Archivio | Maggio 2014

Un giorno

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Alla luce elettrizzata del mattino

Spuntano casupole

Come ciuffi d’erba tenera

In mezzo ai prati sbiaditi

Il manto dorato cinge i fianchi delle colline

Che sfumano all’orizzonte

E il tintinnio argentino delle foglie

Disperde il sonno del cardellino

E i pensieri affastellati

Che raggi arditi accendono fluorescenti

In lattiginose striature.

Non c’è brezza allora

Che li dissolva ma placido

lo scorrere del tempo ricorda

L’appuntamento col destino.

Sì come il disco pieno di vitalità

Incendia

I desideri e le speranze in esplosione

Tanto il tramonto è lento ed improvviso

Al volgere del giorno

Quando spenti sono tutti gli sguardi

E le membra il riposo

Preferiscono all’azione.

Un solo giorno è dato

All’essere umano

Pur nel rifulgere di tanta bellezza

Inesorabile sarà il declino

Ed effimera l’affermazione di sé.

Si corica il sole dopo ogni suo ciclo

Così come l’esistenza terrena di ogni creatura

Che guarita dal protagonismo

Ritorna nuda anima

E s’invola.

Charlotte Collins, un sequel derivato.

Charlotte Collins, è il secondo e nuovo libro pubblicato dalla casa editrice To be continued che fa giungere in Italia, per la gioia delle molte lettrici appassionate di Jane Austen, un altro romanzo ispirato ad Orgoglio e Pregiudizio, e fino ad ora non ancora disponibile nella nostra lingua.

Il libro si presenta benissimo e predispone ottimamente alla lettura l’essere accompagnato, con premura tutta femminile, da un segnalibro illustrato e rifinito da un fiocchetto rosso.

Nessuna parola se non “ispirato” può rendere meglio il concetto di un romanzo che prende spunto e avvio dalla strada maestra per avventurarsi su un sentiero diverso, ramificato dal maggiore ma con il suo svolgimento e i suoi snodi e percorsi. Così accade in “Charlotte” che arriva per rispondere alle domande che tantissime di noi si saranno fatte quando, trascorsa la visita di Elizabeth a Hunsford, si chiude il sipario sul triste (o così almeno ci è sembrato di capire che fosse) ménage coniugale tra Charlotte Lucas e Mr. Collins. Penso quasi tutte di noi hanno provato compassione per il futuro che si profila per Charlotte e nessuna avrebbe voluto restare accanto a Mr. Collins, altro che salottino in disparte!

La scrittrice Karen Aminadra ha forse cercato di riabilitare il personaggio di Charlotte facendola brillare di luce propria e riscattandola da un destino che sembrava veramente pessimistico (quante di noi hanno preferito stendervi un velo pietoso!) facendone però un’altra persona e sovvertendo un po’ tutti gli altri personaggi che già conoscevamo e avevamo incontrato in Orgoglio e Pregiudizio.

Charlotte infatti, rendendosi conto ogni giorno che passa che le sue decisioni e i suoi desideri sono messi in secondo piano dal marito rispetto al volere di Sua Signoria, Lady De Bourgh, viene puntualmente informata di tutto ciò che accade alla canonica (soprattutto delle intemperanze della neosposa), comincia a guardarsi intorno e scopre di aver suscitato l’ammirazione e forse anche qualcosa di più, del colonnello Fitzwilliam. Lui la aspetta nei sentieri per poter passeggiare insieme con lei, riproponendo un po’ gli “agguati” di Darcy ad Elizabeth, ma Charlotte capisce che è sbagliato trovare soddisfazione altrove preferendo invece rivalutare l’uomo che ha sposato riuscendo persino a farsi apprezzare da lui e sostanzialmente a cambiarlo.

Non possono trovarmi d’accordo gli sviluppi dei caratteri del colonnello Fitzwilliam e nemmeno di Mr. Collins. In quella tentazione di infilarsi in una relazione extraconiugale per soddisfare le frustrazioni matrimoniali o di spiegare il comportamento ossequioso di Mr. Collins con un’infanzia mortificata da un rapporto con la figura paterna svilente ravvedo elucubrazioni di psicologia spiccia del tutto moderne, nonché considerazioni da rubrica di cuori infranti delle riviste femminili. Per non dire poi che lo stesso innamoramento del colonnello è poco credibile perché a suo tempo aveva mostrato di avere un debole sì, ma –suscitando la gelosia di Mr. Darcy- per Elizabeth e non per Mrs Collins che durante la prima visita era stata dallo stesso cortesemente ignorata.

Penso che si sia un po’ troppo calcato la mano anche su Lady Catherine De Bourgh e completamente tralasciato la figlia Anne. Zia Jane trattava tutti con bonaria ironia e forse per loro avrebbe pensato ad una riabilitazione, chissà… così mi piace pensare e non ad una condanna definitiva e irreversibile che è stata tratta più da altri sequel che dall’impianto originale.

La traduzione è semplice e lineare, risente del tipo di prosa asciutta e scarna che tradisce la contemporaneità della composizione e una certa povertà di contenuto e ritmo narrativi.

Non dimentico che non avrei potuto formulare alcun giudizio (che peraltro verte sui contenuti ed è dettato dall’intransigenza di una Janeite integralista), se non ci fosse stato il prezioso lavoro di questa giovane e propositiva casa editrice alla quale come lettrice sento di dover esprimere solo gratitudine.

http://www.becontinued.it

Giudizi

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Sentinelle incappucciate

incombono con pesanti giudizi

su sonni inquieti,

congetture fumose

che annebbiano la vallata spenta.

Come grano pettinato dal vento

scorrono i pensieri

in direzioni oblique

mentre esili desideri

pullulanti come papaveri

avvampano pudichi

prima di essere inghiottiti

dalle spighe serrate

imbiondite al sole.