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Buon Natale, Mrs. Brown

Titolo: Buon Natale, Mrs. Brown

Autore: Simona Fruzzetti

Disponibile con Kindle Unlimited

Trama

Sulla scia di Un tè con Mrs. Brown e sullo sfondo delle Cotswolds vestite a festa, Simona Fruzzetti torna con una novella natalizia ricca di humor, colpi di scena e un’atmosfera capace di scaldare anche i cuori più freddi.

Un reality show, un’adorabile vecchietta e un cottage vestito a festa.

Sta per avvicinarsi il Natale e Mrs. Brown riceve la risposta che tanto aspettava: Hatty House sarà il protagonista di una puntata di un reality show incentrato sul turismo. In caso di vincita, la somma di denaro messa in palio e la conseguente pubblicità potrebbero risollevare le sorti del pittoresco cottage nel periodo invernale. È questo il motivo, infatti, che ha spinto l’audace vecchietta a intraprendere la gara. Penny e gli altri membri della famiglia, dapprima scettici, si allineeranno ben presto all’idea di Mrs. Brown venendo risucchiati in un vortice di preparativi e… inaspettate sorprese.

RECENSIONE

Il ritorno nelle Cotswolds e al B& B Hatty House non fa altro che confermare la mitica Mrs. Brown protagonista indiscussa e incontrastata della serie. Un proseguo è ciò che tra l’altro auspico vivamente.

Se nel primo romanzo la storia d’amore tra la nipote Penny e lo scrittore Greg Turner aveva un po’ catalizzato l’attenzione del lettore, stavolta Hatty Brown emerge in tutto il suo spessore di personaggio fondamentale, ironica, sorniona, generosa e combattiva. La nonna che tutti vorremmo avere.

Nonna si affaccia e mi fa un cenno, è pronto. Facciamo colazione in silenzio come piace a noi mentre fuori è ancora buio. La fragranza del pane tostato si mescola all’aroma del caffè, creando quel particolare profumo che io chiamo casa.

La scrittura si dimostra ancora una volta incantevole: spiritosa e dolce al momento giusto, romantica eppure anche un po’ disincantata. Gli abitanti del villaggio da Aileen al dottor Moore o alle eccentriche sorelle Lockwood alla premurosa libraia Tilda, sono tratteggiati così bene che sembra di conoscerli da sempre e la trovata del reality show, una versione rimaneggiata per i B&B del nostro Quattro Hotel, assolutamente spassosa.

L’AUTRICE

Simona Fruzzetti si afferma come autrice self-publisher con due romanzi di successo a partire dal 2013: ‘Il male minore’ e ‘Chiudi gli occhi’. Successivamente pubblica per Piemme ‘Mi piaci, ti sposo’ e ‘Parigi mon amour’, entrambi inseriti nella collana digitale In Love. Nel febbraio 2017 torna al self-publishing con ‘Come hai detto che ti chiami?’ Nel 2020 pubblica il thriller ‘Io ti salverò’, finalista al Premio Garfagnana in Giallo Barga Noir. A marzo 2022 esce ‘Un tè con Mrs. Brown’, una commedia romantica ambientata in Inghilterra. A novembre dello stesso anno pubblica la novella natalizia ‘Buon Natale Mrs. Brown’.

Vive in provincia di Pisa dove si dedica alla scrittura e al suo blog.

Natale a Conerville di Jane Rose Caruso

Titolo: Natale a Conerville

Autore: Jane Rose Caruso

Kindle Unlimited

Trama

Pochi giorni a Natale e Melanie Sophie Spencer ancora non ha acquistato alcun regalo. Dopo la magnifica estate a Conerville, dove ha ritrovato ricordi preziosi e serenità, è tornata alla sua vita di psicologa affermata a Parigi e gli impegni l’hanno travolta, tanto da non farle percepire l’atmosfera natalizia.L’ultimo treno per Conerville è partito e Melanie è riuscita a prenderlo: sta tornando a casa, dove troverà canzoni natalizie, decorazioni, ciambelle glassate e gare di torte e dove, forse, l’aspetta la magia di un Natale indimenticabile.

