Finché il caffè è caldo

Titolo: Finché il caffè è caldo

Autore: Toshikazu Kawaguchi

Editore: Edizioni Garzanti

Pagine: 177

Trama

Un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici.

ECCO LE 5 REGOLE DA SEGUIRE:

1. Sei in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e aspetta solo te.

2. Siediti e attendi che il caffè ti venga servito.

3. Tieniti pronto a rivivere un momento importante della tua vita.

4. Mentre lo fai ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi.

5. Non dimenticarti la regola fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.

In Giappone c’è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kotake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.

Finché il caffè è caldo è diventato un caso editoriale in Giappone, dove ha venduto oltre un milione di copie. Poi ha conquistato tutto il mondo e le classifiche europee a pochi giorni dall’uscita. Un romanzo pieno di fascino e mistero sulle occasioni perdute e sull’importanza di quelle ancora da vivere.

RECENSIONE

Mi immergo nella lettura di Finché il caffè è caldo assaporandone subito la sensazione rilassante che mi trasmette l’atmosfera accogliente della caffetteria e l’aroma del caffè che vi si respira.

Il caffè non ha l’aria condizionata. Ha aperto nel 1874 più di centoquarant’anni fa, e a quei tempi si usavano ancora le lampade a olio. Nel corso del tempo ha subito piccoli lavoretti di ristrutturazione, ma l’interno non è cambiato granché rispetto l’originale…

Il caffè era arrivato in Giappone nel periodo Edo, verso la fine del XVII secolo. All’inizio non soddisfaceva le papille giapponesi, e di sicuro non veniva considerato una bevanda gradevole ma del resto non c’era da stupirsi visto che sapeva di acqua nera e amara.

Il caffè però nasconde un potere magico, un effetto benefico che si diffonde nel corpo, nella mente e nel cuore.

Finché il caffè è caldo è un romanzo nostalgico che parla anche del potere curativo del tempo, unito a quello del caffè, che oltre a instaurare una atmosfera avvolgente, arriva dritto e diretto come un pugno allo stomaco.

Entro la cornice di una speciale caffetteria sono confezionati dei racconti ad incastro che hanno per protagonisti un tavolino, un caffè e una scelta. Attorno a questi semplici, eppure, misteriosi oggetti ruotano tutte le storie che si accavallano nel locale.

La leggenda che aleggia su questa caffetteria del 1874 vuole che attraverso una particolare sedia e finché il caffè rimane caldo, si può viaggiare nel tempo. Tante le regole e le limitazioni, ma perché bisogna essere ben convinti di sovvertire il naturale corso degli eventi e bisogna sentire urgente l’esigenza di rimediare a una scelta sbagliata e placare un rimpianto: come quello di una sorella che non ha voluto incontrare l’altra, una moglie che non ha ascoltato il marito, una fidanzata che non ha trattenuto il fidanzato…

Certo, si aspettava qualche sorpresa del genere: in fondo, viaggiare nel tempo significava violare le leggi della natura e accettare tutti i rischi del caso.

Tante storie e situazioni, tanti punti di vista uniti da quella caratteristica tutta umana di non cogliere l’attimo, di rimandare a un domani che invece è incerto e non sfruttare l’occasione quando si presenta.

Un ammonimento, un invito ad assaporare e a godere di ogni sorso della propria esistenza.

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