Archivio | marzo 2023

Buon Natale, Mrs. Brown

Titolo: Buon Natale, Mrs. Brown

Autore: Simona Fruzzetti

Disponibile con Kindle Unlimited

Trama

Sulla scia di Un tè con Mrs. Brown e sullo sfondo delle Cotswolds vestite a festa, Simona Fruzzetti torna con una novella natalizia ricca di humor, colpi di scena e un’atmosfera capace di scaldare anche i cuori più freddi.

Un reality show, un’adorabile vecchietta e un cottage vestito a festa.

Sta per avvicinarsi il Natale e Mrs. Brown riceve la risposta che tanto aspettava: Hatty House sarà il protagonista di una puntata di un reality show incentrato sul turismo. In caso di vincita, la somma di denaro messa in palio e la conseguente pubblicità potrebbero risollevare le sorti del pittoresco cottage nel periodo invernale. È questo il motivo, infatti, che ha spinto l’audace vecchietta a intraprendere la gara. Penny e gli altri membri della famiglia, dapprima scettici, si allineeranno ben presto all’idea di Mrs. Brown venendo risucchiati in un vortice di preparativi e… inaspettate sorprese.

RECENSIONE

Il ritorno nelle Cotswolds e al B& B Hatty House non fa altro che confermare la mitica Mrs. Brown protagonista indiscussa e incontrastata della serie. Un proseguo è ciò che tra l’altro auspico vivamente.

Se nel primo romanzo la storia d’amore tra la nipote Penny e lo scrittore Greg Turner aveva un po’ catalizzato l’attenzione del lettore, stavolta Hatty Brown emerge in tutto il suo spessore di personaggio fondamentale, ironica, sorniona, generosa e combattiva. La nonna che tutti vorremmo avere.

Nonna si affaccia e mi fa un cenno, è pronto. Facciamo colazione in silenzio come piace a noi mentre fuori è ancora buio. La fragranza del pane tostato si mescola all’aroma del caffè, creando quel particolare profumo che io chiamo casa.

La scrittura si dimostra ancora una volta incantevole: spiritosa e dolce al momento giusto, romantica eppure anche un po’ disincantata. Gli abitanti del villaggio da Aileen al dottor Moore o alle eccentriche sorelle Lockwood alla premurosa libraia Tilda, sono tratteggiati così bene che sembra di conoscerli da sempre e la trovata del reality show, una versione rimaneggiata per i B&B del nostro Quattro Hotel, assolutamente spassosa.

L’AUTRICE

Simona Fruzzetti si afferma come autrice self-publisher con due romanzi di successo a partire dal 2013: ‘Il male minore’ e ‘Chiudi gli occhi’. Successivamente pubblica per Piemme ‘Mi piaci, ti sposo’ e ‘Parigi mon amour’, entrambi inseriti nella collana digitale In Love. Nel febbraio 2017 torna al self-publishing con ‘Come hai detto che ti chiami?’ Nel 2020 pubblica il thriller ‘Io ti salverò’, finalista al Premio Garfagnana in Giallo Barga Noir. A marzo 2022 esce ‘Un tè con Mrs. Brown’, una commedia romantica ambientata in Inghilterra. A novembre dello stesso anno pubblica la novella natalizia ‘Buon Natale Mrs. Brown’.

Vive in provincia di Pisa dove si dedica alla scrittura e al suo blog.

Un tè con Mrs Brown di Simona Fruzzetti

Titolo: Un tè con Mrs. Brown

Autore: Simona Fruzzetti

Disponibile con Kindle Unlimited

Trama

Un caratteristico cottage inglese, una spruzzata di romanticismo e un pizzico di humor; la ricetta perfetta da gustare con una tazza di tè.

Penny Carson è una dolce, ma orgogliosa ragazza che gestisce con la famiglia Hatty House, un B&B che prende il nome da sua nonna, un’esuberante vecchietta che in paese chiamano la vivace Mrs. Brown.

La vita nel pittoresco cottage, situato ai piedi di una delle colline più verdi delle Cotswolds, scorre tranquilla e senza scossoni fino all’arrivo di Greg B. Turner, famoso scrittore londinese che, in un momento di grande incertezza lavorativa, sceglie proprio quell’alloggio per rifugiarsi.

