, che poi sarebbe Brian, è il belloccio della situazione che nasconde, tra gli altri segreti, una laurea in Storia medievale abbastanza improbabile, usa nomi in codice, è istintuale e vive molto alla giornata.

Non potrebbero essere più diversi all’apparenza ma poi conoscendosi meglio scoprono di avere più cose in comune di quelle che credevano.

Ottenendo un effetto assolutamente ipnotico J. Ann ci trascina nel suo mondo alla ricerca del proprio pezzo mancante come viandanti dei viaggi dell’anima.

A chi parte e a chi resta, ai sognatori e agli indecisi, a chi non smette mai di cercare il pezzo mancante, a chi infine lo trova ed è finalmente a casa.

In un mondo che ha pochi ma solidi punti di riferimento, possiamo ritrovarci finalmente a casa e come nella vita, così nelle storie di J. Ann, tutto torna, il cerchio si chiude e ogni tessera si incastra perfettamente con l’altra secondo un disegno più grande che nell’Isola delle Fate magicamente si completa.

Senza spoilerare troppo fidatevi se vi dico che il finale poi, è uno dei più romantici che si possa sognare: il mare d’Irlanda, una giacca di lana, una tazza calda e una panchina. That’s all! 

Ljubov – La neve tra le betulle di Antonella Iuliano

Titolo: Ljubov – La neve tra le betulle

Autore: Antonella Iuliano

Editore: Genesis Publishing

Romanzo sequel del best seller “Ushanka – i ponti di leningrado”

Trama

Leningrado, 1964. Sono trascorsi due anni da quando Pasha, Yurij e Aleksandra – i protagonisti di Ushanka – I ponti di Leningrado – si sono ritrovati. Le loro vite scorrono tranquille e un nuovo equilibrio si è instaurato dopo le intricate vicende che hanno riannodato i fili del passato al presente. Tutto sembra essere stato portato alla luce, ma per Yurij – il più giovane dei fratelli Metjanov, che pare aver perso lo slancio nei confronti della vita stessa – il passato ha ancora una carta da giocare: un incontro nel luogo più impensato, il cimitero di Tichvin, dinanzi alla tomba del grande scrittore Fёdor Michajlovič Dostoevskij.

Lei è Nina, lunghi capelli castani, occhi da cerbiatta, creatura sfuggente dall’indole fiera. Un incontro che, come nel gioco del nascondino, porterà Yurij tra i longilinei fusti delle betulle innevate, a Vyrica. Ma Nina non è esattamente chi dice di essere e solo ritornando sugli stessi ponti di Leningrado, testimoni dell’assedio nazista, Yurij scoprirà un’altra vicenda, intimamente legata a quella che credeva di conoscere già.

Una seconda storia nella storia. La storia di Ljubov’, che, come il vicolo buio di una strada maestra, nessuno ha più ripercorso.

 “La neve tra le betulle era intatta, striata solo dalle ombre dei fusti argentei che svettavano verso il cielo e disegnavano sul manto un chiaroscuro alternato di bianco e grigio. Dalle fronde si levò il verso acuto di un uccello, mentre Yurij avanzava cauto, attento a non far scricchiolare troppo gli stivali sui cristalli di neve induriti.

La ragazza di Dostoevskij procedeva con il passo deciso di chi conosce alla perfezione il posto.”

RECENSIONE

Antonella Iuliano ci trasporta in punta di piedi in un mondo ovattato che ha per sfondo un manto di neve soffice e candida e sconfinati cieli grigio-azzurri. Un mondo in cui gli echi della vita giungono lontani e a sprazzi, il ritmo delle giornate è scandito da poche e basilari necessità e le emozioni crescono a passo cadenzato. Ad un tratto, come uno scampanellio argentino o un’ombra colorata, una fugace visione di felicità attraversa gli immoti silenzi.

Un piccolo mondo quello perfettamente ricostruito e circostanziato dalla Iuliano, come se fosse imprigionato in una palla di vetro, che nasconde drammatiche verità dietro al suo aspetto incantevole.

Pur nella tachigrafica descrizione di usanze e luoghi, raccontati con piena immersione e aderenza al contesto particolarissimo, una verità valida a tutte le latitudini e in tutte le culture: la ricerca dell’amore, della persona che ti fa battere il cuore diventa irrinunciabile, non importa se in ricchezza o in povertà, nei palazzi o in un’isba.

La storia dei fratelli Yurij e Pasha prosegue e conferma la saldezza del legame familiare e conclude con il suo degno completamento.

