Archivio | ottobre 2017
Emozioni a fuoco lento
La madre sbagliata di Sally Hepworth
La piccola bottega del tè di Caroline Roberts
Nel Tunnel di Sarajevo di Giano Sirov
Questo libro ti fa toccare con mano l’orrore della guerra di Sarajevo e constatare quanta ignoranza non scusabile aleggi intorno alla questione dei Balcani. Crudo e crudele allo stesso tempo, è scritto benissimo, senza commiserazioni e pietismi. Perché la guerra è un crimine dell’essere umano contro se stesso.
Un thriller, originato da un caso giudiziario, che scopre una spirale di dolore e vendetta e realtà inimmaginabili. Un racconto scritto a quattro mani da un autore Giano bifronte che tra passato e presente cerca di dimostrare che a tutto c’è una spiegazione, che gli ideali non sono seppelliti nei libri di storia e si può ancora vivere e morire per affermare i propri diritti, primo fra tutti quello a essere liberi. E che ci sono guerre di serie A o serie B, ma la guerra è sempre ingiusta.
La piccola libreria di Venezia
Pink Ottobre e La Scapigliatura.
Su questo numero di Pink c’è anche il mio articolo sul libro
La Scapigliatura e il 6 febbraio 1853
di Cletto Arrighi
Graphofeel edizioni
Quando un libro ti spinge a riaprire i testi di scuola non soltanto conferma un’antica verità e cioè che non si finisce mai di imparare, ma attesta che il viaggio all’interno e attraverso di esso è stata un’esperienza totalizzante.
Questo è ciò che si prova alla lettura del romanzo La Scapigliatura e il 6 febbraio 1853 di Cletto Arrighi (anagramma di Carlo Righetti). Il testo rappresenta il manifesto programmatico del movimento politico-letterario della Scapigliatura che prese le mosse da Milano verso la metà dell’Ottocento. In un periodo di disordini e di messa in discussione dei rassicuranti ideali borghesi questo romanzo segna la presa di consapevolezza, con conseguente dichiarazione di intenti e di ideali, di questo gruppo di artisti dalla provenienza più disparata. L’autore ne fornisce la definizione:
“In tutte le grandi e ricche città del mondo incivilito esiste una certa quantità di individui di ambo i sessi, fra i venti e i trentacinque anni, non più; pieni d’ingegno quasi sempre; più avanzati del loro tempo; indipendenti come l’aquila delle Alpi; pronti al bene quanto al male; irrequieti, travagliati,… turbolenti -i quali- o per certe contraddizioni terribili fra la loro condizione e il loro stato – vale a dire fra ciò che hanno in testa e ciò che hanno in tasca – o per certe influenze sociali da cui sono trascinati -o anche solo per una certa particolare maniera eccentrica e disordinata di vivere … meritano di essere classificati in una … casta sui generis… io l’ho chiamata appunto la Scapigliatura”.
Miss Charity
Chi potrebbe immaginare che Miss Charity, intelligente e incompresa bambina inglese nata nel 1870, sia un personaggio concepito da una scrittrice contemporanea e francese, Marie Aude Murail, non nuova in verità alla letteratura per ragazzi?
Miss Charity non è solo un romanzo per adolescenti, ma un campionario di letteratura inglese cui attingere per creare una nuova, sorprendentemente e verosimile biografia femminile.
Se Beatrix Potter immaginava una nidiata di conigli, Miss Charity alleva nella sua anticamera al terzo piano dove vive confinata la maggior parte della giornata, il suo Master Peter, ma anche topolini, un corvo, un’anatra. La sua istruzione è demandata a Miss Blanche che le trasmette la passione per l’acquerello che unita a una speciale sensibilità e un acuto spirito d’osservazione le permette di popolare la sua solitudine di storie intrecciate tra i suoi amici animali.
Spettatrice disincantata del mondo patinato e interessato in cui si muovono le frivole cugine si autoesclude intenzionalmente dalle loro strategie matrimoniali anche a rischio di essere etichettata come troppo originale. Da sempre è innamorata di un compagno di giochi d’infanzia, e non lo sa. Kenneth Asley fa l’attore per guadagnarsi da vivere e gode di pessima fama, ma senza alcun pregiudizio lei si accontenta di guardarlo da lontano dispensandogli saggi consigli ogniqualvolta le loro strade si incrociano casualmente o meno.
Quando scopre di poter monetizzare le sue storie illustrate per bambini con gli editori Marshall padre e figlio i suoi orizzonti si dischiudono, la cerchia di conoscenti si allarga, l’autostima cresce nella consapevolezza del proprio valore. Il rapporto con i genitori che l’avevano per tutta l’infanzia e l’adolescenza volutamente trascurata e ignorata si riequilibra: con il padre si impone con la propria importanza economica (tanto da poter offrire la somma necessaria per l’acquisto del cottage delle vacanze), quello con la petulante madre non conosce compromessi o sconti.
Inesorabile Miss Charity conduce la sua vita ritirata, tollerante, rispettosa degli altri in quanto esseri umani, risoluta a fare del bene. La proposta di matrimonio da parte del giovane Marshall, nella cui allegra e numerosa famiglia è stata entusiasticamente accolta, dapprima allettante, è riconsiderata con grande coraggio e sincerità.
Non teme Miss Charity il giudizio altrui, non è schiava delle sue origini nobili; non esita ad abbracciarsi la gonna per entrare nelle acque del fiume a imparare la pesca a mosca, diventando compagno del padre, come quel figlio che lui aveva tanto desiderato, e neppure teme di travestirsi da uomo per andare a salvare Mr Asley dalla perdizione dell’alcol e del fumo.
In cambio di una dedica al nipote di Bernard Shaw sul suo libro di prossima uscita, riesce a procurare a Mr Asley una parte che lo aiuta a risollevarsi dalla rovina in cui è stato trascinato dalle sfortunate traversie di Oscar Wilde, suo precedente mecenate. Finalmente si dichiarano il reciproco amore e senza tanti fronzoli si sposano.
Nella IV di copertina si legge un esplicito riferimento a Jane Austen alla quale il romanzo farebbe omaggio: non solo nella riproposizione di circostanze e personaggi simili, ma anche nell’uso incisivo dei dialoghi e dell’ironia. In verità la storia principale segue la biografia di Beatrix Potter, la cui predilezione per gli animaletti è pressoché identica in intensità e fortuna. Le incursioni nella stagione teatrale londinese di fine Ottocento con l’avvicendamento sui palcoscenici di Oscar Wilde e Bernard Shaw (a discapito del primo incarcerato per accuse di omosessualità), sono condotte con sapienti e competenti riferimenti e citazioni. Il lieto fine suggella il concludersi della fiaba che non ha taciuto le brutture e i compromessi della vita.
La lucida follia con cui gli occhi di Miss Charity hanno guardato il mondo le ha anche permesso di sopravvivere alla di esso spietata ipocrisia.
Il giardino di Elizabeth von Arnim
Impossibile non essere contagiati dalla sua passione per il giardinaggio