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Per il mio compleanno, uno sguardo indietro…

Sono quella che sono. Un caso inconcepibile come ogni caso.

 

Nelle nostre vite individuali, sebbene gli anni siano tristi, i giorni hanno la possibilità di essere radiosi. La vita è la cosa più triste che ci sia, quasi quanto la morte; ma ci sono sempre nuovi paesi da visitare, nuovi libri da leggere (e spero da scrivere); mille piccole meraviglie quotidiane di cui stupirsi e godere, e quei momenti magici…

Il mondo visibile è un miracolo quotidiano per coloro che hanno occhi e orecchie; e io mi riscaldo ancora le mani, con gratitudine, al vecchio fuoco, anche se ogni anno che passa è alimentato dalla legna secca di ricordi sempre più lontani.

(Edith Wharton, Uno sguardo indietro)

 

Uno sguardo indietro eBook: Wharton, Edith, Buitoni Duca, Maria ...

Henry James, un americano a Roma

Amazon.it: Una vacanza romana e altri scritti - James, Henry ...

 

Henry James a Roma.

Dimorare in una città che, per quanto ve ne possiate lagnare, è senza dubbio una città moderna, con folle e negozi e teatri e caffè e feste da ballo e pranzi con invitati e tutta la moderna commistione di piaceri e dolori; avere fuori dalla porta di casa il buono e il cattivo di tutto ciò, eppure essere in grado nel giro di mezz’ora di galoppare via e lasciarla indietro di cento chilometri, di cento anni, e guardare ciuffi di ginestra che risplendono sulla cima di una torre solitaria nell’azzurra aria silenziosa, e gli asfodeli color rosa pallido che nondimeno fremono nella quiete, e i pastori con  le gambe fasciate che si appoggiano al loro bastone in una immota fratellanza con i cumuli di rovine, e le capre che si  arrampicano e i loro piccoli barcollanti che evocano selvaggi odori da deserto dalla cima di montagnole incavate; e poi tornare indietro attraverso un delle grandi porte e, un paio d’ore dopo, ritrovarsi nel “mondo”, vestito, presentato, intrattenuto, a fare domande, a parlare di Middlemarch, a una giovane signora inglese o ascoltando canzoni napoletane da un signore con una camicia di pessimo taglio; tutto ciò significa condurre in un certo senso una doppia vita e ricavare dalle ore frenetiche più impressioni di quante una mente di modesta capacità sappia gestire.

 

Un sacrificio redentore di Lucy Maud Montgomery

Un sacrificio redentore di [Lucy Maud Montgomery, Enrico De Luca]

 

Un sacrificio redentore appartiene alla collana Frammenti d’autore che propone brevi racconti di scrittori classici noti e meno noti della letteratura universale, offerti gratuitamente a tutti i lettori appassionati di classici che hanno apprezzato i titoli delle altre due collane a marchio Caravaggio editore (I Classici Ritrovati e le Gemme).

Dalla cospicua messe di short stories pubblicate da Lucy Maud Montgomery prima e dopo il successo di Anne di Tetti Verdi (Anne of Green Gables), è stato selezionato questo racconto, Un sacrificio redentore (A Redeeming Sacrifice),  mai tradotto in italiano […] nel quale, ancora una volta, l᾽autrice canadese riesce, pur in un testo breve, a mostrare alcune peculiarità dello stile che caratterizza la sua intera produzione.

Il suo tocco delicato sfiora appena, in modo impercettibile, un grande amore che nonostante sia condannato dai condizionamenti sociali, trova la via per la sua sublimazione.

Le labbra rosse e seducenti del perdigiorno Paul King potrebbero sgualcire una ragazza delicata come un fiore quale è Joan?

Sullo sfondo le ben note pennellate dipingono l’incantevole paesaggio di una sera autunnale “… molto limpida e fredda, con un vento lamentoso che soffiava da nord-ovest sul mare che giaceva luccicante davanti alla porta. Oltre la baia, le barche s’alzavano e s’inchinavano sulle onde, e sui campi costieri la grande stella rossa del faro si stagliava contro il cielo argenteo. Paul, con un fischio, si avventò lungo il sentiero sabbioso, pensando a Joan…”.

 

 

 

Ricordi d’Italia (1860) di George Eliot

LaVitaFelice.it

 

Il viaggio in Italia, il secondo, compiuto da George Eliot e George Henry Lewes, è di quelli che dividono la vita in due “tali sono le idee che suggeriscono e le nuove vene d’interesse che aprono”. Questo per dirlo con le stesse parole della scrittrice che nei suoi appunti di viaggio riporta precisamente luoghi geografici e d’interesse visitati nel Bel Paese.

Con un occhio artistico abbastanza diverso da quello moderno, George Eliot è una turista piuttosto difficile, pronta a farsi emozionare da un paesaggio al tramonto piuttosto che dalla magnificenza delle sculture di Michelangelo. Ma su questo è già stata criticata da voci più autorevoli, come Chesterton e Henry James.