L’arrivo dell’uomo scombinerà l’equilibrio di Penny mettendo in subbuglio non solo le sue certezze in fatto di amore e famiglia, ma anche la piccola e coesa comunità del villaggio dove il pettegolezzo e il chiacchiericcio la fanno da padrone.

Tra biscotti al burro, vecchiette ficcanaso e nobildonne in cerca di marito, Simona Fruzzetti ci regala ironia e romanticismo al profumo di torta di mele e cannella.

RECENSIONE

Già dalla presentazione di questo romanzo gli ingredienti ci sono tutti per una scelta azzeccatissima.

E la lettura si è rivelata sorprendentemente confortevole! L’autrice, Simona Fruzzetti, una bellissima scoperta. Dalle prime righe e grazie all’atmosfera che instaurano, le aspettative vengono esaudite e meravigliosamente esaltate.

Ho visto dove vivi e come vivi. Tu non abiti nel cottage, tu sei il cottage. Sei le torte che prepari, sei la lavanda che metti sui cuscini e i biscotti al burro nel piattino della colazione. Sei questo profumo di rose, quei comignoli che fumano, i leprotti che ti tagliano la strada quando sfrecci con quella bicicletta rossa.

Il romanzo si rivela delizioso e rilassante al tempo stesso, prezioso in una parola, in questi tempi difficili. Non a caso, scritto durante la pandemia. Adatto a rasserenare cuori pesanti e giornate storte, come un raggio di sole sulle Cotswolds. Un’autrice da conoscere meglio sicuramente!

L’arborista delle anime dimenticate di Jane Rose Caruso

Titolo: L’erborista delle anime dimenticate

Autore: Jane Rose Caruso

Editore: Saga Edizioni

Genere: Romance sentimentale

Pagine: 84

Trama

Per coloro che cercano una cura per il proprio spirito.

Coloro che sentono di aver bisogno di una boccata d’aria che sappia di bosco. Per chi desidera una storia intensa coronata di odori antichi e della dolcezza della cannella.

L’erborista delle anime perdute vi aspetta sulla soglia di un mondo fatato e al tempo stesso reale, pronta a raccogliere dentro di sé le vostre storie.

Rosa Caruso ci regala un viaggio indimenticabile, poetico la cui fine lascerà quel sottile senso di nostalgia che si prova tornando finalmente a casa.

RECENSIONE

Dal punto di vista della storia, L’erborista delle anime dimenticate è un preludio, un prologo ad altri racconti che verranno e che svilupperanno meglio le vicende e le capacità di Eleanor Bigshop. In qualità di erborista di Beltory cercherà di arginare gli effetti devastanti di una letale epidemia con il potere curativo miracoloso delle erbe officinali.

Tutto questo avveniva nel suo piccolo angolo, dove riusciva a scacciare i brutti pensieri che la tormentavano. La gola le si stringeva e un senso di oppressione le premeva sul petto. Le voci delle anime la seguivano sempre, riusciva ad acquietarle solo con le sue erbe, donandole e curando l’anima di qualcun altro. Per ogni anima persa, una doveva essere ritrovata. Quello era il suo dono ma anche la sua maledizione: lei era l’erborista delle erbe dimenticate.

Segue un interessante approfondimento sulla figura dell’erborista dal punto di vista storico-sociologico. Oltre infatti, alla disamina descrittiva delle proprietà e caratteristiche delle singole piante e pietre particolarmente curative, l’autrice ci guida alla scoperta di un mondo, quello dell’erborista, che inizia da molto lontano, sin dall’origine dei tempi e colloca tale figura come intermediaria tra umanità e cosmo.

A metà tra la magia e la medicina, si evidenziò presto l’inconciliabilità di tale potere detenuto da donne particolarmente esperte nell’arte officinale con l’ordine costituito.

