Ah Londra, adoro andare in città e mi do anche una certa aria di importanza quando posso affermare, senza tema di smentita nella nostra cerchia, che vado a Londra per i miei affari. Difficilmente il viaggio mi crea noie e le locande di posta presso la quali sostiamo, sono un vero coacervo di umanità interessante e laboriosa; quando poi giungo a destinazione, ci pensa Madame Bigeon, la governante di Henry che si occupa di lui da una vita (dai tempi della povera Eliza), ad alleviare qualsiasi imbarazzo di stomaco e a rendermi pronta e in forze per affrontare la città.
Non che i viaggi in diligenza siano una passeggiata: devo ammettere che più di una volta abbiamo rischiato di perdere una ruota e addirittura persino il mio bagaglio. Fortunatamente le mie cose sono state recuperate e il baule è giunto a destinazione con un solo giorno di ritardo.
D’altro canto ho uno stomaco di ferro che mi permette di affrontare con grande stoicità l’ondeggiare dell’abitacolo e le lamentele di nostra madre, almeno in quelle felici occasioni in cui è lei la mia compagna (qui ci sarebbe voluto uno svolazzo della penna per sottolineare l’ironia della mia espressione, cosa che voi oggi fate con una di quelle faccine impertinenti!)
In sostanza mi ritengo molto fortunata ad avere un fratello che abita a Londra, in città gli svaghi sono molto più numerosi e ricercati rispetto a quelli che può procurare un Vicinato pettegolo.
Infatti, mi domando spesso: Per cosa viviamo a fare se non per far divertire i nostri vicini, e ridere di loro a nostra volta?
Comunque, quando sono in Henrietta Street, adoro andare a teatro e fare acquisti, anche se quando sono da sola mi devo accontentare di sbrigare commissioni per nostra madre e acquistare mussolina a buon mercato, mentre quando sono in visita con mia nipote Fanny non badiamo a spese e frequentiamo i migliori negozi.
L’economia femminile può fare molto, ma non può cambiare un piccolo reddito in uno grande.
Di mussola c’è sempre bisogno in una casa, come del tè, perché la mussola si presta sempre per qualche uso. Non si può mai dire che la mussola vada sprecata.
Devo ammettere che passerei intere giornate alla Grafton House dove potrei trovare di tutto. Le mercerie sono molto pericolose per me.
Ultimamente mi sono rovinata per un nastro di raso nero con un bordo di perline; e ora sto cercando di applicarlo con un motivo a Roselline, invece di metterlo in una semplice doppia treccia.
Non sempre però le visite in città con le mie nipoti sono così piacevoli. Dal parrucchiere non si sa mai come andrà a finire mentre dal dentista sono sempre dolori. Durante le sedute, pianti e strepiti arrivano fin dietro la porta del suo studio, tanto da farmi decidere di riportare a casa il mio mal di denti al quale sono ormai affezionata. Ho già avuto una brutta esperienza con il parrucchiere che, se possibile, è altrettanto impietoso. É stato molto puntuale e mi ha arricciato i capelli a un ritmo eccezionale. Pensavo di essere orribile e desideravo un cappellino, ma le mie compagne mi hanno zittito con la loro ammirazione. Avevo solo un po’ di velluto intorno alla testa.
Tutto sommato i miei soggiorni a Londra sono sempre piacevoli, ma con poco da dire di essi in fatto di novità rilevanti; due o tre cene a casa, alcuni deliziosi giri in calesse, e tranquille bevute di tè con i nuovi conoscenti: questa può esserne la loro eloquente sintesi.
Ciò nonostante servono a movimentare la mia vita e a farmi sentire meno sola, oltre che a fornirmi nuovi spunti per i miei romanzi. E poi, confesso che nutro la segreta speranza di incontrare Robert Ferrars da Gray mentre sceglie un astuccio per stuzzicadenti: non me lo perderei per niente al mondo!