L’enciclopedia delle fate di Emily Wilde

Titolo: L’enciclopedia delle fate di Emily Wilde

Autore: Heather Fawcett

Traduzione: Alice Casarini

Editore: Mondadori

Trama

Emily Wilde è brava in molte cose: è la massima esperta di fate; è una studiosa geniale, una ricercatrice meticolosa e sta scrivendo la prima enciclopedia al mondo dedicata alle leggende su queste creature. Ma Emily Wilde non è brava con le persone. E infatti, quando, nell’autunno del 1909, arriva nel remoto villaggio di Hrafnsvik, non ha alcuna intenzione di fare amicizia con i burberi abitanti. Né tanto meno le interessa trascorrere del tempo con l’altro nuovo arrivato: Wendell Bambleby, suo rivale accademico, in grado di ammaliare chiunque. Ma mentre Emily si avvicina sempre più ai segreti dei Nascosti, le fate più sfuggenti, si ritrova anche sulle tracce di un altro mistero: chi è davvero Bambleby? E cosa sta cercando? Per trovare la risposta, Emily dovrà sciogliere l’enigma più grande di tutti: il suo cuore.

RECENSIONE

Devi essere innamorata del mondo fatato per pensare di compilare una enciclopedia dedicata. E oltretutto in condizioni proibitive offerte dal freddo e sperduto villaggio di Hrafnsvik, ostico come le sue consonanti. 

Ed Emily Wilde, la professoressa di Cambridge, lo è.

Il viaggio da Londra richiede cinque giorni e l’unica imbarcazione che arriva fin qui, una volta alla settimana, è una nave da carico che trasporta un’ampia varietà di merci e una gamma molto più ridotta di passeggeri. Ci siamo avventurati dritti verso nord, schivando gli iceberg, mentre io camminavo sul ponte per tenere a bada il mal di mare. Sono stata tra i primi ad avvistare le montagne coperte di neve che spuntavano dall’acqua e i tetti rossi del piccolo villaggio di Hrafnsvik, accoccolato ai loro piedi come Cappuccetto rosso con il lupo che incombe alle sue spalle.

Lo stile documentaristico induce a considerarlo uno storico mentre la forma diaristica insinua elementi personali e variazioni del tutto impreviste. La storia di Emily, la ricercatrice del Piccolo Popolo, è movimentata dall’ingresso in scena del suo collega, Bambleby sulla cui natura lei nutre forti dubbi. Bambleby, infatti, ha un aspetto etereo, non convenzionale, un carattere impositivo e modi suadenti; si trova a proprio agio tra foreste, sentieri e montagne, anche laddove la natura del luogo -e i suoi abitanti- sarebbero inospitali.

In questo scritto intendo fornire una descrizione fedele delle mie attività quotidiane sul campo atte a documentare una sottospecie enigmatica del Popolo fatato detta “i Nascosti”. Questo diario adempie a due scopi: aiutarmi a ricordare tutto per quando giungerà il momento di compilare il resoconto formale sulla ricerca sul campo e fornire un punto di partenza per gli studiosi che verranno dopo di me, qualora io dovessi essere catturata dal Popolo fatato.

Definito cozy-fantasy, questo genere mi affascina ma non mi convince completamente. Non è così confortevole né confortante per me leggere una storia ambientata in un universo parallelo popolato da fate, elfi e altre strane creature.

Alla fine, quello che doveva essere per Emily uno studio condotto per scrivere un libro, si trasforma in una vera e propria avventura per aiutare il Principe delle Fate a riconquistare il suo Regno perduto.

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