Uno dei problemi principali che si trovarono di fronte le erboriste, ossia l’identificazione con una cultura altra, aliena e quasi sconosciuta, che rappresentò forse il primo modello dell’altro, il nemico che viene di volta in volta rimodellato con le paure e le ossessioni dell’epoca…

Davvero ispirata l’introduzione di Alessandra Micheli, che ho apprezzato tantissimo:

L’erborista non è certo solo un rosa o un libro sentimentale. È lo scrigno che racchiude l’essenza di una umanità perduta dietro a facili successi, a icone vuote e alla voglia sfrenata di raggiungere l’acme di ogni emozione. Quel bisogno di sentirsi sempre come sulle montagne russe, correndo, correndo dietro a chimere e sogni simili a bolle di sapone.

Perciò al termine di questa breve ma sentita recensione mi sento di sposare in pieno le parole di Alessandra e l’invito che esse contengono:

Leggere Rosa è come tornare a casa dopo un lungo difficile viaggio. È ritrovare quella serenità perduta, compromessa dalla nostra cecità. L’erborista non è solo una remota figura di un romanzo d’evasione, è davvero colei che cura le anime dimenticate, che le ricorda con sommo rispetto.

Beatrix Potter e la primavera

Beatrix Potter, la persona che secondo me ha saputo interpretare al meglio il linguaggio e gli incanti della Natura e incarna l’ideale della Primavera.

Helen Beatrix Potter nasce a Londra il 28 luglio 1866, è stata un’illustratrice, scrittrice e naturalista britannica, ricordata soprattutto per i suoi libri illustrati per bambini.

Le sue opere celebrano la vita e la natura nella campagna inglese attraverso il racconto delle avventure di animali antropomorfizzati come il celebre Peter Coniglio (Il racconto di Peter ConiglioThe Tale of Peter Rabbit, 1902). Potter è una delle più lette e amate scrittrici di letteratura per l’infanzia; i suoi 24 racconti sono stati tradotti in 35 lingue e hanno venduto oltre 100 milioni di copie. Avete visto il film? E’ molto corrispondente!

Parentele famos!

La piccola Beatrix trascorre l’infanzia sia per la salute cagionevole, sia per le ansie dei genitori all’ultimo piano della casa di Bolton Garden.

Quella di Beatrix era una tipica famiglia vittoriana, nella quale i figli vivevano solo occasionalmente a stretto contatto con i genitori, mentre erano le governanti a occuparsi della loro educazione e istruzione. Beatrix trascorse un’infanzia piuttosto solitaria, era delicata e spesso malata; dedicava molta parte del suo tempo al disegno e alla pittura, incoraggiata dai genitori, dotati di talento artistico

Il padre era avvocato, la madre, figlia di mercanti ma anche imparentata con Lord Ashton che la collegherebbe fino all’attuale duchessa di Cambridge. Sì avete capito bene, proprio Kate Middleton che non a caso decise di utilizzare quale tema per la festa del primo compleanno del principino George proprio Peter Rabbit!

Con la nascita del fratellino Bertram, Beatrix fu ancora più felice di raccogliere animali e disegnare di tutto. I due fratelli trascorsero l’infanzia lontano dagli altri bambini della loro età e strinsero amicizia con pochi coetanei. Fin da piccoli dimostrarono un particolare interesse per gli animali che vivevano con loro o che trovavano in natura (topi, conigli, pipistrelli, ricci, farfalle e altri insetti); li osservavano con grande attenzione, per poi disegnarli e studiarli.

Per curare l’educazione artistica della figlia, Rupert Potter assunse un’apposita insegnante, dalla quale Beatrix apprese il disegno a mano libera, la geometria, la prospettiva e la pittura di fiori ad acquerello. Beatrix disegnava di tutto: dal giardino della casa di Londra e i fabbricati agricoli di Camfield Place alle nature morte e alle illustrazioni dei libri che stava leggendo, mostrando però di prediligere fiori e animali, dipinti nei minimi dettagli.

Fondamentali furono anche le vacanze estive trascorse in Scozia.

Anche Beatrix ricevette molti rifiuti dagli editori che non volevano pubblicare i suoi disegni e le sue storie illustrate. Allora con tenacia che la contraddistinguerà per tutta la vita, decise di pubblicare da sola La storia di Poter Coniglio a proprie spese per 250 copie.