Recensione

Natale a Conerville è un racconto natalizio, seguito di Il Sentiero delle Lucciole, che ti avvolge come un caldo abbraccio: ha il sapore di pan di zenzero e il tepore di casa.

Ameni paesaggi innevati e invitanti profumi della cucina riaccendono ricordi e speranze.

A Conerville, anche se è un piccolo villaggio lontano dagli splendori di Parigi, puoi trovare tutto quello che desideri, soprattutto l’atmosfera natalizia e il calore di casa.

Melanie ha tutto quello che potrebbe desiderare perché è diventata una psicologa affermata e il suo studio vanta una clientela rinomata ma a Conerville scopre di poter ritornare a essere se stessa.

Una grande casa con steccati tutto intorno, listelli bianchi in legno e il tetto spiovente, un portico grande sul davanti e tante lucine a contornare l’entrata per Natale. Percorsero il lungo viale passando sotto un arco con rose d’inverno intrecciate che invitava a entrare.

Lì accanto una grossa insegna piena di lucine penzolava con la scritta: “B&B il sentiero delle lucciole”.

Melanie sorrise e prese un respiro. Era tornata.

Jane Rose Caruso ha il grande pregio di farmi sentire a casa

Peaches e la Regina di Edith Layton

Titolo: Peaches e la Regina

Autore: Edith Layton

Genere: Novella natalizia

Traduzione: Sara Minervini

Trama

Il Natale sta arrivando nella Londra vittoriana. Un povero ragazzo che vive con la sorella modista nella periferia della città scopre che il suo gatto è scomparso e il suo vecchio cane non può vivere senza il gatto. Disperato, si mette a cercare e scopre che anche la Regina Vittoria ha smarrito la sua gatta preferita ei suoi tirapiedi stanno setacciando la città per trovarla in tempo, prima che la sovrana parta per trascorrere le vacanze natalizie a Balmoral.

Questa novella di Natale, dal sapore e dalle atmosfere dickensiane, racconta di come una giovane e seria guardia al servizio di Sua Maestà, il suo superiore stanco del mondo e uno dei criminali più astuti di Londra cercano, ciascuno a suo modo, di trovare il gatto giusto per restituirlo ai giusti proprietari, tutti, più o meno, con lo stesso scopo…

Dalla servitù a palazzo alle stanze della Regina, da Billingsgate alle taverne più malfamate, le avventure e le peripezie dei personaggi sono molte e c’è molto da imparare dall’amore di un gatto per un cane, di una sorella per il fratello, di un popolo per la sua sovrana e della sovrana per il suo popolo.

«Aveva rischiato tutto per un miracolo, perché il Natale stava arrivando e se mai c’era un tempo per i miracoli era quello»

RECENSIONE

Un racconto davvero singolare che per quanto storico, perché ambientato in epoca vittoriana, sceglie come suo protagonista un grosso gatto arancione.

Attorno a Peaches si muovono diversi personaggi che sembrano usciti dalle pagine di un libro di Dickens coinvolti nel mistero della sua sparizione. Su di loro incombe la maestosa e imponente figura della Sovrana. Contemporaneamente a lei anche una coppia di fratello e sorella hanno perso la loro gatta che rischia di essere scambiata con quella immediatamente ritrovata e restituita alla Regina. Con un ardimento particolare Theodore vuole raggiungere direttamente le stanze reali per riavere indietro la sua Peaches ma solo grazie a una serie di fortunate coincidenze e insolite circostanze riuscirà nell’intento. 

L’ironia sotterranea che percorre la storia, immancabilmente destinata a un rassicurante lieto fine, culmina nella conclusione a cui giungono la guardia e il criminale, che si ritrovano ugualmente beffati:

“Chi può dirlo? Gatti e donne”, disse Thomas, scuotendo la testa, “sono imprevedibili”.

