
Titolo: Cassandra
Autore: Cinzia Giorgio
Editore: Newton Compton Editore
Trama
La storia mai raccontata del mito maledetto.
Quando il dio Apollo invia i suoi serpenti nella cesta in cui Cassandra, ancora in fasce, dorme tranquilla, è chiaro a tutti che la bambina sia destinata a una vita eccezionale. Ma persino una principessa come lei figlia del grande re Priamo, signore di Troia, dovrà piegarsi a un disegno più grande della sua singola esistenza. E così, fin dalla giovanissima età, Cassandra comincia, per volere del dio, ad avere visioni degli eventi futuri. Quello che tutti chiamano “il dono” sarà però la sua condanna a una solitudine senza scampo, alla quale Cassandra cercherà di sfuggire, scatenando una sequenza di avvenimenti fatali, che porteranno la sua Troia alla guerra narrata nei millenni a venire. E il suo dono non le sarà utile nemmeno a salvare chi ama. Nulla potrà fare per allontanare la morte, seppure prevista. In un mondo in cui la vita degli uomini è scandita dai capricci degli dèi e governata dall’ineluttabilità del fato, una donna cercherà di opporsi con coraggio a un destino capace di sconvolgere l’esistenza dei mortali. Una delle figure più tragiche e affascinanti della mitologia classica Cassandra: principessa, amante, sacerdotessa.
Hanno scritto dei libri di Cinzia Giorgio: «Un’autrice che da sempre indaga sul mondo femminile.»
RECENSIONE
Nella mitologia greca Cassandra era una delle figlie di Priamo, re di Troia e di Ecuba, sua moglie.
Abbandonata da piccola insieme al suo gemello Eleno in una cesta nel tempio del dio Apollo, riceve il dono della divinazione e diventa sua sacerdotessa.
A causa della sua grande bellezza il dio Apollo ne era estremamente geloso e pretendeva la sua devozione in via esclusiva; scoperto invece che ella lo aveva tradito, la punì sputandole in bocca, cosa che le avrebbe impedito per sempre di essere compresa o creduta, anche dalla sua stessa famiglia.
Purtroppo, nella caduta di Troia sarà anche quella che pagherà a duro prezzo la vittoria degli Achei sui Troiani: strappata dall’effige di Atena nel cui tempio si era rifugiata, viene violentata da Aiace e portata ad Agamennone. Eschilo nella tragedia Agamennone ne ha mostrato la drammatica fine per mano di Clitemnestra, la moglie di Agamennone. Non ha fatto altro che cogliere l’accenno a cui alludeva Omero nell’Odissea:
Sentii il grido doloroso della figlia di Priamo,
Cassandra: su di me Clitemnestra esperta di inganni
La uccise.”
[Odissea, Omero, libro XI]
Omero nel canto XIII dell’Iliade la immortala con uno dei suoi patronimici più poetici “la piú bella fra tutte le figlie di Priamo, Cassandra” per poi farcela ritrovare nel canto XXIV sull’alto delle mura a incitare i Troiani mentre il padre Priamo riporta in patria il corpo esanime del valoroso fratello Ettore.
“Ma Cassandra, bella come Afrodite d’ oro,
salita sulla rocca di Pergamo, vide suo padre
ritto sul carro, insieme all’ araldo banditore;
vide lui sopra i muli, composto nella bara;
ruppe allora in lamenti e lanciava il grido all’ intera città:
‘Venite a vedere Ettore, Troiani e Troiane, se mai godevate
Di lui quand’ era vivo e tornava dalla battaglia,
perchè era una grande gioia per la città e per il popolo tutto!’”
[Iliade, Omero, libro XXIV]
Con uno stile puntuale e senza fronzoli il racconto di Cassandra da parte di Cinzia Giorgio introduce subito in un’atmosfera epica tutta al femminile.
In questo caso, infatti, una figura del tutto secondaria come quella di Cassandra sulla quale abbiamo visto i poeti dell’antichità, Omero, Eschilo, Virgilio, soffermarsi il tempo di una scena, diventa predominante e conquista il centro della scena rivendicando la sua parte determinante nella ricostruzione storica della caduta di Troia.
Nell’Eneide Virgilio le aveva concesso abbastanza spazio sulla base del fatto che era colei che si oppose strenuamente all’introduzione del cavallo all’interno delle mura della cittadella fortificata dei Troiani. Ora le viene attribuita non solo una voce ma anche un cuore, una coscienza combattuta, una forza d’animo non indifferente. Da principessa bambina, ignara ancora di segreti e sentimenti malevoli, la vediamo diventare ragazza in preda ai primi turbamenti e poi sbocciare nella sua piena bellezza di donna. Una donna inquieta, resa guardinga e saggia dalle divinazioni di cui è oggetto e al contempo vittima.
All’epoca non potevo immaginare che quello che gli dei ti danno si paga a caro prezzo. Le gioie della vita non sono mai doni.
Con una straordinaria ricchezza descrittiva ci viene presentata la realtà della società greca arcaica basata su una fitta rete di legami familiari fondati sui vincoli di sangue e permeati di religione. Una religione politeista, invasiva, che investe ogni aspetto della vita quotidiana e che pecca delle stesse debolezze e vizi che affliggono gli umani. Gli Dei quindi, che interpretano e incarnano sentimenti più o meno nobili dell’essere umano, vivono in un mondo molto affascinante, governato da forti emozioni e regolato dall’avvicendarsi delle stagioni, il cui tramite con gli uomini, che in genere sono in balia dei loro capricci, diventano i riti propiziatori, cerimonie e sacrifici.
Era il tempo della discesa di Persefone, dopo la calura del periodo in cui primeggiava Elios. A Troia ci apprestavamo a festeggiare le Tesmoforie in onore di Demetra, la dea celebrata dalle donne di tutte le città greche. Demetra Thesmophoros era portatrice di tesori e di ricchezze, grande madre delle messi e simbolo della fertilità femminile.
Ricordo da sempre Cassandra come una figura triste, capace di una forza disperata ma sfuggente e schiva. Il ritratto che ne tratteggia Cinzia Giorgio, la restituisce con piena verosimiglianza alla sua esatta grandezza, avvolta di maestosa regalità.
E sulla forza della divinità nulla è in grado di prevalere. Avevo scelto di servire tre dei per non servire nessun uomo.
La storia di Cassandra è altrettanto affascinante di quella tramandata a noi dalla tradizione classica. Se la sua figura era da corollario a una poesia eroica tutta al maschile, ora noi quel Mito lo riviviamo tutto, con una rivisitazione dai risvolti impensati: in un drammatico vortice di eventi arriva il finale che non ti aspetti.
Ennesimo post – capolavoro. Sono sempre più orgoglioso di essere da tempo un tuo follower.
Troppo gentile
Grazie per la risposta! 🙂