Poi l’incontro con gli editori Warne e in particolare con Norman fu la svolta. Non solo lui curò la pubblicazione delle sue storie ma tra loro nacque una vera e propria storia d’amore. Purtroppo finita tragicamente. Un mese dopo averle fatto la proposta di matrimonio, che i genitori non vedevano di buon occhio, ma lei aveva comunque deciso di accettare, Norman si ammalò e morì.

Per riprendersi dalla terribile perdita del fidanzato Beatrix si trasferì nel Lake District, che era diventata la nuova meta delle vacanze di famiglia, e acquista Hill Top Farm. Questo periodo corrisponde a una vera e propria rinascita per Beatrix che incontra nuovamente l’amore e si lega indissolubilmente al Lake District (come già altri personaggi e letterati famosi avevano fatto prima di lei) donando alla sua morte una quantità di terreni e fattorie alla Fondazione National Trust (15 fattorie per la precisione e più di 4000 acri di terreni). Qualcuno lo ha visitato? Credo sia incantevole!

Alcune curiosità su Beatrix Potter.

Sapeva disegnare talmente bene da presentare uno studio micologico che venne però presentato da un noto naturalista dei Giardini Botanici Reali di Kew Garden perché le donne non erano ammesse.

Era un’abilissima donna d’affari che sapeva ben trattare per i compensi e i diritti d’autore.

I suoi diari che vanno dal 1881 al 1897 erano criptati da un cd. Codice Potter decifrato da Leslie Linder che riuscì a risolvere il criterio attraverso un riferimento al re di Francia Luigi XVI!

Beatrix Potter disegnò manifesti anche a scopo politico contro le importazioni di merci a basso costo dalla Germania alle soglie dello scoppio della Grande Guerra.

Si risparmiò gli orrori della seconda guerra mondiale perché si spense il 22 dicembre 1943 per un brutto raffreddore.

Tutte le notizie sono tratte dalla biografia di Riccardo Mainetti edizioni Flower-ed.

Se Beatrix Potter immaginava una nidiata di conigli, Miss Charity alleva nella sua anticamera al terzo piano dove vive confinata la maggior parte della giornata, il suo Master Peter, ma anche topolini, un corvo, un’anatra. La sua istruzione è demandata a Miss Blanche che le trasmette la passione per l’acquerello che unita a una speciale sensibilità e un acuto spirito d’osservazione le permette di popolare la sua solitudine di storie intrecciate tra i suoi amici animali.

Spettatrice disincantata del mondo patinato e interessato in cui si muovono le frivole cugine si autoesclude intenzionalmente dalle loro strategie matrimoniali anche a rischio di essere etichettata come troppo originale. Da sempre è innamorata di un compagno di giochi d’infanzia, e non lo sa. Kenneth Asley fa l’attore per guadagnarsi da vivere e gode di pessima fama, ma senza alcun pregiudizio lei si accontenta di guardarlo da lontano dispensandogli saggi consigli ogniqualvolta le loro strade si incrociano casualmente o meno.

Quando scopre di poter monetizzare le sue storie illustrate per bambini con gli editori Marshall padre e figlio i suoi orizzonti si dischiudono, la cerchia di conoscenti si allarga, l’autostima cresce nella consapevolezza del proprio valore. Il rapporto con i genitori che l’avevano per tutta l’infanzia e l’adolescenza volutamente trascurata e ignorata si riequilibra: con il padre si impone con la propria importanza economica (tanto da poter offrire la somma necessaria per l’acquisto del cottage delle vacanze), quello con la petulante madre non conosce compromessi o sconti.

Personcine di Maria Messina.

Maria Messina nasce a Palermo il 14 marzo 1887 da Gaetano, ispettore scolastico, e da Gaetana Valenza Trajana, esponente di una famiglia baronale, originaria di Prizzi. I continui trasferimenti del padre costringono la famiglia a spostarsi con frequenza, prima a Messina, quindi a Mistretta, poi in Toscana, in Umbria, nella Marche e a Napoli.

