L’autunno è arrivato, con il vorticare gioioso delle sue foglie e i caldi tè. Un invito speciale giunge al cottage di Miss Garnette Catharine Book, la detective culinaria di Beltory. Prima di partire però ci sono alcuni piccoli imprevisti da risolvere.
Intanto a Casa Glicine, dove Miss Book è attesa da Winter, LilyRose e Pà Bo‘, fervono i preparativi. Colori, gioie e nuovi amori stanno per arrivare.
La stagione impazza e Miss Book sta arrivando per partecipare al Festival d’autunno. Tra stufati e prelibati manicaretti un incontro speciale sta per compiersi.
Magia, sogni e acquerelli dipingeranno un nuovo cammino, per due protagonisti davvero speciali.
Austen Society è un gruppo di sette autrici indipendenti di romanzi rosa con un’esperienza pluriennale in Case Editrici e unite da un’unica grande passione per Jane Austen.
2) Cosa stanno combinando?
Stanno per pubblicare una serie di SETTE romanzi.
3) Di cosa si tratta?
Sono tutti: Contemporanei Autoconclusivi ispirati a un romanzo di Jane Austen.
4) Quali sono i romanzi di Jane Austen oggetto dei retelling di Austen Society?
I sei romanzi pubblicati dall’autrice più il racconto epistolare Lady Susan.
5) Chi ri-scriverà cosa?
🔸Emma – Daniela Volontè
🔸Lady Susan – Raffaella “Velonero” Poggi
🔸Mansfield Park – Amabile Giusti
🔸Northanger Abbey – Angela Contini
🔸Orgoglio e Pregiudizio – Bianca Marconero
🔸Persuasione – Patrisha Mar
🔸Ragione e Sentimento – Laura Mercuri
6) Quando escono i retelling di Austen Society?
Il primo sarà Northanger’s Secret ad aprire le danze l’11 aprile!
Dal Giappone un fenomeno editoriale in corso di pubblicazione in tutto il mondo. In patria ha venduto più di 150.000 copie in poche settimane dall’uscita e vinto il premio Japan Booksellers’ Award, assegnato dai librai. Una donna, un libro, la vita che cambia. Affidarsi a qualcuno può essere difficile ma anche liberatorio. Non abbiate paura: la signora Komachi è pronta a farvi bere un sorso di nuova felicità.
Sinossi
Giappone. Per prima cosa si entra in biblioteca. Poi bisogna trovare la signora Komachi, dalla pelle candida e con uno chignon fissato da uno spillone a fiori. Infine, aspettare che ci chieda: «Che cosa cerca?». Sembra una domanda banale, ma non lo è. Perché la signora Komachi non è come le altre bibliotecarie. Lei riesce a intuire quali siano i desideri, i rimorsi e i rimpianti della persona che le sta di fronte. Così, sa consigliare il libro capace di cambiarle la vita. Perché in fondo, come dice Borges, «il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini». È così per Tomoka che, fagocitata dalla vita di città, ha smarrito la serenità; per Ryō, che ha un sogno, ma è in eterna attesa del momento giusto per realizzarlo. Poi ci sono Natsumi, che ha visto arenarsi la propria carriera dopo la gravidanza e non ha più la forza di lottare per riavere quello che ha perso; e Hiroya, troppo concentrato su sé stesso per cogliere nuove opportunità. Ognuno di loro esce dalla biblioteca stringendo tra le mani un libro inaspettato, e tra quelle pagine troverà il coraggio di cambiare prospettiva e non arrendersi. A volte è facile smarrire la strada e farsi domande sbagliate che non dissipano la nebbia che si ha davanti. Allora, bisogna guardare oltre e scorgere il raggio di sole che filtra dalle nuvole. La signora Komachi è lì per indicare la strada grazie al potere mai sopito dei libri.
Recensione:
Anche se il titolo sembra una minaccia velata, in realtà questo libro è un toccasana per i lettori incalliti.
Anzi, è una vera e propria una promessa perché “finché non aprirai quel libro” non riacquisterai la fiducia in te stessa come la protagonista del primo racconto o non deciderai di seguire i suoi sogni come il ragazzo del secondo. Con una bibliotecaria improbabile che dispensa ottimi consigli di lettura (e di vita) e lavora lana cardata (hobby ancor più improbabile) ogni protagonista dei racconti finisce per capitare da lei, insoddisfatto della propria vita e in cerca di risposte. Nei libri, favole, manuali, romanzi, c’è la risposta giusta o di cui si ha bisogno, basta solo saperla cercare.