La novella è natalizia nella misura in cui tutto si risolve per il meglio, sfoggia gli ingredienti di sempre ed è trasportabile in tutte le epoche. Buone azioni, animi nobili, ragazzi sfortunati e dei cuccioli da salvare, perfino un palazzo da espugnare e una Regina. Una bella fiaba che non trascende nella commiserazione ma con indefesso buonumore celebra il Natale.

Storie di Natale – Terzo Volume – Louisa M. Alcott

Storie di Natale – Terzo Volume

Louisa May Alcott

Edizioni Clicly

Terzo e ultimo volume della Lulu’s Librarym la raccolta di storie che Louisa scrisse a sedici anni per le sue sorelline e per dedicarle alla figlia di Emerson, Ellen, e che sarebbero uscite di lì a poco in una raccolta dal titolo Fiabe floreali. Le rivede a distanza di anni, nel 1887, per inserirle nella raccolta che porta il nome dell’amata nipotina.

Sinossi:

In questo terzo volume di racconti, uscito a Boston nel 1889, pochi mesi dopo la morte dell’autrice, Alcott accantona l’aspetto fantastico che aveva in parte caratterizzato le storie precedenti, e si concentra con sguardo attento e penetrante sulle piccole gioie, i dolori, le speranze e le delusioni di bambine e bambini delle classi più disagiate, in un’America fortemente industrializzata e disuguale, dove le sacche del disagio e dell’ignoranza sembrano espandersi, nelle città come nelle campagne. Con la sua sensibilità etica e sociale, l’autrice compone in questo volume degli «schizzi» di vita, liberandosi dal retaggio del buon vecchio Dickens per entrare nel cuore e nella mente dei suoi piccoli protagonisti. Ecco allora il peso della miseria e del lavoro minorile che logora anche l’attesa dei giorni di festa, ma al tempo stesso rilancia la generosa inventiva dei ragazzini poveri (Un tacchino di Natale); il miracolo terreno di un’assistenza mirata e caritatevole che ridona la luce e la gioia di vivere a una bambina colpita dalla cecità (L’allodola cieca); il romanzo di un giovane povero che sogna un futuro migliore e il cui talento viene sfruttato sordidamente da benefattori imbroglioni (Musica e maccheroni); i capricci dei bambini ricchi, deviati a fin di bene dalla lezione della realtà o dalle sagge memorie dei nonni (Il borsellino rosso, Lettino di bambola); ma anche il modernissimo ritratto di piccole donne in fiore, di varia estrazione sociale e culturale, che si confrontano, si scontrano, solidarizzano, con la voglia crescente di un’educazione e un’indipendenza tutta al femminile (Il segreto di Sophie).

Recensione

La raccolta si apre con un racconto intitolato Ricordi della mia infanzia e non esito a definirlo il più interessante per la quota autobiografica che reca con sé. Le lezioni, il teatro nel fienile, le corse a perdifiato, i grandi filosofi frequentati, i sacrifici e l’amore per la lettura: ecco raccontata in estrema sintesi la giovinezza poco spensierata di Louisa che però riesce a tracciare il suo soddisfacente bilancio:

Ogni esperienza andava a finire nel calderone per uscire come spuma, o evaporare in fumo, fino a che il tempo e la sofferenza non rafforzarono e purificarono quel misto di verità e fantasia, e una salutare sorgente per bambini cominciò a sgorgare con piacere e profitto.

Gli altri hanno per protagoniste, per la maggior parte, piccole donne e una delle questioni più ricorrenti è, oltre alla bontà d’animo, l’educazione/istruzione femminile. L’intento pedagogico è chiaro, se non tornassero a ricordarlo gli edificanti interventi di una occasionale zietta. Louisa vuole convincerci della fideistica certezza che il bene viene sempre ricompensato e la generosità e operosità femminili sono il miglior strumento d’azione. Queste storie non narrano di grandi avventure e ricchezze se non quelle che può procurare un cuore sollecito. I personaggi sono eroi ed eroine di cui è piena la vita quotidiana che compiono azioni altrettanto valorose. Lo sguardo comprensivo di Louisa non si ferma alle situazioni disagiate vicine a lei, ma riesce ad abbracciare con sensibilità lungimirante quelle analoghe, magari viste durante i suoi viaggi in Europa come nel racconto di Tino, Musica e Maccheroni, o quello dell’olandese Trudel, L’assedio di Trudel).