Iniziata alla scrittura dal fratello Salvatore, che ne aveva intuito il talento, ottiene la notorietà con la pubblicazione di Pettini-fini (1909) e Piccoli gorghi (1911), raccolte di impronta verista che le valgono la stima di Giovanni Verga, col quale intraprende una fitta corrispondenza.

Idillio verghiano

All’età di ventidue anni, iniziò una fitta corrispondenza con Giovanni Verga, che le riservò parole di apprezzamento e gentile incoraggiamento, e tra il 1909 e il 1921, pubblicò una serie di racconti. E’ soprattutto nelle Novelle che si sente l’impronta Verghiana anche se Maria Messina non mancò di sviluppare uno stile suo personale per distinguersi dal Maestro. La loro corrispondenza è stata raccolta nel volume Un idillio letterario inedito verghiano: lettere inedite di Maria Messina a Giovanni Verga, a cura di Giovanni Garra Agosta, introduzione di Concetta Greco Lanza, Catania, Greco, 1979.

Illustre Signor Verga,

InviandoLe il mio primo libro, speravo che Ella lo leggesse, ma non osavo aspettarmene un giudizio suo. Ho cominciato con tante titubanze, e così sola, che temevo che i miei poveri villani – già studiati con tanto amore – messi nel «libro» e mandati in giro sarebbero stati mal visti, forse appena guardati, e per niente capiti come io avevo voluto rappresentarli.

Gli anni ’20 sono quelli del successo letterario, ma anche quelli del peggioramento di una grave malattia che le toglie gradualmente la possibilità di scrivere. Tornata in Toscana, muore a Pistoia nel 1944, dimenticata da tutti.

Era fuggita da Pistoia nell’inverno 1943 durante i bombardamenti per trovare riparo presso una famiglia di contadini, stremata dalla sclerosi. Prima di morire dettò all’infermiera Vittoria Tagliaferri che la accudiva I doni della vita che racconta l’esperienza di sofferenza fisica e spirituale da lei vissuta in prima persona. La nipote Annie, figlia del fratello Salvatore, unico suo parente rimasto, racconta che alla sterile disperazione dei primi anni era subentrata in lei una rassegnazione cristiana con cui cercò di affrontare l’estrema prova che la vita le aveva riservato.

Il 24 aprile 2009, grazie all’interessamento del comune, le sue spoglie mortali sono ritornate a Mistretta, considerata come una sua seconda patria. Qui le è stato intitolato un premio letterario. Oggi le sue opere, tradotte e apprezzate all’estero, sono tornate argomento di studio e di dibattito.

“La vita è bella! Essere infelice, essere misera, essere l’ultima delle creature, ma vivere, ma potere ascoltare, poter vedere! È bello, vivere senza altro scopo che lo scopo di vivere, come le rose che si schiudono nelle albe estive, come le rondini che passano nel cielo del “baglio” e forse gridano di felicità…

Parola di Leonardo Sciascia

La riscoperta di Maria Messina, avvenuta negli anni Ottanta, a quarant’anni dalla morte, si deve a Leonardo Sciascia che al momento di curare un’antologia avente a tema la migrazione, Partono i bastimenti, volle inserirvi due racconti di Maria Messina (“Nonna Lidda” e “La Merica”) promuovendone poi la riedizione per Sellerio di alcune tra le migliori prove della scrittrice. Fu lui a definirla la “Katherine Mansfield siciliana“, grazie al malinconico realismo della sua prosa impegnata a decifrare i risvolti psicologici e sociali della marginalizzata condizione femminile nelle società rurali e in quelle della piccola borghesia meridionale del proprio tempo.

Le opere

È  sempre riduttivo paragonare uno scrittore ad altri ma credo sia, anche se semplicistico, il modo migliore per dare dei riferimenti che lo possano inquadrare. Maria Messina non può essere semplicemente etichettata come una “alunna” di Verga, perché nella sua opera si possono cogliere molti altri aspetti: l’ironia di Colette, lo sperimentalismo di Virginia Woolf, l’influsso della letteratura russa che amava, il primo Pirandello verista. Il pregio della sua prosa è un’acuta analisi della psicologia femminile presentata con uno stile asciutto e tagliente, spesso con immagini plastiche e similitudini evocative. Questo vale in special modo per i romanzi: Alla deriva, Primavera senza sole, La casa nel vicolo, Un fiore che non fiorì, Le pause della vita, L’amore negato.