In un mondo in cui non si sa che cosa può accadere domani, sto facendo quello che mi è possibile fare in questo momento.
Un libro sui bisogni essenziali. Una lettura rilassante, che induce alla meditazione e a rallentare la frenetica corsa di tutti i giorni per prendersi una pausa.
È una ruota panoramica che gira e rigira. È davvero interessante, non trovi? Ciascuno rincorre solo il posteriore di chi gli sta davanti e non c’è né un capofila né un chiudi fila. In altre parole, in fatto di felicità nessuno primeggia e non esiste una forma perfetta.
Si tratta di più storie; una serie di circostanze che richiamano i racconti dall’interno e come in un disegno che si ottenga collegando tutti i puntini sparsi.
L’amore per i libri è alla base del libro e ingrediente fondamentale in ogni fase della vita.
Sono contenta se ho fatto da ponte con un libro che non vuoi soltanto leggere, ma addirittura tenere con te.
Con il mio “I piaceri della lettura” vorrei riuscire a fare altrettanto.
Sapevo quanto fossi in gamba. E proprio per questo ho deciso di farti un regalo. Ma non lo troverai allegato a questa lettera. Lo troverai grazie a questa lettera. Tuttavia devi stare molto attenta: non lasciare nulla al caso, non sottovalutare i dettagli così come il tuo intuito.
Rachel è una curiosa e frizzante giornalista di viaggi; valigia sempre pronta, occhi desiderosi di meravigliarsi e cuore aperto alle bellezze del mondo. Questa volta però Purple, come la conoscono i suoi lettori, deve intraprendere un tour molto diverso che la porta in giro per la Gran Bretagna sulle tracce lasciate dall’amata nonna Grace.
Brian è un investigatore specializzato nella ricerca di opere d’arte trafugate che da tempo indaga su una misteriosa sparizione al British Museum; gli indizi lo conducono a una certa Miss Purple, e forse non solo quelli. Sembra un buffo gioco del destino che si incontrino sul treno per Winchester prima, e nei pressi della prestigiosa Abazia in cui riposa Jane Austen, poi. E dopo qualche tempo nel misterioso Castello di Chillingham in Scozia, famoso per i suoi fantasmi.
Ma il destino spesso siamo noi a crearlo, a guidarlo, e quello che nasce come un inseguimento si trasforma in un rapporto passionale e romantico. J. Ann torna con un nuovo romanzo ricco di atmosfere affascinanti che profumano di storia e seduzione.
RECENSIONE
La scrittura di J. Ann possiede un grande potere catalizzatore sia per le tematiche sia per i registri percorsi.
I suoi passaggi dalle note romantiche alle scene più divertenti svolgono un’attrattiva irresistibile per il lettore che è già ammaliato dalla storia, mai scontata ma sempre più avvincente.
La narrazione a due voci aggiunge un ritmo variegato e sostenuto oltre che una gradevole alternanza dei punti di vista dei due protagonista che si cercano, si inseguono, si trovano.
Come le due metà della mela, Rachel e Brian scoprono quanto può essere complicato e infinitamente difficile buttare giù le maschere dietro cui si nascondono e riuscire a vivere con sincerità i reciproci sentimenti.
Le emozioni, del resto, non mancano durante la caccia al tesoro ideata da nonna Grace appositamente per Rachel. Lei le era molto affezionata anche senza essere la sua vera nonna, e questa ricerca è un modo per rimanere legata a lei. Peccato che sul suo cammino si metta di traverso proprio lui, George, il Dragone, convinto di dover smascherare una ladra di opere d’arte.
Lui, che poi sarebbe Brian, è il belloccio della situazione che nasconde, tra gli altri segreti, una laurea in Storia medievale abbastanza improbabile, usa nomi in codice, è istintuale e vive molto alla giornata.
Non potrebbero essere più diversi all’apparenza ma poi conoscendosi meglio scoprono di avere più cose in comune di quelle che credevano.
Ottenendo un effetto assolutamente ipnotico J. Ann ci trascina nel suo mondo alla ricerca del proprio pezzo mancante come viandanti dei viaggi dell’anima.
A chi parte e a chi resta, ai sognatori e agli indecisi, a chi non smette mai di cercare il pezzo mancante, a chi infine lo trova ed è finalmente a casa.
