Sanditon, l’incompiuto di Jane Austen e la serie tv

Adesso guardiamo nello specifico quanto la lettera di Jane Austen è stata più o meno travisata nella sceneggiatura della serie tv limitandoci alla prima stagione.

Charlotte Heywood è presentata come una ragazza ingenua, dotata di spirito pratico ma abituata forse a dire troppo facilmente ciò che pensa; le sue supposizioni vengono presto stroncate dall’intransigente Mr Sidney Parker.  E secondo me pur con alcune licenze, il personaggio originario è stato ben sviluppato; l’eroina compie sempre un percorso di maturazione ed emancipazione di cui in potenza possiede però già le buone premesse e i positivi valori (grazie alla sua formazione e provenienza genuina).

Quanto a Mr Sidney Parker, ritengo che Davies abbia creato facendo un mix tra gli eroi maschili austeniani e forse è per questo motivo che sale decisamente al primo posto dei miei preferiti. L’orgoglio di Mr Darcy, il paternalismo di Mr Knightley, l’intransigenza di Henry Tilney: ha ereditato qualcosa da ciascuno di loro a cui deve aggiungersi il notevole fascino dell’attore Theo James, che aiuta non poco.

Del personaggio letterario sappiamo pochissimo in realtà, sul manoscritto fa il suo ingresso a Sanditon all’ultimo capitolo rimasto, mentre incrocia con la carrozza Mrs Parker e Miss Heywood che stanno andando a Sanditon House, e si rivolge con un beneducato inchino e parole appropriate a Miss Heywood una volta che le fu presentato, e non nel modo brusco e maleducato a cui abbiamo assistito.

Jane Austen ci dice che “aveva circa ventisette o ventotto anni, era un bell’uomo, con un’aria disinvolta ed elegante e un’espressione vivace” (cap. XI e che avendo come difetto quello di amare troppo la vita di società per sistemarsi (cap. IV), è capace di portare molto lustro con il suo arrivo. L’unica nota caratteriale che lo distingue dagli altri fratelli Parker è per stessa ammissione di Tom: “In quasi tutte le famiglie c’è qualcuno che ha il privilegio di poter dire tutto perché ha qualità o spirito superiori agli altri. Nella nostra è Sidney, un giovanotto molto intelligente, e con grandi capacità di rendersi simpatico”.

Sanditon – altri personaggi

Ci sono dei personaggi tratteggiati egregiamente e molto corrispondenti: l’entusiasta Tom Parker e Lady Denham

Tom Parker è il maggiore dei fratelli e ha ereditato le proprietà della famiglia; Sidney è benestante quanto lui grazie all’eredità di un parente collaterale (e quindi non ai commerci ad Antigua (reminiscenze di Mansfield Park), e gli altri fratelli Parker sono anche loro indipendenti. Nessuna preoccupazione economica quindi all’orizzonte se non fosse che la smania di Tom Parker di profondere sforzi ed energie per lo sviluppo di Sanditon appare sin da subito esagerata e il suo sviluppo è perfettamente plausibile.

Così Lady Denham; le sue preoccupazioni venali, la sua avarizia, il latte d’asina e la mancanza di tatto sono le caratteristiche che l’avevano caratterizzata sul testo e la inquadrano perfettamente anche nel suo corrispondente ruolo televisivo.

Miss Clara Brereton è descritta, almeno attraverso gli occhi di Charlotte, come la grazia fatta persona, che non rivelava alcuna indole arrivista e la cui dubbia condotta poteva essere ascritta alle forzature dovute al fatto di essere caduta nelle mire nemmeno troppo nascoste di sir Edward. Anche se intuiamo un po’ del suo carattere determinato da questa osservazione:

 Clara lo capiva perfettamente, e non aveva la minima intenzione di essere sedotta, ma lo sopportava con quel tanto di pazienza bastante a rafforzare quella specie di amore suscitato dal proprio fascino personale. (cap. VIII).

Sir Edward era e rimane un gran seduttore vanesio che nel romanzo declama versi a casaccio e si ispira al Lovelace di Richardson, quello per capirci che rapisce la povera Clarissa, mentre qui si fa ispirare solo dai soldi che vuole ereditare da Lady Denham.

