
Sono già usciti Polaris, dalla penna di Amaryllis, e Il Prezzo della Sposa scritto da entrambe: volete illustrarci il piano dell’opera?
La saga del Sestante di Amaryllis L. Medlar è composta da quattro romanzi: i primi tre coprono temporalmente il periodo dal 1853 al 1856, mentre il quarto è un Regency.
Dall’incontro fortuito di Amelia e Jacob, nel bel mezzo di una sala da ballo gremita di ospiti, prendono forma tutta una serie di vicende che coinvolgono quanti a loro più cari: Alek, Pasha, Effie, Alek, Kristoff…
Per quanto concerne le ambientazioni, il primo volume è interamente ambientato a Londra, nel secondo siamo in Scozia, il terzo varca la Sublime Porta. Sul quarto, per ora, silenzio stampa.
(l’immagine è di Antonia Romagnoli)
La saga della Sposa di Amalia&Amaryllis è una serie di quattro romanzi in forma epistolare corale, ambientati fra il 1870 e il 1888 in varie nazioni, partendo dalla Svezia e dalla Russia e allargandosi parecchio, fino a toccare altri continenti.
Si parte da un nucleo di personaggi vincolati da legami familiari e affettivi (ereditati dal primo volume del sestante) e ci si espande in un frattale di relazioni sociali che esplora una grande varietà di eventi, interazioni e sentimenti.
Ne “Il Prezzo della Sposa” (pubblicato a ottobre 2018) il tema portante è quello dell’amor vincit omnia, ossia del prezzo che si deve pagare per superare una serie di ostacoli e barriere al coronamento di un sentimento vero.
Ne “L’Onore della Sposa” (pubblicato a marzo 2019) si esplorano in modo più polifonico diverse forme di amore e il tema portante è quello delle apparenze in conflitto con la sostanza, con una serie di declinazioni davvero molto varia.
Nel terzo volume (in uscita entro l’estate 2019) il tema portante sarà quello dell’amore travolgente.
Nel quarto e ultimo volume (in uscita entro l’inverno 2019) il tema portante sarà quello dell’amore salvifico.
…e poi…e poi sorpresa, ci piace mischiare le carte in tavola!
C’è un ordine in cui vanno letti i vostri libri?
Idealmente, le due saghe, del Sestante (Amaryllis) e della Sposa (Amalia&Amaryllis), pur condividendo personaggi e situazioni, sono distaccate. Come collocazione temporale anzitutto, visto che il Sestante copre dal 1853 al 1856 (con un’incursione nel mondo Regency) mentre la Sposa dal 1870 al 1888. Ma anche e soprattutto come forma narrativa, perché Polaris e i suoi seguiti inediti, sono romanzi narrativi, mentre i libri della Sposa sono tutti in forma epistolare e corali, ossia con un gran numero di personaggi, senza che sia sempre facile identificare i protagonisti.
I personaggi, con il distacco temporale di cui sopra, sono in gran parte gli stessi, ma le due saghe possono essere lette in modo indipendente senza perdersi nulla.
Cronologicamente si dovrebbe leggere prima Polaris e poi attaccare la Sposa, ma noi pensiamo, come opinione personale, che renda di più leggere il primo volume della Sposa e poi andare a scoprire il passato dei personaggi in Polaris, per proseguire con la Sposa.

Come avete fatto a scoprire che la formula a quattro mani era vincente? Interessi, formazione comune o semplicemente è il caso che vi ha fatto incontrare?
Ci siamo incontrate per caso nel meraviglioso gruppo Regency&Victorian, decisamente galeotto, e scrivere insieme è stata si potrebbe dire una deriva naturale.
Non abbiamo fatto grandi speculazioni, è venuto da sé ed è stata – e continua ad essere – un’esperienza fantastica, perché come interessi siamo complementari e stilisticamente, pur nella diversità, estremamente compatibili.
Come recita il famoso interrogativo, è venuto prima l’uovo o la gallina? Ossia, qual è stata la scintilla che ha innescato tutto: l’idea di Polaris o de Il Prezzo della Sposa?