In un mondo che ha pochi ma solidi punti di riferimento, possiamo ritrovarci finalmente a casa e come nella vita, così nelle storie di J. Ann, tutto torna, il cerchio si chiude e ogni tessera si incastra perfettamente con l’altra secondo un disegno più grande che nell’Isola delle Fate magicamente si completa.
Senza spoilerare troppo fidatevi se vi dico che il finale poi, è uno dei più romantici che si possa sognare: il mare d’Irlanda, una giacca di lana, una tazza calda e una panchina. That’s all!
Sulla scia di Un tè con Mrs. Brown e sullo sfondo delle Cotswolds vestite a festa, Simona Fruzzetti torna con una novella natalizia ricca di humor, colpi di scena e un’atmosfera capace di scaldare anche i cuori più freddi.
Un reality show, un’adorabile vecchietta e un cottage vestito a festa.
Sta per avvicinarsi il Natale e Mrs. Brown riceve la risposta che tanto aspettava: Hatty House sarà il protagonista di una puntata di un reality show incentrato sul turismo. In caso di vincita, la somma di denaro messa in palio e la conseguente pubblicità potrebbero risollevare le sorti del pittoresco cottage nel periodo invernale. È questo il motivo, infatti, che ha spinto l’audace vecchietta a intraprendere la gara. Penny e gli altri membri della famiglia, dapprima scettici, si allineeranno ben presto all’idea di Mrs. Brown venendo risucchiati in un vortice di preparativi e… inaspettate sorprese.
RECENSIONE
Il ritorno nelle Cotswolds e al B& B Hatty House non fa altro che confermare la mitica Mrs. Brown protagonista indiscussa e incontrastata della serie. Un proseguo è ciò che tra l’altro auspico vivamente.
Se nel primo romanzo la storia d’amore tra la nipote Penny e lo scrittore Greg Turner aveva un po’ catalizzato l’attenzione del lettore, stavolta Hatty Brown emerge in tutto il suo spessore di personaggio fondamentale, ironica, sorniona, generosa e combattiva. La nonna che tutti vorremmo avere.
Nonna si affaccia e mi fa un cenno, è pronto. Facciamo colazione in silenzio come piace a noi mentre fuori è ancora buio. La fragranza del pane tostato si mescola all’aroma del caffè, creando quel particolare profumo che io chiamo casa.
La scrittura si dimostra ancora una volta incantevole: spiritosa e dolce al momento giusto, romantica eppure anche un po’ disincantata. Gli abitanti del villaggio da Aileen al dottor Moore o alle eccentriche sorelle Lockwood alla premurosa libraia Tilda, sono tratteggiati così bene che sembra di conoscerli da sempre e la trovata del reality show, una versione rimaneggiata per i B&B del nostro Quattro Hotel, assolutamente spassosa.
L’AUTRICE
Simona Fruzzetti si afferma come autrice self-publisher con due romanzi di successo a partire dal 2013: ‘Il male minore’ e ‘Chiudi gli occhi’. Successivamente pubblica per Piemme ‘Mi piaci, ti sposo’ e ‘Parigi mon amour’, entrambi inseriti nella collana digitale In Love. Nel febbraio 2017 torna al self-publishing con ‘Come hai detto che ti chiami?’ Nel 2020 pubblica il thriller ‘Io ti salverò’, finalista al Premio Garfagnana in Giallo Barga Noir. A marzo 2022 esce ‘Un tè con Mrs. Brown’, una commedia romantica ambientata in Inghilterra. A novembre dello stesso anno pubblica la novella natalizia ‘Buon Natale Mrs. Brown’.
Vive in provincia di Pisa dove si dedica alla scrittura e al suo blog.
Un caratteristico cottage inglese, una spruzzata di romanticismo e un pizzico di humor; la ricetta perfetta da gustare con una tazza di tè.
Penny Carson è una dolce, ma orgogliosa ragazza che gestisce con la famiglia Hatty House, un B&B che prende il nome da sua nonna, un’esuberante vecchietta che in paese chiamano la vivace Mrs. Brown.
La vita nel pittoresco cottage, situato ai piedi di una delle colline più verdi delle Cotswolds, scorre tranquilla e senza scossoni fino all’arrivo di Greg B. Turner, famoso scrittore londinese che, in un momento di grande incertezza lavorativa, sceglie proprio quell’alloggio per rifugiarsi.
L’arrivo dell’uomo scombinerà l’equilibrio di Penny mettendo in subbuglio non solo le sue certezze in fatto di amore e famiglia, ma anche la piccola e coesa comunità del villaggio dove il pettegolezzo e il chiacchiericcio la fanno da padrone.