Con tanti ringraziamenti Tino lasciò il Grand Hotel, sentendosi troppo giù di corda per preoccuparsi più di tanto di quello che gli era accaduto, perché tutti i suoi bei sogni erano rovinati come quella cesta di porcellane delle Mille e una notte che un uomo aveva rovesciato a calci mentre sognava di essere un re.  

Una lezione di inclusività che riteneva utile impartire alla piccola Lulu.

Passando attraverso diversi registri, dal commovente de L’Allodola cieca, al fantasioso La festa dell’argenteria umanizzata, Louisa confeziona un regalo davvero speciale: che mentre insegna riesce a divertire.

L’arte di trasformare le ciglia aggrottate in sorrisi non è mai passata di moda, e le buone maniere rimuovono meravigliosamente le piccole preoccupazioni della vita.

È quindi per tutti questi motivi che gli insegnamenti che veicolano le Storie di Natale di Louisa sono sempre validi perché si appellano alla solidarietà umana e ai valori incrollabili della pietas e dell’amore.

La cioccolateria in Muffin Street di Jane Rosa Caruso

Titolo: La cioccolateria in Muffin Street

Autore: Jane Rose Caruso

Editore: More Stories

Trama 

Judith odia il Natale. Da quando suo padre è scomparso per lei questa festa è diventata il ricordo di una felicità perduta. Ora deve gestire da sola l’attività di famiglia, la Cioccolateria “Sherlock Holmes” al 221/B di Londra e sebbene sia innamorata del suo lavoro, portarlo avanti non è sempre facile. Per farlo, ha dovuto rinunciare ai propri sogni e chiudere a chiave il suo cuore. Le pareti profumate di cioccolato, zenzero e cannella della Cioccolateria, però, non sono esattamente ciò che sembrano e nascondono un grande segreto. E mentre la neve inizia a cadere candida su Londra e l’ennesimo Natale si avvicina, una serie di strani incontri e circostanze impreviste porteranno Judith a intraprendere un incredibile viaggio nella lontana ed esotica l’India; là dove si sono perse le tracce di suo padre tanti anni prima. Insieme all’amica e compagna di avventura Ofelia, risoluta donna dalla battuta pronta e il look anni ’50, Judith dovrà davvero improvvisarsi una piccola Sherlock Holmes. E anche fare i conti con il proprio cuore e il turbamento che prova di fronte a colui che forse è proprio la chiave di tutto il mistero. Riuscirà Judith a fidarsi dell’amore e credere ancora alla magia del Natale?

RECENSIONE

La storia di Judith ha il profumo dello zenzero e del cioccolato e sulla sua scia saremo trasportati insieme a lei e alla sua amica un po’ stramba Ofelia, da Londra a Nuova Delhi.

Con una vena di malinconia Judith affronta come ogni anno, da quando ha perso il padre, le festività natalizie. Sebbene la sua cioccolateria sia un angolo di pace e di coccole per il suo spirito provato, la ragazza deve conciliare mille pensieri e preoccupazioni legate al lavoro, alla madre, ai misteri irrisolti che gravano sulla sua vita. Judith sa bene che la vita è come il cioccolato quando dimostra di avere delle note dolci/amare.

Un incontro inaspettato con un personaggio che sembra uscito da un libro di fiabe natalizie riesce a sconvolgere la apparente tranquillità della routine quotidiana e Judith si ritrova a dover metter ein discussione quelle che credeva delle conclusioni assodate.