L’obiettivo principale nella vita di Sir Edward era di essere un seduttore. Con le attrattive personali che sapeva di avere, e il talento di cui pure si credeva fornito, lo considerava un dovere. Sentiva di essere nato per essere un uomo pericoloso, esattamente del tipo di un Lovelace. Il fatto stesso di chiamarsi Sir Edward, riteneva che gli donasse un certo fascino. Essere sempre galante e assiduo con le belle donne, rivolgere frasi eleganti a ogni ragazza carina, era solo il lato secondario del personaggio che doveva interpretare. Aveva tutto il diritto (secondo il suo punto di vista rispetto alla società) di rivolgersi con complimenti esagerati e frasi senza capo né coda a Miss Heywood, o a qualunque altra signorina con un minimo di bellezza, fin dal primo incontro, ma mirava seriamente solo a Clara, era Clara che aveva intenzione di sedurre. Sedurla era una sorta di obbligo. La situazione di lei lo spingeva a farlo da ogni punto di vista. Era la sua rivale nelle grazie di Lady Denham, era giovane, bella e povera. Si era subito reso conto di come la cosa fosse necessaria… (cap. VIII).

La sua occupazione è dare la caccia a un’ereditiera e non era escluso che una volta scaricato da Clara, avrebbe potuto rivolgere le sue attenzioni a Miss Lambe, altro ottimo partito per lui. Ma qui invece la storia ha preso vie diverse.

La cura dei particolari è deliziosa. Le scene dei picnic, della spiaggia, della partita a cricket, della regata, del ballo non sono meno belle delle ampie riprese sulle scogliere e del paesaggio intorno a Sanditon.

L’inquadratura della vetrina con gli scarpini blu è la stessa visione che accoglie i Parker di ritorno con Charlotte al suo arrivo a Sanditon come segnale di quanto la cittadina stia al passo con la moda: “Civiltà, eccola la civiltà!” esclamò Mr. Parker deliziato. “Guarda, mia cara Mary, guarda le vetrine di William Heeley. Scarpe blu e stivali di nanchino! Chi si sarebbe mai aspettato una vista del genere in una calzoleria della vecchia Sanditon! Sono le novità del mese. Non c’erano scarpe blu quando ci siamo passati un mese fa.

Ci sono gli Stringer nel romanzo, padre e figlio, ma non sono capomastri e sono i fruttivendoli che Tom Parker ha incoraggiato ad avviare l’attività di frutta e verdura: “Sono stato io a incoraggiarlo ad aprire, e temo che non gli vada molto bene, o meglio, ancora non c’è stato abbastanza tempo. Senza dubbio andrà benissimo, ma all’inizio è una strada in salita, e quindi dobbiamo dargli tutto l’aiuto possibile, e quando ci sarà bisogno di frutta o verdura, e non ci sarà niente di male se accadrà spesso, se quasi tutti i giorni ci mancherà una cosa o l’altra, potremo avere nominalmente bisogno di fare provviste, così il povero Andrew non perderà la giornata ma, di fatto, compreremo dagli Stringer la maggior parte di quello che consumiamo.” (cap. IV).

Fratelli e sorelle

Sulle coppie di fratelli/sorelle sono state compiute operazioni abbastanza azzardate, ma comprensibili e necessarie all’economia del racconto.

Le sorelle Parker, Diana e Susan, sono state riunite in una sola: entrambe assillate da malanni di ogni genere, la prima si caratterizza per maggiore dinamismo e ha finito per riassorbire le idiosincrasie dell’altra.

Arthur Parker rimane impareggiabile con i suoi sforzi di fare attività fisica e consumare spuntini!

Edward ed Esther Denham nella serie sono presentati come fratellastri in modo da rendere verosimile la loro dubbia relazione incestuosa, dato che inutile a dirsi, nell’originale sono fratelli e il loro sodalizio si basa sull’intento comune di entrare nelle grazie di Lady Denham.

Per quanto riguarda Lord Babington e Lord Crowe ovviamente di loro non c’è traccia nel manoscritto originale ma il loro inserimento ci piace molto! Si fa un generico riferimento all’arrivo di Sidney Parker con uno o due amici da Londra che andranno a stabilirsi in albergo e presumibilmente Davies ha deciso di dare loro le sembianze dei due Lord uno più affascinante, l’altro scavezzacollo, ottimamente riusciti direi nell’incastro della trama.

Lord Babington si merita a dirla tutta il premio di personaggio meglio riuscito nel cast per la discrezione e la costanza dimostrati nel perseguire il suo amore per Esther Denham per il loro lieto fine non si può non fare simpaticamente il tifo.

Nelle ultime puntate fa la sua apparizione un personaggio dell’alta società, una Lady molto influente che prende Charlotte a benvolere e recandosi di persona alla regata, trascina con sé il bel mondo di Londra. Costei annovera tra le sue conoscenze anche una cd. “certa persona” che presumibilmente dovrebbe essere il Principe Reggente.  Quello che potrebbe apparire un pettegolezzo, in realtà è un preciso riferimento al fatto che il Principe Reggente era un ammiratore delle opere di Jane Austen (tanto che Emma gli fu espressamente dedicato e recentemente è stata rivenuta la ricevuta di un librario di Londra intestata a Sua Altezza Reale il Principe Reggente” che lo definirebbe come uno dei primi acquirenti di Sense and Sensibility).