Tra biscotti al burro, vecchiette ficcanaso e nobildonne in cerca di marito, Simona Fruzzetti ci regala ironia e romanticismo al profumo di torta di mele e cannella.
RECENSIONE
Già dalla presentazione di questo romanzo gli ingredienti ci sono tutti per una scelta azzeccatissima.
E la lettura si è rivelata sorprendentemente confortevole! L’autrice, Simona Fruzzetti, una bellissima scoperta. Dalle prime righe e grazie all’atmosfera che instaurano, le aspettative vengono esaudite e meravigliosamente esaltate.
Ho visto dove vivi e come vivi. Tu non abiti nel cottage, tu sei il cottage. Sei le torte che prepari, sei la lavanda che metti sui cuscini e i biscotti al burro nel piattino della colazione. Sei questo profumo di rose, quei comignoli che fumano, i leprotti che ti tagliano la strada quando sfrecci con quella bicicletta rossa.
Il romanzo si rivela delizioso e rilassante al tempo stesso, prezioso in una parola, in questi tempi difficili. Non a caso, scritto durante la pandemia. Adatto a rasserenare cuori pesanti e giornate storte, come un raggio di sole sulle Cotswolds. Un’autrice da conoscere meglio sicuramente!
Per coloro che cercano una cura per il proprio spirito.
Coloro che sentono di aver bisogno di una boccata d’aria che sappia di bosco. Per chi desidera una storia intensa coronata di odori antichi e della dolcezza della cannella.
L’erborista delle anime perdute vi aspetta sulla soglia di un mondo fatato e al tempo stesso reale, pronta a raccogliere dentro di sé le vostre storie.
Rosa Caruso ci regala un viaggio indimenticabile, poetico la cui fine lascerà quel sottile senso di nostalgia che si prova tornando finalmente a casa.
RECENSIONE
Dal punto di vista della storia, L’erborista delle anime dimenticate è un preludio, un prologo ad altri racconti che verranno e che svilupperanno meglio le vicende e le capacità di Eleanor Bigshop. In qualità di erborista di Beltory cercherà di arginare gli effetti devastanti di una letale epidemia con il potere curativo miracoloso delle erbe officinali.
Tutto questo avveniva nel suo piccolo angolo, dove riusciva a scacciare i brutti pensieri che la tormentavano. La gola le si stringeva e un senso di oppressione le premeva sul petto. Le voci delle anime la seguivano sempre, riusciva ad acquietarle solo con le sue erbe, donandole e curando l’anima di qualcun altro. Per ogni anima persa, una doveva essere ritrovata. Quello era il suo dono ma anche la sua maledizione: lei era l’erborista delle erbe dimenticate.
Segue un interessante approfondimento sulla figura dell’erborista dal punto di vista storico-sociologico. Oltre infatti, alla disamina descrittiva delle proprietà e caratteristiche delle singole piante e pietre particolarmente curative, l’autrice ci guida alla scoperta di un mondo, quello dell’erborista, che inizia da molto lontano, sin dall’origine dei tempi e colloca tale figura come intermediaria tra umanità e cosmo.
A metà tra la magia e la medicina, si evidenziò presto l’inconciliabilità di tale potere detenuto da donne particolarmente esperte nell’arte officinale con l’ordine costituito.
Uno dei problemi principali che si trovarono di fronte le erboriste, ossia l’identificazione con una cultura altra, aliena e quasi sconosciuta, che rappresentò forse il primo modello dell’altro, il nemico che viene di volta in volta rimodellato con le paure e le ossessioni dell’epoca…
Davvero ispirata l’introduzione di Alessandra Micheli, che ho apprezzato tantissimo:
L’erborista non è certo solo un rosa o un libro sentimentale. È lo scrigno che racchiude l’essenza di una umanità perduta dietro a facili successi, a icone vuote e alla voglia sfrenata di raggiungere l’acme di ogni emozione. Quel bisogno di sentirsi sempre come sulle montagne russe, correndo, correndo dietro a chimere e sogni simili a bolle di sapone.
Perciò al termine di questa breve ma sentita recensione mi sento di sposare in pieno le parole di Alessandra e l’invito che esse contengono:
Leggere Rosa è come tornare a casa dopo un lungo difficile viaggio. È ritrovare quella serenità perduta, compromessa dalla nostra cecità. L’erborista non è solo una remota figura di un romanzo d’evasione, è davvero colei che cura le anime dimenticate, che le ricorda con sommo rispetto.