Camminò lentamente, scegliendo di percorrere la strada più lunga. Il colore della città la risucchiò. Le luci riflettevano la notte che si era adagiata come un manto. Gli occhi si perdevano in quello spettacolo. A quell’ora c’era poca gente per le strade, ormai erano tutti a casa. Eppure si incrociava una varia umanità. Nei palazzi, le luci accese lasciavano intravedere ombre in movimento, persone indaffarate dietro tende spesse che ne occultavano in parte la vita. Per strada, uomini che ormai non l’avevano più, una vita o che si erano smarriti in essa, cercavano di ripararsi dal freddo pungente di quella stagione. … Natale non era gioia per tutti. Lei lo sapeva bene.

Le descrizioni di Jane Rose Caruso sono così vivide da rendere reale l’immagine davanti ai nostri occhi. Le sue storie non sono affollate di personaggi ma quei pochi -ma buoni- che le abitano sono caratterizzati in modo speciale ed efficace, quel tanto che basta a farceli amare da subito e conoscere da sempre.

Pagina dopo pagina compaiono piccoli indizi che spingono Judith a considerare l’eventualità di un viaggio in India e anche se l’occasione le è presentata da Ofelia, è a quella terra che fanno capo le domande irrisolte della sua vita, che riguardano il padre, l’unione della sua famiglia, il suo cuore spezzato.

Il fascino della cultura indiana è scientemente riprodotto con sapienti tocchi di colore e di costume. Un viaggio di ritorno alle origini quello di Judith a Nuova Delhi, che inizia la sua scoperta proprio dalle origini delle fave di cioccolato così indispensabili per la cioccolateria in Muffin Street, fino a raggiungere la risoluzione del mistero, con una serie di coincidenze e circostanze fortunate.

L’aria era densa di profumi e la temperatura molto più piacevole di quella londinese. Un sole caldo splendeva in cielo e si specchiava nella lunga fontana. Sul prato ben curato pavoni bianchi facevano la ruota…. Annusò l’aria e chiuse gli occhi… In India c’erano segreti diversi, molto più speziati e colorati.

A testimoniare quanto Judith, ma anche la stessa Jane Rose Caruso, agli altri ci accompagna nella lettura una vera e propria colonna sonora composta per la maggior parte da canzoni natalizie che, oltre a rappresentare un trait d’union della storia, ne costituiscono il sottofondo ideale insieme a una fumante e densa tazza di cioccolata calda.

Racconti di Natale

Marchesa Colombi

Introduzione a cura di Silvia S. G. Palandri

Edizioni Croce

Sinossi

La presente raccolta racchiude, oltre a “Racconti di Natale” (1878), la principale produzione natalizia della Marchesa Colombi, qui proposta in un unico volume. La scrittrice parlando dei suoi racconti di Natale afferma: «Ho serbato l’abitudine di famiglia di dare grande solennità a questa festa, di celebrarla con auguri e doni. Ma ne ho serbato pure quel senso di commozione e di raccoglimento che mi ispirava nella mia prima gioventù». La Marchesa Colombi, distanziandosi dalla trama tipicamente dickensiana, in queste tristi storie racconta uno spaccato della vita dei più poveri, delle donne in difficoltà e dei bambini sofferenti. Ciò nondimeno, attraverso uno stile asciutto, a tratti prosaico, il suo obiettivo resta comunque quello di dimostrare come, nel giorno di Natale, la purezza dell’animo umano riesca infine a manifestarsi nonostante le avversità.

Recensione

Hanno un sapore antico queste novelle di vita di fine Ottocento, rievocano vecchie usanze venate di antica tenerezza e pudica malinconia e aprono una finestra sulla società italiana dell’epoca come testimonianza storica.

Una scrittura condensata, quella della Marchesa, efficace, di impatto. Il linguaggio pregno, realista, eppure delicato, evocativo, riesce subito toccante.

I racconti sono lunghi, densi, pieni di sentimenti non espressi, non detti; eppure, com’era nell’educazione e nel comportamento del tempo, travolgenti e assoluti.

Il Natale della Marchesa Colombi è amaro, crudo; lo stile è severo, tendente al monito, sotto l’egida nobile della festività da onorare.