L’autrice stessa dichiara di aver voluto regalare con il seguito di Ushanka – I ponti di Leningrado il giusto finale anche a Yurij, in quello che è però anche un omaggio allo scrittore Dostoevskij, che ne costituisce ispirazione e fornisce coordinate, a partire dallo stesso titolo Ljubov- Amore.

Conosciamo personaggi nuovi, insieme a quelli che già conosciamo molto bene, in mezzo a loro distanze sterminate non solo spaziali, ma anche emotive. Ognuno reca con sé un mondo e un passato che grava sul futuro con il suo peso condizionante e la verità si disvela un po’ alla volta, come in un gioco ad incastro delle Matrioska.

I quadretti che ritraggono i bambini, i loro momenti di gioco ma anche di solitudine estrema, sono di una tenerezza e allo stesso tempo drammaticità uniche.

La puntuale registrazione di pietanze e specialità russe fa da accompagnamento nel testo: il cibo diventa forma di accudimento e genuinità nei momenti cruciali oltre che dato di tipicità culturale.

Yurij alla fine, poté mantenere la promessa fatta sul lago. Era trascorso all’incirca un anno da quando aveva incontrato la sua Ljubov’ nel cimitero di Tichvin e l’inverno che stava per terminare era stato assai diverso dai precedenti.

Una storia, venata di malinconia, travolgente nella sua potenza e nella sua purezza romantica.

Buon Natale, Mrs. Brown

Titolo: Buon Natale, Mrs. Brown

Autore: Simona Fruzzetti

Disponibile con Kindle Unlimited

Trama

Sulla scia di Un tè con Mrs. Brown e sullo sfondo delle Cotswolds vestite a festa, Simona Fruzzetti torna con una novella natalizia ricca di humor, colpi di scena e un’atmosfera capace di scaldare anche i cuori più freddi.

Un reality show, un’adorabile vecchietta e un cottage vestito a festa.

Sta per avvicinarsi il Natale e Mrs. Brown riceve la risposta che tanto aspettava: Hatty House sarà il protagonista di una puntata di un reality show incentrato sul turismo. In caso di vincita, la somma di denaro messa in palio e la conseguente pubblicità potrebbero risollevare le sorti del pittoresco cottage nel periodo invernale. È questo il motivo, infatti, che ha spinto l’audace vecchietta a intraprendere la gara. Penny e gli altri membri della famiglia, dapprima scettici, si allineeranno ben presto all’idea di Mrs. Brown venendo risucchiati in un vortice di preparativi e… inaspettate sorprese.

RECENSIONE

Il ritorno nelle Cotswolds e al B& B Hatty House non fa altro che confermare la mitica Mrs. Brown protagonista indiscussa e incontrastata della serie. Un proseguo è ciò che tra l’altro auspico vivamente.

Se nel primo romanzo la storia d’amore tra la nipote Penny e lo scrittore Greg Turner aveva un po’ catalizzato l’attenzione del lettore, stavolta Hatty Brown emerge in tutto il suo spessore di personaggio fondamentale, ironica, sorniona, generosa e combattiva. La nonna che tutti vorremmo avere.

Nonna si affaccia e mi fa un cenno, è pronto. Facciamo colazione in silenzio come piace a noi mentre fuori è ancora buio. La fragranza del pane tostato si mescola all’aroma del caffè, creando quel particolare profumo che io chiamo casa.

La scrittura si dimostra ancora una volta incantevole: spiritosa e dolce al momento giusto, romantica eppure anche un po’ disincantata. Gli abitanti del villaggio da Aileen al dottor Moore o alle eccentriche sorelle Lockwood alla premurosa libraia Tilda, sono tratteggiati così bene che sembra di conoscerli da sempre e la trovata del reality show, una versione rimaneggiata per i B&B del nostro Quattro Hotel, assolutamente spassosa.

L’AUTRICE

Simona Fruzzetti si afferma come autrice self-publisher con due romanzi di successo a partire dal 2013: ‘Il male minore’ e ‘Chiudi gli occhi’. Successivamente pubblica per Piemme ‘Mi piaci, ti sposo’ e ‘Parigi mon amour’, entrambi inseriti nella collana digitale In Love. Nel febbraio 2017 torna al self-publishing con ‘Come hai detto che ti chiami?’ Nel 2020 pubblica il thriller ‘Io ti salverò’, finalista al Premio Garfagnana in Giallo Barga Noir. A marzo 2022 esce ‘Un tè con Mrs. Brown’, una commedia romantica ambientata in Inghilterra. A novembre dello stesso anno pubblica la novella natalizia ‘Buon Natale Mrs. Brown’.

Vive in provincia di Pisa dove si dedica alla scrittura e al suo blog.