Polaris è stato terminato due giorni prima che iniziassimo a scrivere Il Prezzo della Sposa, che ha preso il via con una velocità impressionante e un’energia trascinante che ci hanno un po’ distolto dai rispettivi progetti in singola e portato a concludere la saga, come prima stesura, nel giro di pochi mesi. Ora le revisioni e pubblicazioni dei volumi successivi della Sposa procedono in parallelo con la scrittura del Sestante da parte di Amaryllis e le mille idee in cantiere di Amalia.
Ma di recente anche a quattro mani abbiamo iniziato (finito, ormai :P) qualcosa di nuovo.
Per molti aspetti, gli avvenimenti della Sposa hanno condizionato i seguiti di Polaris e, viceversa, i profili caratteriali che negli epistolari presentano i “magnifici sette” (Amelia, Jacob, Stiva, Alek, Pasha, Marfa, Effie) dovevano in qualche modo trovare riscontro nel passato. Passato e presente si sono influenzati a vicenda e i personaggi, scrivendosi si può dire da soli, ci hanno svelato moltissimo di se stessi. Speriamo riescano a sorprendervi come hanno sorpreso noi.
Che rapporto avete con gli pseudonimi?
Gli pseudonimi, avendo pubblicato singolarmente, erano già lì quando ci siamo conosciute e prima che decidessimo di imbarcarci in questa avventura.
Ma poi Amalia&Amaryllis suonava così bene, così vittoriano, che abbiamo deciso di abbandonare le nostre firme complete per dare vita a questa specie di marchio per gli epistolari, che amiamo moltissimo.
Da dove nasce la vostra passione per i Paesi dell’Est?
Ci piace molto il contrasto riscontrabile, nell’Ottocento, tra la Svezia, che per diritto, politiche sociali e cultura era tra le nazioni più avanzate d’Europa, e la Russia, dove tutto il potere era nelle mani di pochissimi ed il divario socio-economico era tragicamente ampio. Senza l’aiuto e l’appoggio dei Principi Kuragin, Ivan, un mezzadro affrancato, non sarebbe mai riuscito a sposare Ann, la figlia di un Pari di Svezia, per quanto si fosse sforzato di migliorare la propria posizione.
Ogni romanzo ha un tema predominante: in Polaris è la crittografia, ne Il Prezzo della Sposa il gioco degli scacchi, nel prossimo cosa dobbiamo aspettarci? In base a cosa li decidete?
Allora, per quanto riguarda la Saga della Sposa, abbiamo cercato di evocare nel titolo di ogni volume quella che sarebbe stata una delle particolarità della storia: il prezzo di un singolo pezzo, negli scacchi, rappresenta il valore del suo sacrificio, mentre l’onore, in ambito ottocentesco, speravamo richiamasse al modo più classico in cui questo veniva smacchiato, ossia sul filo della lama.
E per il terzo…aspettatevi Tempesta.
A cosa dovete la scelta del genere epistolare? Quali sono i maestri a cui vi ispirate?
Amalia si era già lanciata nel genere con Mia cara Jane e sicuramente ha saputo dare ad Amaryllis un abbrivio sulle modalità, che certamente differiscono dal narrativo puro.
I personaggi erano tanti, ansiosi di esprimersi, e visto che volevamo che parlassero con le loro parole e pensassero i loro pensieri, la forma epistolare era l’unica che rendesse loro giustizia e al contempo che esprimesse un aspetto così fondamentale del mondo ottocentesco come la corrispondenza, con le sue latenze temporali e i suoi sottintesi sopra, sotto e fra le righe.
I maestri sono molti, e vari e non so se siamo degne di chiamarli maestri, nel senso che ogni autore, qualsiasi cosa scriva e a qualunque livello, ha per maestri tutti gli autori che ha amato. E noi ne amiamo tanti. Citiamo solo Jane Austen, quella di Lady Susan e delle Lettere, che da sola basterebbe a fare genere.
Per quanto mi riguarda, siete riuscite a creare dei personaggi cui è difficile non affezionarsi, con uno stile accattivante e assolutamente originale. Quali sono gli altri vostri punti di forza?
