
Anne e Jane
Gill Hornby
Sinossi
Anne Sharp viene accolta da Mrs Elizabeth Austen in persona. Trentun anni, nel cuore il sogno di imparare il greco, studiare Eschilo, leggere tanti libri dai dorsi dorati, Anne è assunta a Godmersham Park con il compito di istruire la dodicenne Fanny, la figlia degli Austen. Un compito ingrato. Mrs Austen non vede di buon occhio un’istitutrice dalle «inclinazioni intellettuali», e l’atmosfera nella grande dimora non è priva di tensioni per una giovane donna che ha indossato i panni dell’istitutrice non per vocazione ma per necessità. In una casa in cui non si appartiene né alla famiglia né alla servitú, basta una parola detta con disattenzione per attirarsi le antipatie dei padroni ed essere etichettata come non abbastanza ragionevole, non abbastanza moderata, non adatta, insomma, a quel ruolo che è semplice fonte di sostentamento. E basta un passo falso per inimicarsi la cuoca e trovarsi a digiunare quasi ogni sera. Quando, però, a Godmersham arrivano gli zii di Fanny da Bath, Henry e Jane Austen, la vita di Anne nella dimora degli Austen cambia radicalmente di segno. Jane si dimostra subito una donna dall’ingegno strabiliante, con cui è piacevole conversare, discutere a lungo, intrattenersi al punto tale da scrivere opere teatrali insieme e diventare amiche. L’intelligenza di Anne, a lungo coltivata grazie alla testardaggine della sua cameriera Agnes, convinta che anche una donna abbia diritto all’istruzione, ha finalmente modo di brillare. Quella luce, tuttavia, non attira soltanto l’interesse di Jane, ma anche quello di Henry… Un interesse pericoloso a Godmersham Park.
Recensione
La storia ripercorre quindi il periodo in cui Anne Sharp fu istitutrice in casa del fratello maggiore di Jane Austen e si basa su una storia vera, tutti i personaggi sono realmente esistiti e gli avvenimenti sono tratti dall’accurato e resoconto nei dettagliatissimi diari di Fanny Austen, figlia di Edward Austen, terzo figlio del reverendo George Austen e di sua moglie, nonché fratello di Jane e padrone di Godmersham,
Ma quello che non sappiamo è chi era Anne Sharp. Qui si inserisce l’autrice Gill Hornby che ha provato a ricostruire il passato della trentenne diventata per necessità istitutrice di una ragazza di buona famiglia.
Ecco che l’esempio di Anne diventa occasione per raccontare il tipo di vita condotta da un’istitutrice, la cui intelligenza e preparazione erano motivi ulteriori per essere guardata in tralice. Il titolo originale è difatti Godmersham Park, per sottolineare l’appartenenza, precaria, dell’insegnante Anne Sharp a un luogo, alla nobile magione. Forse per ragioni editoriali nella versione italiana si è voluto porre l’accetto di più sulla presenza nel libro di Jane Austen, quando la scrittrice compare a partire dall’atto terzo della storia proseguendo nel quarto e ultimo.
Aveva bisogno soltanto di un angolino in cui raccogliersi e riflettere, in cui il suo intelletto potesse sperare di prosperare, nonostante la schiavitù imposta al suo corpo e al suo tempo.
Bisogna comunque considerare che per la storia costituisce un inestimabile valore aggiunto l’incontro con Jane Austen, la zia della ragazzina affidata alle sue cure, un incontro destinato a segnare per sempre le vite di queste due giovani donne rappresentando un duraturo legame.
Quella di Anne allora diventa anche un riflettore acceso sulla persona di Jane Austen, sul suo modo di comportarsi, di parlare, e quindi un particolare punto di vista da cui descriverla. Colpisce che Jane e il fratello Henry siano rappresentati come le due metà di uno stesso universo affascinante.
Del resto una delle sue ultime lettere, Jane la indirizza proprio alla sua cara Anne, a Doncaster, giovedì 22 maggio 1817
“La tua gentile Lettera mia carissima Anne mi ha trovata a letto, perché nonostante le mie speranze e promesse di quando ti ho scritto da allora sono stata davvero molto male. Un attacco del mio triste malanno mi ha colpita pochi giorni dopo – il più grave che abbia mai avuto – ed essendo arrivato dopo settimane di indisposizione, mi ha ridotta in uno stato pietoso. Sono rimasta confinata a letto dal 13 aprile, muovendomi solo per mettermi sul Divano. Ora, mi sto riprendendo, e nelle ultime tre settimane ho davvero recuperato le forze gradualmente anche se lentamente.
Spero che voi non abbiate avuto visite da qualche altra malattia mia cara Anne, sia tu che la tua Eliza. – Non devo tentare il piacere di scriverle di nuovo, finché la mia mano non sarà più forte, ma apprezzo l’invito a farlo. – Credimi, ho provato interesse per tutto ciò che hai scritto, anche se con tutto l’Egoismo di un’Invalida scrivo soltanto di me stessa. – Confido che la tua Carità verso quella povera Donna non manchi di avere più effetto, di quanto ne sono certa siano stati gli sforzi. Che interesse ci mettete tutti voi! e come sarei lieta di poter contribuire più dei miei migliori auguri, se fosse possibile! – Ma quanto ti dai da fare! Ovunque ci sia una Pena, ci si aspetta che tu fornisca Consolazione
Anche tu ne sono certa avresti serbato la memoria della tua amica Jane con tenero rimpianto. – Ma la provvidenza di Dio mi ha ridato la salute – e possa io essere più degna di apparire di fronte a lui quando sarò chiamata, di quanto lo sarei stata adesso! – Malata o Sana, credimi sempre la tua affezionata amica J. Austen” (trad. G. Ierolli).