Insieme a Ophelia Carter, passo dopo passo, percorriamo le strade di Londra.
I suoi pensieri diventano i nostri mentre ci conduce lungo il difficile e doloroso percorso della sua rinascita.
Un tuffo nel passato, dove ritroviamo la musica, l’amore per gli anni ’50, l’amicizia con Thomas Miller e il periodo nella Cioccolateria in Muffin Street.
Tutto questo l’ha aiutata a sopravvivere e a rialzarsi.
Perché è solo attraverso la vita che si torna a rinascere.
Questa meravigliosa novella è uno spin-off de La cioccolateria in Muffin Street, entrambi sono pubblicati da More Stories.
RECENSIONE
Il mondo in cui ci trasporta Jane Rose Caruso è fatto di coccole, musica e pensieri positivi e gli effetti benefici si fanno sentire. Siamo pronti a seguire Ophelia e Judith nella nuova avventura in Italia!
Ma prima, lasciamoci avvolgere nell’abbraccio rassicurante di una profumata cioccolata calda: una bevanda corroborante, che fa miracoli per i cuori malandati. Come quello di Ophelia che grazie a Thomas e Judith ha saputo ritrovare la fiducia in se stessa e la forza di andare avanti.
La sua vita era tutta da scoprire, tutta da vivere. Doveva solo godere della bellezza che sarebbe arrivata, in un modo o nell’altro. Sorseggiò la cioccolata e ne assaporò l’essenza. Ora era felice.
Iniziamo quindi a conoscere meglio la storia di Ophelia, il difficile passato che fortunatamente comincia a lasciarsi alle spalle e a proiettarci insieme a lei verso una vita nuova, fatta di colori, interessi, creatività e chissà anche un meraviglioso viaggio!
Questo nuovo incarico le avrebbe dato ancora una volta una change per essere finalmente ciò che desiderava, una donna libera e indipendente.
La cioccolateria di Muffin Street fa questo strano effetto a chi ci entra in contatto e Jane Rose Caruso sa sfruttare tutto il potere suadente delle parole, scritte e in musica, per avvolgere il lettore in un’atmosfera rilassante e speciale.
Da Londra a Bibery, un paesino di poche anime immerso nelle campagne inglesi.
Amabel non avrebbe mai pensato di finire proprio lì, a lavorare in una vecchia libreria… con tanto che i libri a lei proprio non piacciono, o meglio… le fanno molta paura. Ma Emily, la proprietaria della “Libreria delle storie rimaste”, è una cara vecchietta, dopotutto, che passa il tempo a sfornare biscotti e coccolare la sua banda di gatti. E Amabel non ha alternative, se non quella di adeguarsi alle bizzarrie dell’anziana libraia e dei suoi concittadini; tra cui l’affascinante Albert, il veterinario dagli occhi blu che sembra tanto determinato a vincere le ritrosie di Amabel e farle smettere una volta per tutte di portare vestiti costosi e tacchi alti.
Tra Amabel e Albert sono scintille dal primo incontro, ma sarà proprio lui, vedovo con due figli, a insegnarle a sorridere delle piccole cose e farle accantonare le abitudini un po’ snob della vecchia Londra.
Ma Amabel può davvero vivere a Bibery? Immersa nei libri e in un posto che pare sempre sull’orlo della bancarotta? Senza contare quelle strane cose che sembrano succedere di notte nella libreria e che le fanno intendere ci sia più di un mistero da svelare…
In un caleidoscopio di personaggi divertenti e stravaganti, tra biscotti pronti a cambiare sapore a seconda di chi li mangia, torte, libri, gatti e sorrisi prende vita una storia che profuma di amore e magia.
RECENSIONE
La storia più incantevole che abbia mai incontrato.
La storia che avrei voluto sempre leggere perché racchiude insieme tute le cose che amo di più: i libri, la libreria, profumo di tè caldo e torte appena sfornate, gatti che si aggirano sornioni chiamati con i nomi di scrittori come Poe o Byron, una perfino Jane Austen.
Bibery sembrava uscito da una cartolina. Il fiume che lo attraversava scorreva senza fretta, le case nuove si alternavano a quelle di pietra, e in ogni angolo spuntavano dei fiori. Tutto era fermo, quieto, tranne un vento leggero, forse responsabile di quel sole che faceva luccicare l’erba ancora umida…
Ci sono tutti gli ingredienti per una lettura davvero confortevole.