Sanditon è il nome fittizio assegnato a una località balneare particolarmente fortunata, scelta a paradigma di tutte quelle di cui la costa cominciava a pullulare, la cui popolarità poteva durare quanto una stagione estiva e nel cui sviluppo Mr. Parker profonde tutte le sue energie, fisiche, mentali e finanziarie. Il declino fisico di Jane Austen sembra procedere in modo inversamente proporzionale a quello – invano – propiziato e agognato per Sanditon. Più l’entusiasmo di Mr. Parker si accende per il lancio di Sanditon, il mercato immobiliare, il turismo, gli effetti benefici della sua aria corroborante, più Jane Austen si aggrava. Sulla via di ritorno da Londra la carrozza si ribalta e l’insuccesso della ricerca di un medico da parte di Mr. Parker tradisce l’ansia di perdere tutto il suo denaro investito ma anche il suo debole per gli affari e la moda, le relazioni sociali e le rappresentazioni teatrali.

La storia vera dietro al romanzo di Sanditon

Sorprendente come una Jane Austen malata, che interrompe la scrittura di Sanditon a marzo, pochi mesi prima di morire, decida di prendere di mira la malattia e farne la fissazione dei fratelli Parker. Fino all’ultimo obbedì al suo imperativo e cioè scrivere di ciò che conosceva e bisogna purtroppo ammettere che le malattie, i medicinali, i medici, dovevano esserle diventati tristemente noti nel periodo in cui decise di comporre Sanditon.

I fatti narrati in Sanditon, comunque si basano su un evento preciso della vita di Jane Austen.

Il 17 settembre 1805 Jane e la sorella Cassandra partirono, con il fratello Edward e la moglie Elizabeth, per Worthing dove li aspettavano la madre e Martha Lloyd e dove restarono fino ai primi di novembre.

Scrive infatti Jane a Cassandra il 30 agosto:

Il viaggio a Londra è un punto di capitale importanza, e sono contenta che sia risolto, anche se sembra possibile che possa pregiudicare il nostro progetto di Worthing.

E come spiega Giuseppe Ierolli nell’edizione annotata e curata da egli stesso delle Lettere:

Il progetto era quello di raggiungere Mrs Austen e Martha Lloyd, che erano a Worthing, una località di mare nel Sussex a una ventina di chilometri da Brighton. Il viaggio a Londra di Edward ed Elizabeth Austen, che partirono ai primi di settembre, si concluse a metà mese e il 17 partirono tutti per Worthing, dove JA e Cassandra restarono, insieme alla madre e a Martha, fino ai primi di novembre, mentre la famiglia di Edward si fermò solo per qualche giorno.

Forse proprio a Worthing Jane potrebbe aver conosciuto un gentiluomo che le avrebbe ispirato la figura di Mr Sidney Parker, anche se è ovvio che nemmeno questa storia andò a buon fine.

E ora veniamo alla dolente nota del finale! Qualcuno dice che tanto il romanzo è incompiuto quanto la prima stagione è rimasta senza finale. Altri vedono nel ritorno a casa di Charlotte la sua dichiarazione di libertà e indipendenza: per una volta non c’è alcun matrimonio a conclusione della storia. Ma anche se Jane Austen è stata spesso criticata per i suoi finali scontati (appunto) è presumibile pensare che non lo avrebbe lasciato aperto, a meno che per forza maggiore.

Un’altra prospettiva potrebbe essere suggerita dal titolo originario del manoscritto, The Brothers, che vorrebbe l’attenzione incentrata sui fratelli Parker e non sulla presunta ed eventuale storia d’amore collaterale tra Charlotte e Mr Sidney, anche se appariva già segnata sin dalle prime battute.

Un’altra cosa che si potrebbe aggiungere è che all’epoca di Jane Austen le unioni matrimoniali erano dettate dal buonsenso, perciò una decisione ragionata come quella scelta per Mr Parker risponde sicuramene alla mentalità dell’epoca e della stessa scrittrice secondo cui i giovanotti belli non meno dei brutti devono poter mangiare.

Una cosa è certa: siccome ogni storia che si rispetti vuole il suo bel lieto fine, quale finale migliore ci può essere a cui assistere se non quello già promesso sin dall’inizio ma che percorre vie tortuose per essere raggiunto? Il piacere è tutto nell’attesa e le 8 puntate della prima serie finiscono troppo in fretta! A gran voce reclamiamo una seconda stagione per continuare a sognare.

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