Protagoniste nella maggior parte le donne: mogli rese previdenti e sagge dall’esperienza, ragazze sprovvedute o incaute per la giovane età, madri travolte da un amore struggente.

“Ed il Natale, la festa delle feste, quel giorno sacro alle gioie di famiglia, ai dolci scambi d’affetto, fu per noi un giorno profondamente doloroso”, racconta la bambina di Sogni dorati.

Nell’introduzione a cura di Silvia Palandri si sottolinea la centralità del tema del Natale nella produzione narrativa della scrittrice che lei stessa cerca di spiegare così nella dedica iniziale:

Ho serbato l’abitudine di famiglia a dare grande solennità a questa festa, di celebrarla con auguri e doni. Ma ne ho serbato pure quel senso di commozione e di raccoglimento che mi ispirava nella mia prima gioventù”.

100 Natali di Antonia Romagnoli

Dalla Prefazione

Il Natale è il periodo dell’anno che preferisco.

Dalla lettura di questo libro capirete anche quanto possa amarlo l’autrice, Antonia Romagnoli, che ha deciso di farvene innamorare perdutamente, se non lo siete già.

Il Natale è calore, casa, affetti e un pizzico di magia, ma anche attaccamento alle tradizioni e alle proprie radici. Ed è proprio questo che Antonia ha deciso di farci ritrovare andando a ricostruire la storia dei festeggiamenti natalizi, rintracciando al tempo stesso le origini della passione per quello straordinario periodo che è l’Ottocento.

Quella particolare affinità elettiva che lega a una determinata epoca storica, che nel caso di Antonia è immediatamente riconducibile a quella Regency & Victorian -inglese-, unitamente alla sua innata vocazione alla narrazione divulgativa sono gli elementi distintivi della sua figura di autrice, ma anche gli elementi trainanti di questa opera.

Una Summa di tutto quel che dovreste sapere -e non sapevate dove trovare-, sul Natale.

Un lavoro complesso e articolato, di ricerca, studio, approfondimento reso fruibile solo grazie alla sua immensa passione per il mondo e la cultura anglosassone e alla sua straordinaria capacità di entrare subito in sintonia con il lettore, arricchendolo anche suo malgrado.

Quello che ci propone Antonia è un viaggio mirabolante, ricco e interessante attraverso quella composita macchina colorata e intrisa di bontà che è il Natale. Un viaggio che passa anche e soprattutto attraverso i meravigliosi mondi che gli autori dell’Ottocento hanno saputo regalarci con i loro capolavori, ricreando al meglio la magia del Natale.

Durante una fermata allietata dai canti, intrisa di profumi invitanti e agghindata con le decorazioni in vischio e carta velina, potreste infatti scoprire che il Natale è invece soprattutto uno stato d’animo che coinvolge sentimenti universali di solidarietà e condivisione umana rintracciabili in ogni era e a ogni latitudine.

Non solo un compendio di tradizioni, usanze, costumi, che raccontano la Storia, ma un libro che fa bene al cuore e sa tenere compagnia, un libro che può riempire un vuoto e colmare una solitudine, insomma un libro un po’ speciale, come speciale è il Natale!

Romina Angelici

Descrizione

100 Natali – Sono quelli del 1800, il secolo in cui, con un poco di approssimazione, si dipanano le epoche Regency e Vittoriana. In questo lavoro, una piccola opera divulgativa, non un saggio, vi voglio accompagnare come lo Spirito dei Natali Passati a conoscere le origini di tante tradizioni perdute, di altre ancora presenti nelle nostre case, a caccia di leggende e di storie vere che hanno reso il Natale la festa che conosciamo oggi e che spesso incontriamo nei libri, nei film e che magari non comprendiamo del tutto. Ho cercato per voi immagini e ricette, per entrare ancor di più in questa realtà così distante eppure vicina.