Ma c’è anche un’altra produzione di Maria Messina, di ispirazione chiaramente verista e che si traduce nelle Novelle e nella letteratura per l’infanzia.

Personcine

Personcine è una raccolta di racconti, pubblicata nel 1921 che presenta l’infanzia come tema chiave e costituisce uno spaccato delle realtà più umili dell’Italia rurale di inizio Novecento. Oggi possiamo goderne grazie alla Casa Editrice 13 lab di Milano.

Bambini e ragazzi vengono ritratti in scene di vita quotidiana, manifestando la tenerezza e l’innocenza della giovinezza come tesori inestimabili in grado di donare significato profondo agli episodi più semplici e genuini. La sensibilità dell’autrice dialoga in maniera non banale con la letteratura per ragazzi del Primo Dopoguerra: Maria Messina affianca i valori tradizionali del patriottismo e del rispetto dell’autorità a preziosi spaccati di ciò che la naturalezza di un bambino può insegnare alla società sua contemporanea. Altro tema ricorrente tra le righe è il punto di vista femminile nell’Italia dell’epoca e l’importanza dello sguardo profondo e comprensivo della donna di tutte le età.

Quelli immortalati nei racconti di Personcine sono ritratti d’infanzia scattati come fotografie, con la stessa nitidezza e precisione.

Sei un uomo, tu. La vita è dura, e ci vogliono le gambe buone per camminare nelle vie della vita.

Un’infanzia difficilmente serena ma sempre alle prese con difficoltà, tribolazioni, delusioni o anche disillusioni amare.

Povera piccola, venuta in città come un uccellino inebriato di sole!

Sullo sfondo spesso e volentieri la miseria e/o la guerra e un’umanità sofferente, che un narratore comprensivo sa rappresentare con le parole, sa cogliere con l’immediatezza di un’immagine efficace.

…i bambini piccoli restavano presso le madri, turbati dall’attesa che pesava su tutti i cuori.

Il suo non è il realismo spietato e morboso d’oltralpe, ma uno stile affranto e delicato, umanamente solidale con la sofferenza che è sparsa ovunque, sia nelle grandi città, sia nei paesini di provincia, persino negli occhi di un bambino.  

Una cioccolata per Ophelia di Jane Rose Caruso

Titolo: Una cioccolata per Ophelia

Autore: Jane Rose Caruso

Editore: More Stories

Data di pubblicazione: 7 Marzo 2023

Trama

Insieme a Ophelia Carter, passo dopo passo, percorriamo le strade di Londra.

I suoi pensieri diventano i nostri mentre ci conduce lungo il difficile e doloroso percorso della sua rinascita.

Un tuffo nel passato, dove ritroviamo la musica, l’amore per gli anni ’50, l’amicizia con Thomas Miller e il periodo nella Cioccolateria in Muffin Street.

Tutto questo l’ha aiutata a sopravvivere e a rialzarsi.

Perché è solo attraverso la vita che si torna a rinascere.

Questa meravigliosa novella è uno spin-off de La cioccolateria in Muffin Street, entrambi sono pubblicati da More Stories.

RECENSIONE

Il mondo in cui ci trasporta Jane Rose Caruso è fatto di coccole, musica e pensieri positivi e gli effetti benefici si fanno sentire. Siamo pronti a seguire Ophelia e Judith nella nuova avventura in Italia!

Ma prima, lasciamoci avvolgere nell’abbraccio rassicurante di una profumata cioccolata calda: una bevanda corroborante, che fa miracoli per i cuori malandati. Come quello di Ophelia che grazie a Thomas e Judith ha saputo ritrovare la fiducia in se stessa e la forza di andare avanti.

La sua vita era tutta da scoprire, tutta da vivere. Doveva solo godere della bellezza che sarebbe arrivata, in un modo o nell’altro. Sorseggiò la cioccolata e ne assaporò l’essenza. Ora era felice.

