
La lettura si conferma un viaggio meraviglioso con compagni sempre nuovi da scoprire e il romanzo di Stella Stollo si rivela un mezzo di trasporto straordinario in questo senso.
Berthe Morisot, tormentata dalla ricerca di se stessa nella pittura e combattuta tra il desiderio di amare e di essere amata, è stata ricordata più per il suo legame con i fratelli Manet che per i suoi meriti intrinseci e le spiccate doti artistiche che ne hanno fatto una delle pochissime esponenti femminili del movimento degli Impressionisti francesi.
Le impressioni di Berthe ci conduce alla scoperta di un mondo noto, quello degli Impressionisti, e di un mondo meno noto, al loro interno, fatto di relazioni e legami interpersonali dai risvolti umani determinanti prima che artistici.
Berthe è una ragazza benestante, appartenente alla buona società borghese, cresciuta al Louvre tra i quadri dei classici da studiare e copiare, innamorata dell’arte e smaniosa di emanciparsi attraverso di essa facendone la sua professione. La conoscenza con Edouard Manet, già famoso, segna l’inizio del suo risveglio. Il sodalizio con il pittore e maestro, di cui è alternativamente musa, modella e allieva, è intenso, burrascoso e altalenante. Berthe è alla ricerca della sua verità nell’arte, nella vita e nell’amore.
Passerei tutti i miei giorni a guardarlo e ad ascoltarlo, a setacciare con lui il pulviscolo di istanti in sospensione nell’eternità…
Edouard è sposato e l’attrazione irresistibile che li spinge l’uno verso l’altra può trovare manifestazione solo sulla tela, attraverso colori e sfumature degli innumerevoli ritratti per cui lui la prega di posare.
Le violette significano costanza, mi hai detto un giorno. Sono il simbolo del nostro legame, ostinato e cieco, sentimento selvatico che non vuol sentir ragioni.

Berthe è combattuta tra questa passione disdicevole, un fatale sentimento di odio-amore per Edouard e la tenerezza e l’affidabilità dimostratele dal fratello di lui, Eugene, che da sempre la ama e la ammira.
Se l’occhio trasmette al pennello le infinite nuances di colori che si rispecchiano nell’acqua o nel candore di un viso, il tumulto di sentimenti e di passioni che albergano il suo cuore non trovano via d’uscita.
So captare la luce e la sua impressione più suggestiva ovunque essa si posi: sugli abiti di Edma, sull’acqua del fiume, sulla foglia di un albero.
La sensibilità di Berthe, la sua reattiva emotività, l’amore speso nei rapporti con i suoi familiari e amici, sono la chiave di lettura dei suoi quadri e dei suoi acquerelli che meglio rimandano le impressioni delle sue visioni nel suo cuore.

Dopo il grigiore della guerra franco prussiana del 1870, un’artista più matura e consapevole si impone sullo scenario della pittura parigina per tecnica e ideologia artistica assolutamente non convenzionali, ritagliandosi il suo spazio di celebrità accanto ad artisti del calibro di Monet, Degas, Renoir…
Degas è nel giusto quando afferma che se si parla di arte non si devono nominare né uomini né donne ma solamente artisti. Tuttavia, dobbiamo tener presente una cosa: per indurre il mondo ad accettare questa grande verità, come donna, avrai bisogno di un gruppo di amici, affini per intenti e disposizione d’animo, la cui stima e il cui affetto ti sia di sostegno e aiuto. E io credo che tu abbia già acquisito questa consapevolezza.
In questo libro non si parla solo di Berthe Morisot come pittrice impressionista, ma anche e soprattutto di lei come giovane donna, svelando e approfondendo il suo lato più intimo e umano.

Lo stile utilizzato per la narrazione che ricorre a punti di vista diversi e compie frequenti incursioni nella sfera più privata di Berthe in particolare (ma anche leggendo i pensieri reconditi di Edouard) riportando brani epistolari, ma ancora di più con il flusso di coscienza libero, offre una visione a tuttotondo della protagonista mettendo il lettore in diretto contatto con i personaggi che hanno contornato il mondo di lei. La cronologia della storia procede attraverso l’alternanza dei momenti dell’allestimento della mostra retrospettiva curata, nel 1896, presso la galleria Durand-Ruel da Degas, Renoir e Monet con la figlia Julie e la sorella Edma Morisot, e il racconto della circostanza effettiva che ha originato la singola opera, fungendo da collegamento continuo tra passato e presente; il tutto raccordato da una circolarità che fa aprire il libro con il capitolo intitolato “La festa del fidanzamento – Parte prima” e lo fa concludere con il capitolo dal titolo “La festa di fidanzamento – Parte seconda”.
Una lettura che mi ha emozionato e arricchito enormemente e che consiglio