L’angelo dei bassifondi (Natale- Christmas novel) 

Titolo: L’angelo dei bassifondi (Natale- Christmas novel) 

Autore: AnneMarie Brear 

Editore: PubMe (29 novembre 2021)

Collana: Literary Romance 

Genere: Romance breve – novella natalizia 

Tradizione a cura di Mara Marinucci 

Disponibile su Amazon e con Kindle Unlimited

Sinossi

York, Inghilterra 1881

Dieci anni prima, Victoria, insieme al marito, il dottor Joseph Ashton, inaugura la Ashton Home for Women and Children, un luogo dove donne indigenti che cercano rifugio dalla povertà, dagli abusi, dall’abbandono possano trovare sollievo dalle privazioni della vita. Portano con sé i loro bambini malati e malnutriti. Cercano di nascondersi da un mondo duro che le costringe a leccarsi le ferite. Assieme a Victoria, e al sostegno delle sue aiutanti, queste donne possono ricominciare. Georgiana Carter, senza un soldo e da poco vedova, è alla disperata ricerca di un posto dove stare; ha bisogno di un tetto per i suoi figli e un pasto caldo. Inseguire quella sciocca idea di scappare con un barcaiolo finisce in un disastro, allontanandola dal suo ricco padre; egli la rivorrà mai nel suo cuore? Ruthie Benson deve scappare. In difficoltà e sofferente ai continui maltrattamenti del fratello, ha bisogno di aiuto prima che il suo segreto sia scoperto… Ma dove può rifugiarsi? Queste sono solo alcune delle donne di cui Victoria si prende cura e a cui dà asilo mentre lavora nei bassifondi di York. Ma a quale prezzo? Sta forse dimenticando i bisogni della sua, di famiglia? Victoria salverà Georgiana e Ruthie, o è troppo tardi? Mentre le campane di Natale risuonano sulla città e l’atmosfera natalizia permea le strade di York, il lieto fine è dietro l’angolo, basta crederci e non perdere mai la speranza.

Il seguito natalizio del romanzo bestseller di Amazon “L’Angelo dei bassifondi” (Recensione qui)

RECENSIONE

Mrs Ashton è riuscita nel suo intento cioè quello di realizzare una casa di accoglienza per donne abbandonate e in difficoltà. Decisa a dare loro una nuova possibilità e una nuova vita Victoria accoglie nella sua struttura quelle che trova nei quartieri dei bassifondi dove ogni tanto ritorna in visita o quelle che si presentano direttamente al suo cancello.

Tra le sue amiche, le persone fidate di sempre, infermiere e collaboratrici e i suoi stessi figli, lei e Joseph hanno creato una famiglia nella famiglia e si prodigano ogni giorno, non solo a Natale, per fare del bene.

In questo Natale particolare conosciamo la storia di due ragazze.

Georgiana Carter è stata ripudiata dalla famiglia per aver sposato un barcaiolo ed essere fuggita con lui; rimasta vedova e con due bambini da sfamare viene letteralmente salvata dall’angelo Victoria.

Ruthie nutriva tante speranze per il suo futuro, specialmente quella di sottrarsi alle angherie di suo fratello alcolizzato e violento e sistemarsi con il suo Micky. Scopre però che questi l’ha abbandonata dopo averla sedotta e rischia la vita nel tentativo di disfarsi di quella che porta in grembo. Victoria la sente urlare sotto le percosse del fratello e senza pensarci due volte corre a salvarla.

Queste sono solo due delle tante storie e delle tante vite che i coniugi Ashton incrociano sul loro cammino.

Se il crudo spettacolo delle bassezze a cui conduce la miseria umana può rattristare, il messaggio di questa novella è davvero rincuorante perché pieno di positività e di speranza.

La mattina della Vigilia di Natale sorse luminosa. La luce brillante del sole invernale attraversava le fessure delle tende nel dormitorio, accecando le donne e i bambini svegli. 

AnneMarie Brear non ci delude nemmeno in questa breve ma intensa novella natalizia. 

Natale in rosa!