Iniziamo quindi a conoscere meglio la storia di Ophelia, il difficile passato che fortunatamente comincia a lasciarsi alle spalle e a proiettarci insieme a lei verso una vita nuova, fatta di colori, interessi, creatività e chissà anche un meraviglioso viaggio!

Questo nuovo incarico le avrebbe dato ancora una volta una change per essere finalmente ciò che desiderava, una donna libera e indipendente.

La cioccolateria di Muffin Street fa questo strano effetto a chi ci entra in contatto e Jane Rose Caruso sa sfruttare tutto il potere suadente delle parole, scritte e in musica, per avvolgere il lettore in un’atmosfera rilassante e speciale.

Romantico scandalo di Pamela Baiocchi e Michela Piazza

Titolo: Romantico scandalo

Autore: Pamela Baiocchi e Michela Piazza

Editore: Self Publishing

Genere: Historical Romance, Vittoriano

Disponibile su Amazon 

Trama

Adattarsi a vivere nella brughiera, senza un soldo?

Miss Olivia Sharp non ne ha la minima intenzione.

Era la debuttante più ammirata della Stagione londinese, le serve solo un piano per superare la bancarotta paterna e tornare a dedicarsi a balli e corteggiamenti.

Peccato che Adam Drake sembri deciso a rovinare le sue trame.

È un gentiluomo che non si comporta affatto come tale: sa essere irritante, egocentrico, seducente.

Tra baci rubati e vendette, lo scandalo e un matrimonio riparatore finiranno con lo scuotere le certezze di entrambi.

Ma un legame nato per dispetto potrà essere più forte del passato?

L’odio e l’attrazione sapranno trasformarsi in vero amore?

Tra le misteriose foreste del Dartmoor, piene di oscure leggende e di fascino, e le meravigliose scogliere della Cornovaglia,

una storia di seconde opportunità in cui persino uno scandalo può diventare romantico.

RECENSIONE

Romantico scandalo è una storia conturbante di schermaglie amorose tra Miss Sharp e Mr Drake. Una nuova versione di Scandalo rosa molto ben riuscita. 

Olivia ha perso tutto e si ritrova nel Dartmoor a vivere nel cottage della zia Kitty con abitudini troppo tranquille rispetto a quelle a cui è abituata a Londra.

Esisteva qualcosa di più deprimente di un cottage dall’aria malandata e situato nel nulla più assoluto? Certo: lo stesso cottage abitato da una parente animata da buone intenzioni e affetto eccessivo.

Ma a movimentare le cose ci pensa l’arrivo del figlio del capitano Drake, Adam, che non smette di punzecchiarla in tutti i modi e ogni volta che ne ha l’occasione.

L’arrivo di Adam Drake era stato una sorpresa inattesa e una possibile complicazione: non era certa che si sarebbe rivelato un bene per i suoi scopi. Ad aggravare ulteriormente la faccenda, c’era il fatto che lo avrebbe anche trovato affascinante se non avesse dimostrato un atteggiamento tanto insolente.

Non tutti i mali vengono per nuocere e la sfida continua delle convenzioni farà emergere in ciascuno dei due il meglio di sé, perché insieme possano completarsi.

In un gioco di provocazioni continue e sensualità, al limite dello scandalo, sfiorato e accarezzato, i due convoleranno a nozze per poi scoprire che il vero lieto fine è un altro.

E soprattutto lei, Miss Sharp, dopo essersi arrovellata in mille ragionamenti, si rende conto di chi e che cosa è importante veramente.

La Cornovaglia e i giorni trascorsi dagli zii si sarebbero trasformati in un dolce ricordo. Laggù molte cose erano cambiate. Loro erano cambiati. Non erano più l’uomo e la ragazza che avevano lasciato il Devon, freschi di matrimonio e con il cuore dolente. Il tempo della rabbia e delle vendette sembrava essere terminato.

Dedicato dalle autrici -la cui penna è una garanzia per il Romance Historical- A chi come noi ama la Storia e le storie, questo romanzo ammicca con esperta complicità al lettore amante del romanzo storico, dal gusto piccante, anzi al peperoncino!