Se poi per Amabel la risposta all’annuncio e il trasferimento in uno sperduto villaggio della campagna inglese, comporta un fortunato cambiamento di vita, ancora meglio. Sono stata lieta di seguirne i miglioramenti e il superamento delle sue paure, nonché gli incontri con persone del tutto speciali.
Un libro coinvolgente, avvolgente come una calda coperta profumata e soffice, una scrittura e quindi una lettura pervase di poesia, sotto tutti i punti di vista, e appaganti.
“È l’ora in cui s’ode tra i rami
La nota acuta dell’usignolo;
è l’ora in cui i voti degli amanti
sembrano dolci in ogni parola sussurrata…”
Non ho mai messo così tanti segnalibri a rimarcare citazioni degne di nota, non solo in versi.
Jinbōchō, Tokyo. Il quartiere delle librerie e delle case editrici, paradiso dei lettori. Un angolo tranquillo e fuori dal tempo, a pochi passi dalla metropolitana e dai grandi palazzi moderni. File e file di vetrine stipate all’inverosimile di libri, nuovi o di seconda mano. Non tutti lo conoscono, più attratti da Ginza o dalle mille luci di Shibuya. Di sicuro Tatako – venticinquenne dalla vita piuttosto incolore – non lo frequenta assiduamente. Eppure è qui che si trova la libreria Morisaki, che appartiene alla sua famiglia da tre generazioni. Un negozio di appena otto tatami in un vecchio edificio di legno, con una stanza al piano superiore adibita a magazzino. È il regno di Satoru, l’eccentrico zio di Tatako. Entusiasta e un po’ squinternato, dedica la sua vita ai libri e alla Morisaki, soprattutto da quando la moglie lo ha lasciato. L’opposto di Tatako, che non esce di casa da quando l’uomo di cui era innamorata le ha detto di voler sposare un’altra. È Satoru a lanciarle un’ancora di salvezza, offrendole di trasferirsi al primo piano della libreria. Proprio lei che non è certo una forte lettrice, si trova di colpo a vivere in mezzo a torri pericolanti di libri e minacciosi clienti che continuano a farle domande e a citarle scrittori ignoti. Tra discussioni sempre più appassionate sulla letteratura moderna giapponese, un incontro in un caffè con un timido sconosciuto e rivelazioni sulla storia d’amore di Satoru, scoprirà pian piano un modo di comunicare e di relazionarsi che parte dai libri per arrivare al cuore. Un modo di vivere più intimo e autentico, senza paura del confronto e di lasciarsi andare.
Recensione
Per chi ama i libri, un libro che celebra la lettura e la libreria, il luogo depositario di tanti inestimabili tesori.
Qualcuno che nel leggere questa frase doveva essersi emozionato l’aveva sottolineata a penna… Erano incontri che superavano le barriere temporali, possibili solo attraverso i vecchi libri.
Scritto e ambientato in Giappone, dimostra che l’amore per i libri non ha nazionalità.
A tutte le latitudini il profumo della carta, la sensazione al tatto, le emozioni scatenate e la dipendenza procurata, sono le stesse, anche se cambiano i titoli sulle copertine e gli autori all’interno.
“L’espressione ‘mi ha preso’ non rendeva neanche lontanamente l’idea del subbuglio interiore che quel libro aveva provocato in me”.
La storia di Tatako, a cui l’autore Satoshi Yagisawa presta la sua voce, è emblematica in quanto storia di una rinascita che avviene proprio attraverso i libri la cui fonte di ispirazione diventerà preponderante nella vita della giovane donna.
Come le spiega lo zio Satoru, la libreria di Morisaki è una piccola baia in cui la barca un po’ malandata di Tatako è andata a cercare un approdo sicuro, nei valori che essa custodisce:
“No, non credo. A volte bisogna anche fermarsi. È come una sosta in un lungo viaggio. Immagina di aver gettato l’ancora in una piccola baia. Riposerai per un poco e poi la tua nave ripartirà”.
Lo stile del libro è punteggiato di immagini semplici e allo stesso tempo poetiche; le frasi brevi e scarne sono spiazzanti per la loro potenza espressiva.
Sentii un fortissimo odore di muffa e mi sfuggì detto ad alta voce, lui mi corresse in tono scherzoso: “Dovresti dire che odora come le mattine dopo la pioggia”.