Titolo: Dreaming of a pink Christmas (Natale in rosa)

Autore: Sara P. Grey

Genere: Romance, rosa contemporaneo, romantic comedy

Disponibile su Amazon e con Kindle Unlimited

Novella natalizia autoconclusiva. Derivata dal romanzo: “Non cercavo l’amore…è stato lui a trovarmi!”

Sinossi

Ma facciamo un passo indietro, e cominciamo dalle presentazioni: mi chiamo Adelasia Malsavora Castelli e, nonostante il nome da principessa, alle fiabe ho smesso di credere già da un po’. Così come alla fata madrina, a Babbo Natale, agli elfi mangiacalzini, e alla popolazione di creature magiche, generose e dispettose in egual misura, che a quanto pare non ha smesso di credere in me, invece. Chi altri si inventerebbe, infatti, di farmi assegnare l’ingrato compito di organizzare una festa della Vigilia avendo a disposizione un mese di tempo, un budget risicato e un’unica linea-guida: che sia tutto… rosa!? «Perché se non te la concedi a Natale qualche follia, allora quando?»

Spoiler alert: preparatevi a incontrare vecchi e nuovi amici, a sperimentare la vera magia del Natale, a riempirvi le narici del profumo del pan di zenzero appena sfornato e a ricoprirvi di glitter e tanto, tanto rosa

RECENSIONE

Avevo voglia di leggere la prima novella natalizia ed è stato come mi aspettavo: ritemprante!

Una storia natalizia moderna, frizzante, intrisa di sentimenti, non necessariamente commovente perché si sa, i fenicotteri rosa e la signora Olimpia Brambilla non avrebbero ammesso nemmeno di versare una lacrima.

Divertente il piglio con cui Sara P. Grey affronta e sviluppa il filone secondario del suo romanzo Non cercavo l’amore… è stato lui a trovarmi!. Se in quel caso i protagonisti erano lo scontroso Ruggero e l’intraprendente Isabella, in questo Natale in rosa la protagonista è Adele, no Adelaide, no anzi… Adelasia!

Lo dice anche lei: un nome da principessa, da nobile, che decide di lasciare Catania e il palazzo di famiglia per iniziare la sua carriera come ricercatrice di beni culturali mettendosi a servizio della signora Olimpia Brambilla che gestisce l’omonima fondazione.

Il Natale in rosa è la sfida che le viene proposta e che con i beni culturali c’entra poco o niente, ma che gusto ci sarebbe a cimentarsi in un’impresa facile?

Ci immergiamo per le vie di Milano dove tutte le vetrine e le strade pullulano di addobbi natalizi colorati: rosso, verde, oro, argento, sì… ma di rosa ci sono solo i fenicotteri di un giardino semi abbandonato.

Inutile dire che Adelasia non troverà solo gli stangoni pennuti ma anche un esemplare umano molto premuroso e gentile, uscito dal nulla… o dalla Magia del Natale?!

«Nessuno dovrebbe essere triste nel periodo di Natale, è contro la Legge!» «No che non lo è!» protesto. «Dovrebbe» insiste. «Di solito non attacco bottone con le sconosciute per strada, ma con te non lo so… mi è sembrato che ne avessi bisogno. 

Natale è calore umano, è aiuto reciproco, la molla giusta per ritrovare fiducia negli altri e in se stessi e perché no, anche l’Amore!

«Hai fatto come ti ho detto e chiesto a Babbo Natale, eh? Ben fatto, hai ascoltato tutti i miei insegnamenti, e hai imparato il più importante.» «Eh? Quale?» la fisso sconcertata. «Hai capito che il Natale non è fatto di cose, ma di persone. Guarda questo posto, non è mai stato così animato, così vivo, da quando ci sei tu. Era tutto ciò che volevo fin dall’inizio.» Ha gli occhi lucidi e le guance rosse come mele mature, è commossa.

Mi fermo qui, non voglio rovinarvi il piacere di leggere un Natale in rosa.

Consiglio la versione cartacea assolutissimamente: piena di contenuti extra, fidatevi!!!!