Non è tanto che per lei l’Italia è poco più di un vasto museo, quanto evidente appare la ricerca da parte sua di esperienze, di emozioni, forse di ispirazioni. Ecco perché il suo viaggio in Italia si configura come una versione del Grand Tour modellata dal Romanticismo inglese, basata sul sogno e sul trasporto.

Se Roma è una scoperta continua e un museo a cielo aperto, sempre alla ricerca di convalidare le aspettative formatesi sui libri di studio, l’attraversamento delle Alpi che aprono e chiudono il libello, colpiscono per il loro effetto dischiusivo e maestoso.

 

L’aria tagliente contribuiva fortemente al senso di novità: ci eravamo del tutto lasciati alle spalle il nostro mondo quotidiano, convenzionale, e stavamo facendo visita alla Natura nella sua residenza privata.

 

L’arrivo a Torino offre subito una vista grandiosa delle montagne innevate e poi proseguendo per Genova, la Superba, in un caldo e luminoso mattino di primavera, ritrovando la stessa immagine di ben undici anni prima (1849).

A Pisa vengono sorpresi da quel primo scorcio della cattedrale, con la torre pendente da un lato e il battistero dall’altro, il verde tappeto erboso sotto.

L’arrivo a Roma è sulle prime deludente e non corrisponde alle aspettative e la prima sera si conclude con un malinconico senso della probabile relazione tra la Roma visitata e la Roma da scoprire.

La vista del Colosseo e del panorama del Foro in direzione dell’Arco di Tito assomiglia fortemente a quel misto di grandezza in rovina e di vita moderna che aveva immaginato. Anche a San Pietro, soprannominata una millenaria Nuova Gerusalemme, ricercano il panorama salendo sulla cupola ma è la Cappella Sistina a essere definito uno degli affreschi più meravigliosi al mondo.

Le gite in carrozza a Villa Doria Pamphilji, Villa Albani e a Frascati sono ricordate perla bellezza dei giardini e del paesaggio circostanze e i momenti di pace e immersione nella natura che regalano.

Il 30 aprile arrivano a Napoli la cui vista da Posillipo, sotto un cielo azzurro e il profilo del Vesuvio viola, è incantevole.

L’anfiteatro di Pozzuoli, il museo Borbonico, la visita nella città silenziosa di Pompei, lasciano ricordi indelebili, come anche la gita a Paestum il cui tempio di Nettuno “è la cosa più bella, credo veramente, che avessimo visto fino ad allora in Italia” per la sua grandiosità e i requisiti di perfezione classica.

Il ritorno a Firenze, che li accoglie in modo aperto e solare, li rinfranca offrendo alla loro ammirazione i marmi rosati del campanile, le paradisiache porte del battistero e l’austerità dei palazzi rinascimentali. Le statue di Michelangelo, famose in tutto il mondo, conservate nelle tombe dei Medici, vengono considerate “affettate ed esagerate negli originali quanto lo erano nei calchi e nelle copie”.  Palazzo Pitti e gli Uffizi gareggiano in varietà di tesori esposti.

Siena, Bologna, Padova, strappano brevi annotazioni finché l’itinerario fa sosta a Venezia, tappa obbligata. Piazza San Marco è un centro di meraviglie architettoniche di cui il palazzo ne è il coronamento. Accanto alle opere di Tiziano e Tintoretto, è la Laguna a dare spettacolo:

 

Eravamo usciti una notte in Laguna, mentre il sole stava tramontando, e l’ampia distesa d’acqua era imporporata dalla luce colorata di rosso. Mi sarebbe piaciuto che durasse per ore; è quel tipo di spettacolo in cui potevo con maggior prontezza dimenticare la mia stessa esistenza e sentirmi dissolta nella vita generale.

 

La breve sosta a Verona visitata in generale andando in giro con la carrozza risultò estremamente gradevole mentre la pioggia rovinò la seconda visita a Milano i cui piaceri più grandi furono tratti dalla Galleria di Brera e dalla Biblioteca Ambrosiana più che dal Duomo.

Passando per Como e la stupenda Bellagio si inerpicano per il passo dello Spluga chiudendosi definitivamente alle spalle l’Italia il giorno 21 giugno.

Pochi giorni dopo, il 2 luglio 1860, George Eliot scriveva all’amica Sara Hennell che il viaggio fatto era stato indicibilmente piacevole. L’esperienza poteva quindi dirsi riuscita.

 

 

Scheda libro:

 

Ricordi d’Italia (1860).

George Eliot

A cura di Franco Venturi

Traduzione di Sara Grosoli

Testo inglese a fronte.