Lavoriamo molto bene insieme, il che rende lo scambio di idee e opinioni estremamente fluido e articolato. In parallelo al romanzo pubblicato ci sono centinaia di pagine di parti tagliate, conversazioni e commenti, piccoli brani, note, per cui i personaggi hanno tutti anche una parte sommersa che noi chiamiamo “a uso interno” che li esplora più a fondo e che rende più facile e credibile renderli “vivi” nelle parti che poi passano l’esame e vengono approvate.
Cerchiamo innanzitutto di essere realistiche e di non violare lo spirito dell’epoca esplorata, pur creando anche personaggi che si scontrano duramente con la rigida morale vittoriana. La credibilità e la coerenza psicologica dei personaggi sono aspetti ai quali attribuiamo moltissima importanza e però ne attribuiamo anche, opportunità questa offerta dalla forma epistolare, alle diverse visioni che hanno, del medesimo personaggio, tutti gli altri che gli sono intorno e non smettono di scrivere.
Uno dei personaggi “storici” che ha assunto particolare rilevanza nella saga è Aleksandr Porfirevich Borodin, noto principalmente oggi per le sue composizioni musicali (Principe Igor tra tutte) era ai suoi tempi stimato e conosciuto principalmente come professore di chimica all’università di San Pietroburgo – quella dove Lena, per quanto meritevole, faticherà non poco per essere ammessa – e per essere stato il principale, strenuo sostenitore del primo corso aperto alle donne in medicina (con specializzazione in ostetricia) di tutta la Russia. Anche il buon Tchaikovsky, che non ha bisogno di presentazioni, lo abbiamo chiamato in causa e, come Borodin, da personaggio marginale, ha guadagnato i suoi spazi nei volumi successivi al secondo.
Il vostro pregio è aver dimostrato che si possono allargare gli orizzonti e le latitudini, e parlare di amore e corteggiamento dell’Ottocento anche al di fuori dei salotti inglesi. Qual è il messaggio che intendete lanciare?
Indubbiamente il mondo vittoriano, dove l’aggettivo si deve intendere in senso lato, ha superato ampiamente i confini dell’Impero Britannico, il quale, pur mantenendo una posizione strategica, non era certamente l’unica realtà che si potesse incontrare nell’Europa di quel tempo. Ci siamo divertite, letteralmente, a viaggiare in varie epoche e immergerci in mentalità diverse, dalla corte dei Romanov alle vicende matrimoniali di Francesco Giuseppe fino ai monti del Tirolo e a sconfinare, nell’ultimo volume, in terre molto lontane.

Avete poi uno speciale modo di raccordare i vostri romanzi -sulle vostre pagine autore nei social- con immagini, per lo più opere pittoriche, rappresentative: è secondo me un bellissimo percorso, attraverso le varie forme dell’arte, che potenzia la capacità espressiva della parola scritta. Era questo l’intento?
Pensiamo che l’iconografia sia uno strumento essenziale per entrare nello spirito dei romanzi che scriviamo, perché permettono di entrare in un mondo diverso dal nostro e ormai molto lontano, per molti aspetti. Ciò non toglie che ci siano anche quadri temporalmente successivi che rispecchiano perfettamente scene o personaggi del romanzo.
Un grande aiuto ci viene anche dalle fotografie, specialmente per la parte finale de La Saga della Sposa.
Qualche anticipazione sul prossimo romanzo? La data di uscita?
Il secondo volume de La Saga della Sposa, intitolato L’onore della Sposa, è uscito a marzo 2019 e sta avendo un successo insperato: è bellissimo vedere la grande famiglia di A&A crescere ed espandersi.
Per il terzo, abbiamo in progetto di pubblicarlo entro la prossima estate e la saga si chiuderà col quarto volume entro l’anno
.![L'Onore della Sposa (Saga della Sposa Vol. 2) di [Frontali, Amalia, Medlar, Amaryllis L.]](https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/4148n2CfWKL.jpg)
Un affascinante proseguo del 2019 ci aspetta, non solo per farci emozionare ma anche per imparare. Grazie e complimenti a voi per l’originalità, l’inventiva, le competenze e le capacità.
Romina