Edizioni La Vita Felice

Milano 2020

 

Sinossi:

«Ricordi d’Italia» è l’opera scritta da George Eliot al suo ritorno dal viaggio in Italia del 1860 e che raccoglie le sue impressioni entusiaste sul nostro Paese. L’importanza di questo viaggio per la Eliot è subito evidente dalla narrazione dei tre mesi di esperienza italiana. Gran parte dello scritto si occupa della grandiosa arte vista assieme al compagno, il filosofo e critico George Henry Lewes; ma la raccolta comprende anche alcune parti della sua corrispondenza, che restituiscono una chiara visione della passione dell’autrice per altri aspetti della vita e della cultura italiana.

 

Un libro al giorno: Hotel Bella Vista

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È una pazzia credere che i periodi vuoti d’amore siano gli spazi bianchi di un’esistenza di donna. È anzi vero il contrario. A raccontarlo, cosa rimane di un legame appassionato? L’amore perfetto sì racconta in tre righe…
Finito l’amore arriva una bonaccia che fa resuscitare gli amici, i passanti, tanti episodi quanti ne può contenere un sogno ricco di personaggi, dei sentimenti normali come la paura, l’allegria, la noia, la coscienza del tempo e del suo fuggire… Io allora non sapevo che avrei dovuto invece prenderli come intermezzi più romantici di ogni mio intimo dramma.

Un libro al giorno: L’importanza di chiamarsi Ernesto

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L’importanza di chiamarsi Ernesto, Atto I
– Non ho ritenuto educato ascoltare, signore.
– Peggio per te. Io non suono con precisione -chiunque riesce a suonare con precisione- ma io suono con un’espressione incantevole… La scienza la riserbo alla Vita – Sì, signore
– E a proposito di scienza nella Vita, hai preparato i tramezzini coi cetrioli per Lady Bracknell?

Un marito ideale, Atto II

Caro Robert, è una brutta storia. Molto brutta, davvero. Avresti dovuto dire tutto a tua moglie. I segreti con le mogli degli altri sono un lusso necessario alla vita moderna: così almeno mi dicono al circolo quelli che sono abbastanza anziani per saperne più di me. Ma nessuno dovrebbe nascondere la minima cosa alla propria metà, tanto lei immancabilmente finisce con lo scoprirla. Le donne hanno un intuito meraviglioso. Scoprono proprio tutto, meno le cose evidenti.

Il ventaglio di Lady Windermere, Atto III

 

Oh! Il pettegolezzo è una cosa deliziosa! La storia non è che pettegolezzo. Ma la diffamazione è un pettegolezzo reso noioso dalla morale. Ora, io non moralizzo mai. L’uomo che fa della morale è ipocrita, la donna che fa della morale è sicuramente brutta. Non c’è niente al mondo che si adatti così male a una donna come una coscienza non conformista. E sono lieto di poter affermare che la maggior parte delle donne lo sa.

 

Una donna senza importanza, Atto I

Miss Worsley, in Inghilterra non si usa che una ragazza parli con tanto entusiasmo di una persona dell’altro sesso. Le donne inglesi nascondono i loro sentimenti fin dopo il matrimonio. Poi li scoprono.

 

Un libro al giorno: Lettere di Jane Austen

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Che bel tempo che abbiamo! Forse non molti appropriato il mattino presto, ma molto piacevole all’aperto nel pomeriggio, e molti salubre – almeno tutti immaginano che sia così, e l’immaginazione è tutto. (L 11 del 1798, a Cassandra da Steventon)

Un libro al giorno: Viaggio in Francia in automobile

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L’automobile ha restituito al viaggio il suo incanto. Liberandoci di tutte le costrizioni e i contatti del treno… Primo fra tanti piaceri ritrovati è vil gusto di prendere una città alla sprovvista, giungendovi di soppiatto per vie secondarie e percorsi non segnalati cogliendo qui un aspetto intimo del passato, là un profilo nascosto da cinquant’anni e più dietro il brutto sipario delle massicciate la mole di ferro di una stazione comune.

Un libro al giorno: L’assenteista

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L’Assenteista la più lunga delle storie irlandesi di Maria Edgeworth, è una vibrata protesta contro il “landlordism” latifondista che conduceva una vita di lusso e stravaganze a Dublino e a Londra mentre i disgraziati affittuari erano vittime di amministratori ladri e prepotenti.

Ruskin ha dichiarato:”Imparerete assai meglio la politica dell’Irlanda leggendo l’Assenteista che non migliaia di pagine di libri-blu” sullo stesso argomento.

 

– Già, chiunque venga via dall’Irlanda deve ereditare un’immensa fortuna quando qualcuno viene a morte – commentò Sua Grazia. – ma al momento che cosa posseggono?
– Ventimila sterline all’anno…
– Io non so nulla di loro, non ho conoscenze fra gli Irlandesi. Torcaster sa qualche cosa su Lady Clonbrony, che ha trovato modo di attaccarglisi; ma io gli ho raccomandato di non compromettermi con loro. Positivamente non potrei allargare la cerchia delle mie conoscenze con nessuno e meno ancora con questo genere di persone.

(Capitolo 1)